L’Aglianico è un vino rosso diffuso in Italia meridionale,
in particolare in Campania e Basilicata. E’ chiamato anche Barolo del Sud. E’ caratterizzato
da intensi profumi fruttati e floreali, quasi speziato, si abbina bene a piatti
di carne rossa e a formaggi stagionati. E’ stato un vitigno probabilmente
introdotto in Italia dai greci intorno al VII secolo a. C., da cui forse
l’origine del nome (elleanico, ellenico). Un’altra teoria vuole che il nome dell’Aglianico
derivi dalla città di Elea, l’antica città della Magna Grecia, nel Cilento,
chiamata dai romani Velia. Elea fu fondata da esuli Focei in fuga
dalla Ionia,
sulle coste dell’attuale Turchia, per sfuggire ai persiani. I Focei erano grandi
navigatori anche sulle lunghe distanze, gran parte di loro, attorno al 600 a.
C. circa, emigrarono, non solo a Velia, ma anche a Marsiglia dove fondarono
una colonia. Tra i motivi che fanno di Velia un patrimonio dell’umanità va
sicuramente menzionata la scuola
eleatica, una scuola filosofica che
ha potuto vantare, fra i suoi esponenti, Parmenide, Zenone di
Elea e Melisso di
Samo. E per finire perché per sorseggiare e gustare tutti i
profumi di un bicchiere di vino occorre conoscerne anche il tratto storico… Einstein trasse
ispirazione per la sua teoria della relatività dal paradosso di Achille e la tartaruga del
filosofo Zenone
e non è certo casuale che, in onore dell’antica città, Adriano
Olivetti abbia voluto denominare Elea la generazione di
supercomputer sviluppati negli anni ‘50 del Novecento. E col paradosso di
Zenone, con Achille che non riesce a superare la tartaruga, in quanto quest’ultima
ha un vantaggio di 10 metri e Achille non riesce a battere sia lo spazio che il
tempo, è meglio bersi un bicchiere di Agliatico che non vorrei che stavolta
fosse il computer a vincere Achille.
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