Nella foto i gufi di Bob Wilson
Ciò che più mi ha colpito è che qui non si fa arte, ma
business.
I parcheggi sono tutti a pagamento, dieci euro e scusate se
è poco.
Quasi c’è più gente che lavora che visitatori, i panini a
cinque euro ma c’è il calice di champagne a dieci, avevo notato che certi si
erano portati il pasto da casa, ho capito il perché.
Anche le macchinette erogavano la bottiglietta di acqua
a euro e venti!
Comunque i bagni sono puliti e gratuiti.
Ho fatto un po’ d’ironia però è vero si sente più aria di
affari che di cultura.
Fra poco vi parlerò delle opere che mi sono più piaciute,
prima voglio dirvi che lo spettacolo vero sono le persone, grazie che esistete,
colorate, aggraziate, a volte un po’
ridicole sempre comunque artistiche, intendo dire che l’abbigliamento era
creativo, come se la gente andando per arte si sia vestita di conseguenza,
raggiungendo a volte azzardi che
nell’insieme si equilibravano…vere opere d’arte.
All’entrata era particolare un bosco di civette di Bob
Wilson ispirate al 'Macbeth' di Verdi. Una mostra multimediale,
'E dei gufi udii lo stridere', è il
titolo, non era ben esposta e ciò penalizzava l’opera che risultava un po’
avulsa.
Nella foto Lapo nelle vesti di San Sebastiano
Allo stand della galleria Paolo Curti è esposta l'opera dell'artista italo-cubano Bobo Ivancich è il ritratto di Lapo Elkann in veste di San Sebastiano, mi ha colpito molto la faccia tosta di questo pittore che incorona Lapo come santo, ma poi io sono contro l’esempio dei santi, più leggo la loro vita più credo che erano dei pazzi, l’ho citato perché è successa una cosa spiritosa mentre ero lì, intanto vi scrivo ciò che dice l’autore: "La Santità spesso passa attraverso la sofferenza , e Lapo è una persona che ha senz'altro sofferto, al di là della facciate, della ricchezza, della mondanità. Molte rappresentazioni dei Santi - si pensi solamente ai quadri dal 400 in poi - ce li raffigurano come dei martiri".
Allora mentre ero lì ad osservare Lapo, è passata una signora con la stessa particolare pelliccia a più colori di Fendi creata da Karl Lagerfeld, valore un patrimonio, indossata e lanciata nella moda dall’ultima fidanzata di Lapo: Goga…come dire si era ricreata metaforicamente la coppia più vip.
Nella foto un dipinto magico di Ilaria Del Monte
Poco più avanti alla galleria Roberta Lietti l’incontro con un’artista magica: Ilaria Del Monte, le sue tele sono ferme, immobili, istanti non percepiti, incantesimi sospesi, impossibili eppure sembrano esistere, mi ricordano Magritte, De Chirico ed anche Balthus il tutto rivisto in chiave contemporanea.
Ilaria è nata a Taranto nel
1985, si laurea in Pittura all’Accademia
di Belle Arti di Brera e completa la
specializzazione in Arti Visive presso la medesima Accademia. Attualmente vive
e lavora a Milano.
Ilaria Del Monte si distingue per la scelta della tecnica
pittorica a olio, tradizionale quanto innovativa per il presente, optando per
un inedito quanto inusuale “ritorno all’ordine”. Memore della tradizione
italiana dei primi del Novecento, lo stile dell’artista oscilla tra un ritrovato
“realismo magico” e la tradizione figurativa classica rivisitata del ‘400. I
protagonisti delle sue opere vivono in una dimensione sospesa, lirica, tra
sogno e realtà, immersi in luoghi metafisici e magicamente assorti. Calma,
stasi, ironia e inquietudine prevalgono tra la gamma di suggestioni che le
opere della giovane artista suggeriscono, catapultando lo spettatore in una
dimensione surreale e onirica.
Nella foto acquerello di Alessandra Giovannoni disturbato dai riflessi degli spettatori
Alla galleria Il Segno incontro Alessandra Giovannoni, oh qui niente di
nuovo, sembra di tornare indietro all’impressionismo, ma la bravura si ammira
sempre, Alessandra è talmente brava a catturare la luce, ad accostare i colori,
si rimane fermi a cercare di catturare un po’ di colore. Alessandra Giovannoni
è nata a
Roma dove, negli
anni Settanta, ha
frequentato la
Facoltà di
Architettura in seguito si iscrive
all’Accademia di Belle Arti di
via Ripetta si
è diplomata con Emilio
Greco in scultura,
tecnica che presto
ha lasciato in
favore della pittura,
più congeniale alla propria ricerca incentrata sulla luce e
sulla visione istantanea della realtà.
