Ebbe la
forza di uscire, di arrivare fuori all’aperto, il sole le diede forza e
respiro, pian piano si riprese.
Entrò in un
bar e prese un caffè con molto zucchero, forse aveva avuto un abbassamento di
pressione, poi si sedette su una panchina e pensò.
Michelangelo
era omosessuale, la sua educazione era avvenuta nella cerchia neoplatonica di
Marsilio Ficino, questo ambiente inneggiava all’omosessualità. L’uomo non
doveva abbassarsi a copulare con una donna. A Firenze durante il Rinascimento,
era normale essere gay, forse più di oggi, basti pensare che Savonarola fece
una lotta tremenda ai sodomiti e forse fu anche per questo che finì al rogo.
Michelangelo pare abbia avuto parecchi amori
maschili, poi giunto alla tarda età si pentì, si cosparse il capo di cenere,
forse gli erano rimaste nella coscienza le prediche del Savonarola.
Il potere dell'epoca, come ogni potere, era maschile. Una cultura fallica, con colonne e
statue, ogni tomba era una affermazione
di virilità.
Michelangelo
aveva una passione estrema per il maschile, per le sue sculture, anche per le
figure femminili, tra cui anche la Notte delle Tombe Medicee, usava come modelli degli uomini.
Ed ecco cosa
aveva visto, Eleonora: una coppia di ragazzi, lui Francesco, muscoloso ed aitante,
lei Carlotta, filiforme, dai lunghi capelli biondi, vistosamente incinta, forse
all’ultimo mese.
Rimasto
senza lavoro dal tintore, di cui era garzone e apprendista, i soldi risparmiati
stavano per finire e Carlotta fra poco doveva figliare, ma Francesco non
trovava nulla da fare.
Un
conoscente gli aveva proposto di fare il modello per l’emerito cittadino
Buonarroti, ma a Francesco pareva un
lavoro poco maschile, svilente, ma poi vista la sua situazione precaria, ci
aveva ripensato.
Fare il
modello non gli piaceva per niente, stava nudo mentre lo sguardo di quel
”porco” lo frugava dappertutto, gli aveva proposto un buon gruzzolo se fosse
andato a letto con lui… che “porco”.
Erano mesi
che lavorava per il Maestro, e col passare del tempo il disagio aumentava ma la
sua famiglia era aumentata, aveva anche una figlia ora da mantenere.
Poi accadde
il fattaccio… si stropicciò gli occhi e si ritrovò svestito nel letto, col
Maestro nudo avvinghiato alle sue cosce, la testa gli pesava, fulmineo capì, il
“porco” gli aveva dato del vino la sera prima, vino che gli era parso di un
sapore strano; il “porco” lo aveva drogato,
Francesco
spinse giù dal letto il Maestro, non ascoltò cosa gli stesse dicendo, gli tirò
in faccia il borsellino di cuoio che gli offriva, non guardò neanche quante
monete conteneva e dio solo sapeva quanto aveva bisogno di quel denaro. Aveva
troppa rabbia in corpo, i potenti hanno sempre ragione, sapeva bene che non
poteva far valere i suoi diritti.
Si rivestì e
se ne andò a casa, mai più ritornò dal Maestro, per vendetta sfregiò al
braccio, ben due volte, la statua della Notte per la quale aveva posato; uno
sfregio per Carlotta e uno per sua figlia entrambe erano morte di stenti.
Questo vide
Eleonora davanti alla scultura della Notte e scrisse in fretta questo racconto
per condividerlo con voi.
immagine di Teoderica
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