Ora è rimasto solo Rocki, che a dire la verità non è il nostro cane.
Lui sta nell’ altra parte del cortile, quello in comunicazione col cortile dei miei genitori.
Rocki ce lo hanno dato delle persone che lo avevano preso da piccolo per i loro bambini. Ma Rocki crescendo era diventato grande, grande.
Rocki è un pastore belga, i suoi ex proprietari abitavano in un appartamento di sessanta metri quadri, con due bambini e per Rocki non c’ era più posto, era troppo grande. Non volevano portarlo al canile, allora lo hanno preso i miei genitori per fare compagnia a Bull.
Rocki ha preso l’ indole dai bambini.
E’ cresciuto con loro.
Quell’ indole ce l’ ha ancora oggi che ha dodici anni.
Quando è felice si mette a gattoni, col sedere in alto e la testa appoggiata a terra.
Oppure a pancia all’ aria si stira le lunghe zampe e fa …oohhhhhh.
Ora che mio padre non c’ è più è diventato il cane di mio marito.
Si capiscono con gli occhi.
Mangiano l’ uno quello che mangia l’ altro, corrono e giocano a pallone insieme.
Se litigano è solo per via dei buchi.
A Rocki piace fare i buchi dove ci sono i fiori.
A mio marito piacciono i fiori e non sopporta i buchi.
Per il resto vanno d’ accordo su tutto.
Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.
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