7 commenti:
Ciao Pala....
Squallido vestirsi come le opere che si sa già saranno in una mostra. Vuol dire zero personalità, zero essere "io".
Poi per Lapo santo, beh a questo punto, per la tesi espressa dall'artista, santi sarebbero pure Curcio, Maniero, persino Mussolini, Hitler, Pinochet, Chavez e qualcuno asiatico.
Teorie messe su giusto perchè se ne parli, altrimenti passerebbero nella vita come tanti volantini, visti e appallottolati.
Per non parlare del listino prezzi!
Alla faccia di tutti i proclami per divulagare verso la moltitudine della gente l'arte.
Se poi penso che si è svolta in una terra feudo del comunismo vecchio e nuovo, mi viene da capire meglio i fatti MPS con, tra gli altri, la presenza di una finanziaria bolognese.
Paola, decisamente superlative le tue opere e tu come persona!
Un beso;.))
Beh, il kitch di Lapo San Sebastiano è davvero oltre ogni confine...
puro delirio... per fortuna il tempo spazza via ogni immondizia...
Non è che voglio demonizzare Lapo, anzi, a modo suo, lui, secondo me, è una persona molto sveglia, intelligente e creativa, anche se ha una storia piena di ombre e di fortune immeritate.
Trovo, invece molto molto povera l'arte, anzi, l'ispirazione della presunta arte di chi l'ha dipinto nelle vesti di S. Sebastiano.
A quello manca l'ispirazione.
Doveva fare certo giornalismo prezzolato...
Qualche mese fa sono andato a via Margutta, alla mostra dei cento pittori.
Anche lì, poca creatività.
Molto copiato.
Poca ispirazione e molto mercato.
D'altronde, Paolè, ma ti pare che il nuovo Caravaggio va ad esporre lì (lì = mostra di BolognaArte; Roma Margutta)
Un abbraccio,
Piero
Vestirsi in modo estroso è sinonimo di voglia di essere, di esistere e io lo trovo molto bello e coraggioso, perchè vestirsi strano vuol dire mettersi in mostra e quindi sotto giudizio.
Lapo santo, una provocazione goliardica e più sottilmente un ripensare ai santi...che più o meno erano dei pazzi.
Il listino prezzi poi è importante senza business niente cultura, perchè quest'ultima non riesce ad autofinanziarsi.
Ciao Cosimo.
Eppure quel Lapo mi ha colpito ed io sono molto selettiva, ad esempio non ho problema ad espormi a dire che il "volto" dell'"Origine de Mondo" di Coubert è una bufala, basta osservare la linea dura, lì presente nel volto, che Coubert non ha mai usato, il volto è di una che sta spirando, l'"Origine" invece esprime un sano erotismo.
In quanto a Roma sta esprimendo veramente molto poco, ma è un po' così daperttutto in Italia, qualcosa esce dagli USA, poco,dalla Germania, molto dall'est lontano,quello dei Manga è l'ultima idea, la prox vedremo, il nuovo non è mai riconoscibile alle generazioni coeve.
Ciao Piero.
Ho trovato da te profumate poesie di cui sono rimasta incantata.
Ciao
Vestirsi in modo estroso va bene se avviene tutti i giorni, come fanno Lapo e Oscar Giannino. Caso contrario é un po' come sfilare a carnevale, qualche giorno e basta.
Per i finanziamenti all'arte va bene l'autofinanziamento. Non credo che qualche giorno di prezzi pazzi possa essere un autofinanziamento a lungo tempo. Meglio cercare sponsorizzazioni anche tramite le fondazioni.
Ciao Paola....
Ma dai Cosimo, il Carnevale è una cosa assai seria, neppure la Chiesa è riuscita ad estirparlo, è il trionfo della carne perchè noi non siamo solo spirito,quindi va bene trevestirsi a volte.
Le fondazioni danno, ma c'è sempre qualcuno che ci mangia :)
Ciao
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