Max Ernst (1891/1976)
è stato un pittore e scultore surrealista tedesco. Max Ernst nasce a
Brühl, vicino a Colonia, frequenta l’Università di Bonn per studiare filosofia
e psicologia ma poi si dedica al mondo dell’arte. Importante è per
lui l’incontro con il movimento surrealista, ma anche quello con gli artisti
dadaisti e la Metafisica di Giorgio de Chirico. Significante è il suo incontro
con alcuni esponenti del surrealismo,
come André Breton e Paul Éluard;
con quest’ultimo collaborò alla stesura di due volumi, Les malheurs des
immortels e Répétition (1922). Un viaggio in Oriente gli ispira una nuova
tecnica pittorica, il frottage. Quest’ultima è una tecnica di disegno e pittura
basata sul principio dello sfregamento di una matita
su un foglio di carta posto su una superficie non liscia. Soggiornò
a lungo a Parigi, dove collaborò con personaggi quali Duchamp, Dalí e Buñuel,
prima di trasferirsi per 12 anni a New York, periodo durante il quale raggiunse
l’apice della sua notorietà. Durante questo periodo, Ernst lavora moltissimo, sperimentando nuove forme
espressive, come il dripping, e realizzando importanti sculture tra le quali,
per esempio, Il re che gioca con la regina (1944). Nel 1954 vince
il primo premio alla Biennale di Venezia. Muore
a Parigi nel 1976. Max Ernst era un grande appassionato di scacchi, forse non
partecipò a tornei o olimpiadi di scacchi come fece Marcel Duchamp, ma con
quest’ultimo giocò parecchie partite e vista la capacità di Duchamp certo Ernst
doveva essere un bravo scacchista. Un certo numero di opere di Ernst si
ispirano agli scacchi, come l’opera che vedete nell’immagine Il re che gioca
con la regina, dove le linee forbite diventano inquietanti per via del re
che abbraccia una piccola regina. Un re che pare come un Minotauro gigantesco,
ma nel gioco degli scacchi senza regina il re vale poco.
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