Marcel Duchamp ha rivoluzionato l’arte, praticamente l’ha
annullata, dopo di lui nessuno è più in grado di dire cosa è o non è un’opera d’arte,
paradossalmente non si sa cosa sia l’arte e forse proprio per questo diventa
elitaria e allo stesso tempo diviene merce che vale solo se sdoganata dai
critici d’arte ed esposta in musei famosi. L’arte diviene un concetto, cioè
cosa concepisce la mente di un oggetto, quindi non esiste se non nella mente,
diventa un’utopia. Nel 1938 Marcel Duchamp realizzò un’installazione per l’Esposizione
Internazionale del Surrealismo di Parigi. Il titolo era 1200 sacchi di carbone o The
Grotto. Si trattava di un lavoro composto da sacchi di juta riempiti di
carta e pendenti dal soffitto, sotto di loro c’era una stufa di ghisa che
conteneva una lampadina e che costituiva l’unica fonte di luce. I sacchi erano
ancora sporchi di carbone e il pubblico spaventato circolava sotto una coltre
di fumo nero. L’idea, il concetto era che i sacchi di carbone rappresentavano il
mezzo fra la mente, la stufa, e il non vedere né sapere quale fosse il reale contenuto
nei sacchi. Il fatto è che si può prendere qualsiasi oggetto e poi arzigogolarci
sopra e trovare intenti e similitudini. Questa installazione è stata riprodotta
moltissime volte. Se Alberto Burri,
negli anni Cinquanta scandalizzava usando dipingere vecchi sacchi, Duchamp
venti anni prima era già oltre, cambiando addirittura la galleria o il museo,
che da contenitore bianco e lindo, spazio per presentare al meglio le opere d’arte,
diventa l’oggetto della scena. La sacralità del luogo non è più dettata dalle
opere che vi sono esposte ma è lo spazio che rende sacro tutto ciò che vi entra, anche l’immondizia. Qualsiasi cosa,
performance, accatastamento di roba vecchia, addirittura la chiusura o il gesto
più banale se allestito nel museo, nella galleria o in una biennale o triennale
ecc., diventa arte. Questa trasformazione va di pari passo con il mutamento della
società che non sa più cosa è giusto o cosa è sbagliato, società dove tutto
diventa sterile relativismo.
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