lunedì 30 novembre 2015

LA LAVANDA E' UN FIORE CHE PARLA

Il 24 giugno c'era in tempi antichi e c'è anche oggi, la fiera di San Giovanni, a Cesena, in Romagna.
La prima volta a cui partecipai fui sedotta dalle innumerevoli bancarelle che vendevano mazzetti di lavanda.
L'impatto visivo di montagne viola illuminate dal giallo del sole creava un gioco di  colori complementari naturali, poi arrivava alle narici il profumo intenso, pungente, fresco.
Arrivata a casa consultai il mio libro di giardinaggio, andai da una mia conoscente che aveva la lavanda, mi feci dare due rametti, li piantai, li innaffiai...l'anno dopo avevo già le spighe da regalare alle amiche, perchè dovete sapere che il 24 giugno donare la lavanda è un potente porta fortuna, oltre che profumare gli armadi.
Facevo dei mazzetti, li legavo, poi piegavo gli steli attorno ai fiori, quindi  legavo gli steli con un nastro ed erano pronti per essere messi tra i vestiti.
Ora  le piante della  lavanda  si sono seccate, è finito il tempo in cui credevo alla fortuna e alle streghe, è finito il bel tempo. 
La lavanda è una pianta cespugliosa, assai ramificata, perenne, rustica, resistente, sempreverde. I fiori, viola,  sono piccoli, raccolti in spighe, proprio come una spiga di grano colorata di viola/blu. 
Ha profumo  di pulito, di biancheria stesa al sole, amarognolo e aromatico.  
É dai tempi più antichi considerata simbolo della purezza, della virtù e della serenità, capace di attrarre verso il corpo energie positive. 
Gli antichi greci la usavano nei riti di purificazione per allontanare ogni tipo di negatività e per favorire la felicità, l'amore e il raggiungimento della pace interiore.
La lavanda era dedicata, nella mitologia greca, a Ecate. 

Il 24 giugno, le streghe si ritrovavano per festeggiare sotto ad un noce mentre nei villaggi la popolazione spaventata metteva  la lavanda sulle porte per tenere lontane le fattucchiere.
Presso gli antichi Romani veneravano Cerere dea delle messi, e proprio in questi giorni cadeva la festa di Fors Fortuna, la dea bendata del caso. 
Nella liturgia Cristiana il 24 giugno si ricorda San Giovanni Battista e la tradizione vuole che esista una connessione fra il sole che prende a calare e il Santo “Giovanni che piange”.  
La festa di San Giovanni assume perciò un duplice significato: propiziatorio e purificatore. I contadini  vanno in processione con l'immagine del Santo.  
Grandi falò, simbolo della potenza del sole, si appiccano nei poderi per tener lontani spiriti maligni, streghe e animali nocivi.   
Le erbe colte all’alba del 24 giugno bagnate dalla rugiata sono magiche. Occorre raccogliere 9 erbe diverse:  artemisia, salvia, iperico, basilico, lavanda, felce, rosmarino, menta e prezzemolo, con questo mazzolino si avrà energia positiva. 
Dalla tradizione popolare arriva la tisana contro la tosse: bisogna fare un infuso con acqua bollente e fiori di lavanda (anche essiccati), filtrare il tutto e consumarne da una a tre tazze al giorno, aggiungendovi una piccola scorza di limone e un cucchiaio di miele per dolcificare.


SOGNO
 

O penso: e vedo (o sogno?) 
un piccolo villaggio, una gran pace: dentro, un cantar di galli. 
E il piccolo villaggio si smarrisce in un fioccar di neve. 
Entro il villaggio, in abiti da festa, una casetta bianca. 
Furtiva accenna una testina bionda tra le cortine mosse. 
Schiudo la porta: e i cardini, stridendo, chiedono fiochi aiuto. 
Poi, nella stanza, un timido e sommesso profumo di lavanda.

 Rainer Maria Rilke









 

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