Quindicesimo
giorno dell’anno, oggi è mercoledì e alle 15:00 ho la lezione di flauto traverso,
dopo 4 anni di studio sto cominciando a comprendere qualcosa, non a suonare
meccanicamente, come facevo prima, ma a comprendere e interpretare le sfumature
matematiche del rigo musicale, che oltre alle note ha un sacco di aggeggi fra
diesis, doppiodiesis, bemolle, accenti, trilli e altri cavoli amari… è duro
studiare musica con solfeggio e affini e cercare di suonare uno strumento, è duro
alla mia non più verde età ma mi piace tanto, tantissimo.
Un sogno
realizzato questo della musica, da bambina non avevo neanche il sogno perché
era raro ascoltare qualcuno suonare, a volte la banda per i funerali o i
violini per i matrimoni e da piccola pensavo che coloro che suonavano fossero
degli angeli che a volte scendevano in terra, più avanti, circa a trent’anni il
sogno è apparso, ma ho preferito mandare a scuola di musica mio figlio e soldi per
i corsi di musica per tutti e due non c’erano.
Una grande
soddisfazione imparare una lingua nuova, perché per me la musica è un
linguaggio per di più poetico e non sono d’accordo con Nietzsche, che affermava
che la scultura era apollinea cioè ordine mentre la musica era dionisiaca cioè
disordine, per me la musica mette in ordine il disordine, in quanto è suono
ordinato dalla matematica, penso che della stessa mia opinione fosse anche
Umberto Eco: nel Pendolo di Focault uno dei protagonisti si salva dagli
ossessi della macumba perché media l’orgia dei suoni tramite uno strumento, una
specie di triangolo, che tiene in mano, mentre la ragazza che lo accompagna
senza il mezzo/medium dello strumento musicale è invasa dagli spiriti
maligni.
A questo
punto posto la foto della sera del 23 dicembre 2019 dove ho suonato Lo schiaccianoci,
col mio flautino, con gli allievi della Banda cittadina di Ravenna, al
Teatro Alighieri… arrivederci al prossimo giorno.
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