La Baronessa Elsa von Freytag, chiamata Baronessa Elsa
(1874/1927), poetessa e scultrice, amica dei dadaisti in particolare di Marcel
Duchamp, è diventata famosa per le sue eccentricità, come i cucchiaini usati al posto degli orecchini, i francobolli incollati
sulle guance, una torta di compleanno, con tanto di candeline accese, al posto
del cappello o la rasatura dei capelli o il frugare nell’immondizia per creare
dei gioielli con cui si adorna. Nata
nel 1874 a in Pomerania, Elsa si trasferisce a vent’anni a Berlino dove lavora
nello spettacolo. Dopo varie peripezie, mariti e amanti e molti viaggi arriva a
New York, dove sposa il barone Leo von Freytag-Loringhoven, ricco rampollo di
una famiglia tedesca. Vivono un anno veramente alla grande, abitando al Ritz, poi quando scoppia la guerra il marito torna
in Germania e si suicida. La baronessa, non più giovane, tre mariti alle spalle
e una sempre più evidente bisessualità diventa anche cleptomane. Nel 1923 Elsa
torna a Berlino, dove vive in condizioni economiche estreme, chiedendo ai
vecchi e importanti amici di prestarle denaro, finisce per qualche tempo in
manicomio, termina la sua vita soffocata col gas lasciato aperto. Forse una
dimenticanza, forse un suicidio, di certo vivere così inquietamente è un peso
molto greve e grave. Tutto ciò fa
realmente pensare che la linea di confine tra arte/genio e sregolatezza/follia
sia veramente molto esile mentre all’opposto lo stare in manicomio o alla
ribalta, il confine sia ben definito e cioè se sei famoso e ricco o
nullatenente e sconosciuto.
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