Pittore, scultore e ceramista, Joan Miró ( 1893/ 1983) è stato
un pittore, scultore e ceramista spagnolo. Inizialmente studia economia, poi si
rivolge all’arte, si trasferisce a Parigi, dove conosce i dadaisti e l’altro
grande spagnolo Pablo Picasso da cui trae ispirazione. Tornerà a Barcellona la
città natia, ma allo scoppio della Guerra Civile Spagnola fugge a Parigi, la
quale successivamente viene invasa dalle truppe naziste, così Miró torna in Spagna, fra la Catalogna e l’isola di
Maiorca dove muore nel 1983. Esponente
di spicco del Surrealismo, la realtà per lui è un punto di partenza che si
sgretola completamente in forme oniriche e irreali. Miró usa ogni tipo di materiale come
base per i suoi lavori: tele, cartoni, masonite, pezzi di ferro: tutto ha
dignità per divenire opera d’arte. I suoi colori sono accesi, sono colori
primari, il giallo, il rosso, il blu, ma ama tanto anche il nero. I suoi
soggetti sono pochi, la donna, l’uccello, il sole, la luna, il paesaggio, il
personaggio. La sua creatività è eclettica non si esprime solo attraverso la
tecnica del dipinto ma anche per mezzo di collage, sculture, monumenti,
litografie, ceramiche, scenografie, assemblaggi, arazzi ecc. Mirò aveva l’abitudine di lavorare contemporaneamente su più opere,
“Il mio studio è come un orto ed io sono il giardiniere” diceva, non
amava l’arte classica diceva di voler assassinare
la pittura. Proprio per questa sua caratteristica presento nell’immagine una
mia foto, in cui l’opera astratta di Mirò si riflette in uno specchio assieme
all’affresco antico del soffitto di Palazzo Albergati a Bologna.
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