domenica 26 novembre 2017

TABADA TABADADA

 
Tabada tabadada

Sally cammina per strada
Cammina indifferente
Tabada tabadada
Ora è sicura
Doveva essere così
Tabada tabadada
Tutto l’amore che ha dato
Tutta la guerra che ha fatto
L’hanno fatta camminare
Sull’orlo della follia
Tabada tabadada
Sally ha pagato tutto
Sally ora è oltre a tutti
Sally è in un mondo magico
Oltre dove tu non puoi arrivare
Teoderica 



martedì 21 novembre 2017

TI VOGLIO

 
 Ti voglio

Ti voglio così
Ti voglio così come sei
Anzi no
Anzi no non così
Anzi no non così come sei
Perché
Perché non so
Perché non so come sei
Teoderica

giovedì 16 novembre 2017

VIVA LA VITA

 
VIVA LA VITA

E basta poco
Per accendere la luce
Il sale o sole
Che è dentro di noi
Basta conoscere
Il linguaggio degli angeli
Un bambino che ti sorride
La tua canzone preferita
Che risuona
Da un'auto in corsa
Una piuma bianca
Che ti vola
Sul cappuccino
Tattata tatata
Sì angelo mio
Ti ascolto
Viva la vita

Teoderica

sabato 11 novembre 2017

I feel wonderful tonight

I feel wonderful tonight
Ho mal di testa
Suono il flauto
Canto
E piango
Sì mi sento meravigliosamente bene stanotte


Teoderica

lunedì 6 novembre 2017

INCICIUITA ottava parte



No, no, inciciuita, come mi sento io ora, non deriva dal chiurlo, né dal gufo e neanche dal ciuco, quasi quasi penso che derivi da ciucca, cioè sbornia. Ciucca può far pensare alla ciuccia del neonato, che avido ciuccia dal seno materno o dal biberon e la ciucca è quindi il ciucciare avido alla bottiglia del vino e io sono inciciuita perché ho preso la ciucca di psicofarmaci, sì direi che ci siamo. Il campanello di casa aveva ripreso a suonare a scatti, fra suoni lunghi e suoni brevi, si percepiva l’urgenza e la furia, France smise di immaginare e pensare e andò ad aprire la porta, come si aspettava era sua madre, ed era imbestialita: “Perché non hai aperto? E’ una buona mezzora che suono il campanello, ho fatto il giro della casa, ho controllato auto e bicicletta, sapevo che eri in casa, voglio sapere perché non hai aperto, hai gli occhi spiritati.” “Non ti preoccupare, sto bene, ora esco, vado a fare un po’ di shopping per rilassarmi”. France prese le chiavi dell’auto e uscì, aveva fatto bene a non aprire subito la porta, se avesse aperto subito, con  la rabbia repressa che aveva,  forse avrebbe messo le mani su sua madre, ora un po’ perché era inciciuita, un po’ perché si era rilassata pensando ad altro, poteva da sconfitta,  passare davanti al trionfo della sua meschina madre, con leggerezza, il debole si vendica, il buono perdona ma il saggio ignora, perché nulla accade per caso.

mercoledì 1 novembre 2017

INCICIUITA settima parte


Pinocchio non studiava e si dava ai bagordi, e per quello divenne un asino, Dudù avrebbe studiato come un matto e sarebbe stato obbediente, non si sarebbe neanche ribellato al bambino, quando lui gli tirava le orecchie e gli diceva: “Somarone, asino ripetente che sei.” Forse il bambino gli diceva così con tenerezza, ma le parole cattive fanno male e tolgono la stima in se stessi. Dudù leggeva tutti i libri che trovava sul prato e quelli abbandonati sulle sedie a sdraio, riuscì ad entrare anche nel garage della villa, qui trovò tanti e tanti libri, erano i libri economici, i libri rilegati e con la copertina in cuoio si trovavano invece nella sala rossa della biblioteca. Quanto lesse Dudu, pure l’Odissea, l’Eneide, l’Iliade e la Divina Commedia, era diventato un sapientone. Ora si sentiva pronto a trasformarsi in bambino. La sera andava a letto e pensava intensamente di svegliarsi al mattino dopo e di trovarsi trasformato. E un bel mattino il miracolo accade. Dudù era diventato un bambino. Era bello essere un bambino, ti svegliavano coi baci sulla guancia e poi c’era la colazione con latte e biscotti. Un bacio alla mamma poi si partiva in auto con papà, che ti portava alla scuola. A scuola, c’erano tanti bambini, chi era simpatico e chi no, poi c’erano le maestre che spiegavano tante cose, meraviglie senza fine. Dudù alzò la mano e fece qualche domanda e qualche intervento e le maestre non dissero che era un asino, anzi gli dissero, bravo. Dudù decise che essere un bambino era veramente una bella cosa. A mezzogiorno passò la mamma a prenderlo per riportarlo a casa e lo baciò più volte quando vide un bel dieci e lode sul suo quaderno. A casa ad aspettarlo c’era mogio, mogio e triste, triste l’asino. Dovete sapere che Dudù aveva preso il posto del bambino e questi era diventato Dudù. Dudù con la sua enorme intelligenza capì subito cosa era successo, il bambino invece, divenuto asino, non capiva nulla, ma si sentiva infelice. Dudù era anche molto buono, caratteristica di tutti gli asini, perciò non volendo vedere il bambino trasformato in asino, rinunciò al suo nuovo essere e chiese intensamente di ritornare asino. Così successe. Da allora, il bambino si adoperò per lodare le qualità dell’asino. Ora dare dell’asino a qualcuno è un complimento.