Eleonora
ingurgitò velocemente il caffè, le era
presa una voglia matta di entrare in San Lorenzo, di immergersi in
Michelangelo, nella sua inquietudine, di affondare nello spirito del Savonarola
e di confrontare questi due animi irrequieti con l’armonia del Brunelleschi.
Eleonora confrontava
e paragonava Brunelleschi a Mondrian, il
primo architetto, il secondo pittore, uno del Quattrocento, l’altro del
Novecento, ma entrambi con la ricerca
del pulito, dell’ordine, del chiaro, dell’armonia dove il concetto di
dionisiaco era stato eliminato.
Savonarola e
Michelangelo uniti nella ricerca di togliersi il dionisiaco strappano la loro
anima pagando le pene dell’inferno.
Questo era
ciò che credeva Eleonora, convinta che nelle cose rimanesse l’energia, il
pensiero di chi le aveva ideate, quindi pensava che in San Lorenzo esistesse
tutto ciò.
Entrò al
santuario dei Medici, la prima cappella che incontrò fu quella dei Prìncipi,
lussuosa e magnifica, entrò poi nella
cappella di Michelangelo ed iniziò ad ansimare, il respiro andava ad intermittenza,
non si sentiva bene, ma una forza innaturale la sospingeva avanti.
Le prime
sculture che vide le parvero idealizzate: Giuliano duca di Nemour, in posa
autoritaria con il bastone, e Lorenzo duca d’Urbino, pensieroso e malinconico.
Giuliano indossa la corazza, è in movimento, e il bastone gli conferisce una
posa minacciosa: ha due giganti ai piedi, la Notte e il Giorno. Lorenzo invece
medita e ha ai suoi piedi l’Aurora e il Crepuscolo.
Queste
sculture giganti e simboliche sono caratterizzate da allungamenti e torsioni, e
sono state lasciate incomplete in alcune parti. Molto bella la posizione del
Giorno, girato di schiena mostrando solo
l’espressione misteriosa degli occhi in un volto appena sbozzato, meraviglioso
il corpo della Notte che rappresenta perfettamente l’abbandono durante il
sonno, il lasciarsi afferrare dalle pulsioni dell’inconscio.
Fonti
antiche riportano come Michelangelo dovette rifare il braccio sinistro della
Notte ben due volte, a causa di un danneggiamento.
Eleonora si
sentì svenire, la testa le girava, il cuore sembrava che dovesse fermarsi da un
momento all’altro, pensò ad un attacco della sindrome di Stendhal, una
manifestazione di malessere e di disagio psichico, dovuta all’emozione intensa
provata dalla vista delle opere d’arte. La definizione della sindrome è stata
fatta in rapporto a quanto lo scrittore francese Stendhal scrisse dopo
essere stato in visita alla chiesa di Santa Croce in Firenze.
Eleonora
soffriva di questa sindrome, la conosceva bene perché era sensibile in maniera
inusuale, a volte insopportabile.
No non era
la sindrome di Stendhal, in quei pochi istanti, con gli occhi immersi negli
occhi della scultura della Notte, credendo di morire da un momento all’altro
ebbe una visione come se stesse vedendo un film alla tv.
immagine di Teoderica
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