mercoledì 28 settembre 2016

Storie di animali 16



Stavo cercando in internet delle immagini di conigli per realizzare un dipinto, quando all’improvviso ho sgranato gli occhi: è apparsa un’immagine di un mostruoso coniglio grande come una pecora. Ho sempre amato i conigli, da piccola quando la mamma mi metteva in castigo, andavo dalle stie dei conigli e parlavo con loro, se poi c’erano i coniglini andavo in brodo di giuggiole. L’uomo coi suoi incroci a volte genera degli orrori, immagino che l’intento sia quello di avere più carne commestibile a minor prezzo, beh io non mangerò più conigli, ho deciso e cercherò di mantenere la parola. Ma non ho finito con le brutture, cercando notizie su questi conigli mi sono imbattuta sull’informazione che i romani apprezzavano molto i conigli: li mangiavano appena nati! Il Gigante di Fiandra, è chiamato così questo coniglio, è più pesante al mondo, può raggiungere anche i 10 kg. ed oltre. Questo coniglio dà sconcerto, a me suscita tristezza: che ti hanno fatto povero coniglio, noi siamo subissati di diete e dobbiamo stare magri e a te povero coniglio ti hanno reso grasso e ciccione per mangiarti con più gusto, eppure si sa che bisogna mangiare poca carne che fa male.  Le sue orecchie grandi e carnose vengono portate erette, sono pelose e ben arrotondate sono lunghe circa venti centimetri, queste orecchie da somaro andrebbero in testa a chi ha ideato questa nuova razza.  

giovedì 22 settembre 2016

Storie di animali 15



Al coccodrillo è legato un modo di dire… lacrime di coccodrillo. Il detto deriva da un’antica credenza secondo la quale i coccodrilli verserebbero lacrime di pentimento dopo essersi cibati delle loro prede. Nella cultura popolare, questo modo di dire è riferito ad una persona che prima commette di proposito una cattiva azione, poi finge di provare rimorso. In realtà, i coccodrilli  “piangono” per motivi fisiologici, ossia per lubrificare e ripulire il bulbo oculare in modo da facilitare il movimento della seconda palpebra, usata durante la permanenza in acqua. Attraverso le lacrime, inoltre, il coccodrillo espelle i sali che si accumulano nell’organismo. Tutto chiaro? No! I detti popolari molto spesso sono frutto di antiche esperienze, questo detto in particolare è molto antico ed è diffuso in varie lingue. Il significato poi non è solo di falsa ipocrisia ma anche di chi tenta un’esperienza nuova senza ascoltare chi lo avvisa o tenta di fermarlo. Se l’impresa non va a buon fine lui piangerà lacrime di coccodrillo. Quindi è legato anche allo sbagliare, ma senza sbagli non si impara, quindi le lacrime di coccodrillo possono essere legate all’esperienza e il coccodrillo ha ben 90 milioni di anni di esperienza sulle spalle. Inoltre se oggi conosciamo tanto del corpo degli animali, cosa sappiamo delle loro emozioni? Sembra che a piangere sia la femmina di coccodrillo che ha appena divorato i propri piccoli. La femmina di coccodrillo depone le sue numerose uova sulla terraferma, dopo la nascita dei piccoli li trasporta in acqua, al sicuro dai predatori, mettendoli in bocca, e durante questa operazione, la lacrimazione aumenta di intensità… la “coccodrilla” sa che per errore qualcuno  dei suoi piccoli può finirle in gola e il suo “apparato combattivo” non le dà la possibilità di non farlo.

sabato 17 settembre 2016

Storiedi animali 14



Erano innamorati i due coccodrilli,
lei lo chiamava  “Cocco” , lui invece  “Drilli”.

E’ l’incipit di una canzoncina sui coccodrilli, tanto per dimostrare che il coccodrillo è un animale che piace a tanti, affascinate e forse per questo è anche cacciato oltre che  per farne scarpe, cinture, borse ecc, con la sua bella, perché strana, pelle a scaglie. Ma signori, per cortesia giù il cappello, il coccodrillo è comparso  sulla terra 90 milioni di anni fa, è sopravvissuto alla scomparsa dei dinosauri per diventare, oggi, uno dei più antichi esseri viventi presenti sul nostro pianeta. Ma ci pensate? All’epoca dei dinosauri il cocco drillo c’era. Quando 65 milioni di anni fa un grande asteroide colpì la Terra decretando la fine dell’era dei dinosauri, il coccodrillo sopravvisse al cataclisma. Ma siamo certi che questo asteroide abbia colpito la terra? No, per quanto ne sappiamo potrebbe essere che i dinosauri siano sopravvissuti  evolvendosi e si siano trasformati in uomini, in fin dei conti se allora dominavano i dinosauri oggi il creato lo dominiamo noi. Impossibile? Ma se non sappiamo niente di ciò che accade oggi, cosa mai possiamo sapere su ciò che accadde 90 milioni di anni fa… più o meno solo delle ipotesi. Il coccodrillo comunque si è salvato dai dinosauri e da quello che accadde perché questi rettili sono dei cacciatori armati, corazzati e addestrati ad ogni evenienza. I coccodrilli dell’Africa, per esempio, riescono a sopravvivere a lunghi periodi di siccità arrivando addirittura a non mangiare per più di un anno! Il corpo di questo grande rettile è in grado di ridurre le funzioni vitali al minimo indispensabile, tanto che il cuore, in condizioni estreme, può arrivare a battere due sole volte al minuto, pompando il sangue quel poco che basta per evitare l’arresto degli organi vitali. Hanno un udito finissimo, capacità d’agguato incredibili, pazientano per attaccare all’improvviso, non lasciando scampo: le loro mandibole sono in grado di esercitare la forza di due tonnellate di peso! Appena, appena, mi avvicino al mondo della natura credo ai miracoli.




lunedì 12 settembre 2016

Storie di animali 13



Nacque in compagnia di fratellini e sorelline, da un padre di razza, un bracco, e da una mamma bastardina, e

perciò pure lui era un bastardino.

