René Magritte (1898-1967) fu un pittore surrealista, una
specie di mago illusionista. Le sue tele stupiscono allo stesso modo in cui un
prestigiatore tira fuori un coniglio dal cappello. Magritte inserisce oggetti
ordinari in contesti inaspettati, le sue tele ci lasciano con una percezione
della realtà misterica e magica, sconvolge senza trasgredire, la sua
immaginazione è fredda in quanto si
inserisce in maniera statica e immobile. In tutti i suoi dipinti sembra di
ascoltare il silenzio. Non fu apprezzato molto in vita, giunse al successo
pochi anni prima di morire. La fama di Magritte si diffuse negli anni ‘60, le
sue opere vennero riprodotte sulle copertine dei dischi e dei fumetti, anche pochi
anni fa su Dylan Dog apparvero
i suoi omini in bombetta che piovono dal cielo. Le chateau des Pyrénées
(Il castello dei Pirenei) è un
olio su tela di Renè Magritte realizzato e tutt’oggi esposto all’Israel Museum di Gerusalemme. Il
dipinto per qualcuno è ispirato ad un racconto di Edgar Allan Poe, per altri all’isola
volante di Laputa apparsa
ne I viaggi di
Gulliver. L’enorme masso di pietra appare pesante e allo stesso
tempo quasi sospeso nel suo volo su un mare in tempesta. Il castello minuscolo,
appare ben installato sulla grande roccia, che fluttua quasi senza peso. Il
castello dei Pirenei pare allora, come il rifugio pietrificato e pesante del
nostro vissuto, che trasvola su quel mare tempestoso, librandosi in un cielo
nuvoloso, quasi un invito a vivere la nostra quotidianità, anche se pesante,
anche se tumultuosa con un pizzico di leggerezza.
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