Marco, un affascinate cinquantenne, non si era mai accasato, in quanto le numerose donne che gli si avvicinavano , scappavano poi velocemente causa la sua pedanteria e rigidità, seguiva ogni regola, era quasi un delitto per lui non lavarsi le mani prima e dopo il pranzo o non mettersi le ciabatte in casa, poi occorreva alzarsi presto la mattina e coricarsi altrettanto presto, sempre allo stesso orario senza sgarrare di un minuto, anche quando era a casa dal lavoro
Eppure c’era stato un tempo, in cui Marco era uno
scavezzacollo, niente di molto strano, qualche fumata d’erba, un po’ di birra
in più, un po’ di cazzotti allo stadio,
ma poi era successa una cosa che lo aveva spaventato, una cosa terribile che
non aveva mai confessato a nessuno e si era messo in riga.
Si era messo in riga
per non deragliare dalle retta via, ogni tanto
ricordava quel giorno, era alla
guida della sua auto, una Panda verdina,
quando si trovò davanti un ciclista ingobbito dallo sforzo, tutto
vestito di giallo, maglietta, pantaloncini, berretto, era uno di quei cicloamatori che paiono quasi dei
professionisti, Marco avvertì un tremito, il giallo gli aveva invaso gli occhi
e il cervello, poi un pensiero …se lo uccido?
Se do un po’ di gas,
e passo sopra a quella cosa gialla, la piallo, la stendo, Marco sudava freddo
per trattenersi, una forza misteriosa lo spingeva a premere il gas, tallonava
il ciclista e aspettava di travolgerlo, spinse sull’acceleratore, ma proprio in
quel momento la macchia gialla, girò a destra in una carraia.
Non vedendo più quella macchia gialla, gli sparì anche il
giallo dal cervello, capì che era stato baciato dalla fortuna, se il ciclista
non avesse svoltato lui sarebbe diventato un assassino.
Da quel giorno si autocensurò, ed eliminò ogni vizio dalla
sua nuova rigorosa vita.
immagine di Teoderica
immagine di Teoderica
Nessun commento:
Posta un commento