Arrivati ad Arona, con il suo splendido lungolago e le vie del centro storico, ricco di negozi, bar e ristoranti, Luisa si rilassò, una sosta per ammirare Rocca d’Angera, dall’altra parte del lago, un aperitivo, uno Sprizt è d’obbligo in questi luoghi, è un drink di origine austroungarica (il nome deriva dal verbo tedesco “spritzen”, che significa “spruzzare”) inizialmente composto di acqua gassata e vino, oggi modificato con l’aggiunta di Aperol o Campari.
Luisa mangiò anche qualche stuzzichino, fumò una sigaretta, e
si rasserenò, Marco invece si vedeva che cercava di comportarsi affabilmente, ma era come se lo
facesse forzatamente, Luisa scrollò le spalle, erano solo sue fantasie.
Decisero di fermarsi a cenare in un accogliente ristorante
sul lungolago, dalle ampie sale arredate con gusto dai toni color crema e gli
arredi scuri.
Marco voleva ordinare pesce di lago, ma Luisa lo convinse a prendere la tagliata alla Robespierre,
un piatto semplice ma gustoso, dove la carne un po’ al sangue viene
servita su un letto di rucola e pomodorini.
La tagliata si chiama "alla Robespierre" perché
era il piatto preferito del noto rivoluzionario.
Gli aromi che servono ad insaporire l’olio usato per condire la tagliata, fra cui rosmarino, aglio, e pepe verde, si dice che vennero posti all’interno della cesta che conteneva la testa ghigliottinata di Robespierre, in segno dispregiativo, per equipararla a quella di un maiale.
Gli aromi che servono ad insaporire l’olio usato per condire la tagliata, fra cui rosmarino, aglio, e pepe verde, si dice che vennero posti all’interno della cesta che conteneva la testa ghigliottinata di Robespierre, in segno dispregiativo, per equipararla a quella di un maiale.
Innaffiarono il tutto con Gattinara un vino rosso granato
che, nel tempo, assume venature aranciate, intenso , speziato
con sentori di viola con un caratteristico fondo amarognolo, Luisa ne bevve un
solo bicchiere perché doveva guidare e le dispiacque assai, Marco faceva finta
di bere, in realtà si bagnava solo le
labbra, Luisa non capiva il perché, a tavola stava parlando continuamente di
vino, quindi lo apprezzava, e lui non doveva guidare.
Anche in questo momento le stava spiegando che come altri prestigiosi
vini piemontesi, anche il Gattinara viene prodotto da uve Nebbiolo. Recenti rinvenimenti archeologici attestano
che in questa zona si produceva vino sin
dai tempi dei romani. E doveva essere proprio un buon vino se il Marchese di
Gattinara lo presentò alla Corte del Re di Spagna. Il vino di
Gattinara, infatti, lega il suo nome a questo famoso diplomatico, entusiasta
ammiratore ed infaticabile degustatore, il quale ne divulgò la fama offrendolo
quale efficace mezzo di trattativa diplomatica.
Luisa era sempre più rilassata, Marco continuava a parlare
di vino, sembrava riluttante ad alzarsi, combattuto, il conto volle pagarlo lui
e si alzò pure per scostarle la sedia e metterle la giacca.
Marco raccolse un grosso sasso piatto, quasi un mattone, le disse che
sarebbe servito se si fossero fermati, oltre al freno a mano, in montagna in
una pendenza andava messo in una delle ruote posteriori un fermo per essere in
totale sicurezza.
Luisa si mise alla guida tranquilla, Marco salì mettendo il sasso ai suoi piedi, poi
prese la bottiglia di Millefiori dal sedile posteriore e iniziò a rigirarla assorto tra le mani.
Si avviarono verso il Mottarone.
Quando oltrepassarono Armeno, Luisa iniziò ad avere paura,
vi erano tornanti spaventosi, ormai non
c’era più luce, tutto era ombra, nonostante la bellezza dei luoghi, erano
giunti al punto in cui si vedevano ambedue i laghi, l’inquietudine fra Marco e
Luisa aumentava.
Si era fatto buio pesto , Marco le metteva angoscia, la guardava fisso, il suo
sguardo non pareva più suo, ma di un altro, uno sconosciuto, sentì un colpo e
un forte dolore alla testa, poi il buio totale.
I familiari di Luisa, i due figli, l’ex marito erano giunti
affranti alla Stazione dei Carabinieri di Stresa, qui un affabile maresciallo
li aveva informati del ritrovamento del corpo esamine di Luisa all’interno dell’auto finita nel
burrone.
Fabio, il figlio di
Luisa, provato scuoteva la testa, pensando
a quanto sua madre era inesperta nella guida, cosa le fosse mai saltato in testa di mettersi in viaggio con
l’auto da sola, intanto lo sguardo si
soffermava sul nome del
maresciallo: Marco, un bel nome e chissà forse era un collezionista di
bottiglie antiche come sua madre, intravedeva dall’ armadio semiaperto, una
bottiglia di “Millefiori” come quella che tanti anni fa sua madre teneva in
bellavista dentro la credenza a vetri.
Mamma, mamma aveva sempre avuto timore della guida, forse
sentiva che sarebbe morta in un incidente d’auto, no i familiari non avevano
niente da dichiarare, nessun sospetto, tutto chiaro.
immagine di Teoderica
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