A quaranta giorni di vita un uomo grande e grosso lo prese e lo portò con sé.

Il cagnolino di notte scappò e tornò dalla sua mamma.

L’uomo grande e grosso tornò a riprenderselo.

Lo legò ad una catena, gli diede un po’ di pane e di acqua ed iniziò a chiamarlo Verde.

Lo chiamò così perché l’uomo diceva che era un cane ribelle e che era verde dalla rabbia perché non voleva stare legato alla catena.

Quando Verde fu più grande, riuscì a fuggire, erano mesi che rosicchiava la catena, alla fine l’anello cedette e Verde fu libero.

Se ne andò molto lontano, arrivò fino alla città, qui un accalappiacani lo prese e lo portò in una specie di  ricovero per anziani, solo che era per cani, lo chiamano canile.

Qui Verde fu scelto da una coppia di coniugi di mezza età, e portato in una casa piccola, piccola, dove Verde non poteva non dico correre ma neanche camminare.

Lo trattavano come fosse un bambino, solo che Verde era un cane.

Per cibo solo crocchette, doveva stare seduto composto sul divano, i suoi bisogni li doveva fare in una cassettina, e questo sarebbe stato niente.

Quando uscivano per la passeggiata gli mettevano il fiocco in testa, il vestitino e poi lo caricavano dentro al passeggino e lo portavano a spasso.

Che vergogna per la dignità di un cane.

Verde un bel giorno scappò, camminò per ore, finché  arrivò in un quartiere molto rumoroso, qui un gruppo di ragazzi lo prese e lo verniciò di verde, perché la loro squadra di pallone aveva vinto lo scudetto e dovevano festeggiare.

Verde, stanco degli uomini, camminò fino a giungere nel bosco.

Qui in un tronco cavo incontrò uno scoiattolo che aveva vissuto sia in città che in campagna e pure nel bosco.

Lo scoiattolo era molto anziano, aveva visto molte cose, osservato attentamente gli avvenimenti e poi li aveva lungamente elaborati dentro di sé.

Era uno scoiattolo filosofo.

Verde lo ammirò, così d’intuito capiva che poteva fidarsi di questo piccolo roditore, gli chiese perciò un consiglio sulla sua situazione.

Lo scoiattolo disse a Verde, che era meglio che tornasse tra gli uomini, che ce n’erano ancora che avevano coscienza e buon senso, ce n’erano pochi ma c’erano.

Nel bosco non avrebbe trovato cibo a sufficienza e la solitudine lo avrebbe reso cattivo, sarebbe diventato un cane selvatico.

Il bosco non era il suo posto, Verde doveva stare con gli uomini, e fare come avevano sempre fatto tutti i cani dai tempi dei tempi, amarli così come sono.






















mercoledì 7 settembre 2016

Storie di animali 12



Continuo  a parlarvi di animali e in questo caso di cani. Vi devo scrivere di una strana coincidenza. Qualche tempo fa ho scritto una favola su un cane verde. L’editore a cui ho fatto vedere il manoscritto delle favole mi ha detto: “E’ un lavoro dignitoso”. Ho capito che non l’avrebbe editato, in quanto solitamente, mi dice che un romanzo è tutto scorretto e da rifare e me lo pubblica subito, se con le favole mi ha detto- dignitoso- vuol dire che non gli piacciono. Non fa niente, a me piacciono e me le sono auto pubblicate. Chi l’ha comprato, l’ha poi preso anche per i nipoti e gli amici. Ma andiamo all’evento premonitore  del cane verde. A Valladolid, in Spagna, il 3 giugno 2014 sono nati due cani verdi! La notizia non è una bufala. I due animali, chiamati Hulk , sono verde pistacchio, su internet trovate il video e potete verificare. Sono stati sottoposti a dei test per cercare di capire il motivo di questo fatto raro. Ma sono state fornite solo ipotesi e i due cani non stanno bene di salute, la femminuccia è già morta e il maschietto non sta bene, inoltre alla nascita erano molto piccoli. Avevo scelto per il mio cane fantastico, la tinta verde perché  è il colore della vegetazione, della natura, della rinascita primaverile e della vita stessa. E’ il colore della speranza, di chi vuole crescere, affermarsi, comandare. La scelta del verde indica autostima. Il verde è associato a Venere, e quindi anche all’amore e alla giovinezza. Talvolta però il verde è anche associato ad una simbologia negativa. E’ il colore della rabbia e della putrefazione, del veleno e dell’invidia; nel corpo umano il verde è segno di grave malattia e di morte, ed è ciò che è successo ai due cagnolini spagnoli. Il verde, a livello internazionale, è il simbolo  di via libera(passare ai semafori), sì via libera all’amore, ma via libera anche alla morte… il mio cane verde essendo inventato vivrà. Nel prossimo post pubblicherò la favola del mio cane verde.