giovedì 23 aprile 2020

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XLVIII parte



Bisognerà aspettare l’800 perché le città comincino a dotarsi di fognature. Anche per porre rimedio alle epidemie di colera che flagellarono l’Europa durante il secolo. Betty pensò o forse fece pure la domanda a voce alta… se si buttavano gli escrementi per strada, se il bagno non esisteva, se i fiumi erano acque merdose gli uomini e le donne si lavavano o erano luridi e luride? Sorrise fra sé, tanti anni prima un suo compagno di scuola delle medie le aveva detto che il grattaschiena, quella bacchetta che porta a un’estremità una manina di osso o d’avorio o d’altro materiale, l’aveva inventata se non il Re Sole, la sua manica di principi o principesse, perché non lavandosi mai avevano un gran pizzicore e dietro alla schiena non riuscivano a grattarsi. All’epoca aveva guardato dall’alto in basso il suo compagno, ma come le dame del Re Sole così belle e vestite di sete e falpalà, di ori e gioielli di parrucche arzigogolate nonché inondate di profumi non facevano mai un bagno?
Incredibile, la Francia la cui grandeur era dovuta anche al profumo… lo aveva inventato per coprire la puzza?


mercoledì 15 aprile 2020

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XLVII parte



E le fognature? Roma e le antiche città romane avevano sistemi fognari duemila anni fa,  (purtroppo con la caduta di Roma andarono in disuso), altro che la grandeur di Parigi e di Londra che sino al ‘700 furono insozzate dal piscio gettato dalle finestre.
Dopo Roma, per secoli le città non ebbero fognature… il bagno in casa non era neanche un sogno, non si partoriva neanche l’idea. Senza fognature, con l’espansione delle città i problemi divennero molto seri, in campagna la si poteva fare in un fosso ma in città i rifiuti  fisiologici  finivano direttamente sulle strade, che si ripulivano solo con le piogge che convogliavano i maleodoranti liquidi ai fiumi; forse chissà, come sono esistiti i badilanti di sterco, quelli che tutte le mattine svuotavano le stalle, e le mucche di rifiuto fisiologico ne fanno veramente tanto, riempendo la busa de stabi  ovvero il buco del letame, esistevano gli spalatori di merde, che la riversavano nei fiumi… in Francia, nel Nord/Ovest, vi erano fossati noti con i nomi Merderon, Merdron e Merdançon, la loro funzione appare dai loro nomi, tutt’oggi esiste un fiume chiamato Merderon, era dove ci finiva tutto il letame raccolto dagli spalatori della zona?


immagine: sbocco della Cloaca Massima

mercoledì 8 aprile 2020

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XLVI parte



Le strade lastricate e ben percorribili erano un vanto per i romani.
Le strade consolari romane, chiamate così appunto perché furono costruite dai consoli sia per scopi militari che per ragioni economiche.
Le principali strade consolari in Italia sono dieci, uniscono quasi tutta l’Italia, prendono il nome dal console che ne ha voluto l'edificazione o dal loro scopo, Aurelia, Cassia, Flaminia, Salaria, Tiburtina, Casilina, Appia, Emilia, Postumia, Capua-Regium, Nomentana e Prenestina, ma ne esistono altre secondarie che uniscono le città regionali, ad esempio in Romagna, la Via Faventina che unisce Faenza a Firenze oppure la Sarsinate che collega Sarsina a Rimini… strade principali o secondarie che sono state modificate o allungate e sono oggi le nostre attuali strade statali e regionali.  
Ancora oggi le strade sono la prima cosa che si costruisce in un piano regolatore, senza strade, niente commercio, niente turismo, niente città, niente di niente.
I romani le loro strade le curavano e mantenevano bene, differentemente da oggi, in cui nonostante i mezzi a nostra disposizione, ahi ahi che dolor  sono disastrate, piene di buche… per non parlare dei ponti!


immagine: Appia antica

mercoledì 1 aprile 2020

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XLV parte



Betty stava seduta sul bordo della fontana, titubante e perplessa, era come soggiogata dalla forte e dall'assurda dicotomia, da una parte lo scrosciare dell’acqua limpida con gli alti zampilli e il biancore dei marmi, dall’altra un caos di macchine chiassose, disordinate e inquinanti, da una parte Apollo e la ragione, dall’altra Dioniso e la pazzia.
L’acqua della fontana proviene dall’acquedotto dell’Acqua Marcia, una sua diramazione, detta Iovia (ovvero di Giove) iniziava dopo la porta Tiburtina e terminava in una grande cisterna chiamata Botte di Termini, i cui resti furono demoliti nel 1876 per la costruzione della stazione ferroviaria che dalla cisterna prese proprio il nome di Stazione Termini. Betty aveva letto, da qualche parte, aveva il vizio di leggere tutto, saggi, enciclopedie, fumetti ma anche volantini e scritte sui muri, dove c’era una parola Betty leggeva, dunque Betty aveva letto da qualche parte (e condivideva) che i romani dovevano la loro grandezza alle strade lastricate, alle fognature e agli acquedotti.

immagine: Fontana delle Naiadi, in fondo la Stazione Termini fine Ottocento