La casa di campagna dove sono nata, sorgeva accanto alla villa padronale, i proprietari vivevano a Bologna e venivano alla villa solo qualche giorno d'estate e qualche fine settimana, io potevo così sgaiattolare tramite un buco nella rete di recinzione ed entrare nel giardino, qualche volta anche dentro la villa, quando le contadine venivano a pulirla.
Il giardino era per me un luogo fatato, ogni giorno c'era una scoperta nuova, in particolare amavo una folta aiuola rotonda che in maggio diventava viola, con degli strani fiori i cui velati petali macchiavano le mani d'inchiostro e le foglie erano come spade, quando la mamma mi disse che si chiamavano, "scoregge del diavolo" io pensai che scoregge non andava bene perchè erano troppo belli ma un po' di diavolo ce l'avevano senz'altro.
Li osservavo da lontano con timore, attratta ma un poco spaventata, il loro portamento e il viola austero evidenziato dalle acuminate foglie verde ghiaccio me li faveva sembrare come i signori della villa, benevoli ma di un altro pianeta, per me erano più adatti gli umili fiori di campo, nonostante ciò ero sempre davanti alla loro aiuola.
Le scoregge del diavolo sono i giaggioli di san Giuseppe e sono simbolo di sapienza, fanno parte del genere iris
La denominazione iris deriva dal termine greco che significa arcobaleno ; nella mitologia greca, era personificato dalla dea Iris,
messaggera velocissima degli ordini celesti, soprattutto di Era.
Figlia del dio marino Taumante e della
ninfa oceanina Elettra, sorella delle tre mostruose Arpie donne-uccello,
Iris era raffigurata come una bella e radiosa giovane donna. Questa dea greca accompagnava le anime delle donne
defunte ai Campi Elisi, motivo per cui gli iris viola venivano posti dai
greci sulle tombe dei loro famigliari.
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