giovedì 30 luglio 2009

IL CAPPUCCETTO ROSSO E IL LUPO MANNARO 1 PUNTATA

JENO HELTAI (1871/1957) ha un umorismo spregiudicato, paradossale ed un po' cinico, la sua letteratura riflette le debolezze della borghesia magiara. 
Rosina, la semplice bella ragazzetta delle favole, dal cappuccetto rosso, si trovava nel bosco per trovare la sua cara nonnina. 
La Rosina, col suo cappuccetto rosso e con l'incipiente formosità dei suoi sedici anni camminava per il sentiero e canticchiava un' ingenua canzonetta con quella vocina stridula con cui le ragazzine savie sanno ricavare orecchini preziosi e altri gingilli. 
Il cicisbeo galante della foresta, il vecchio lupo, intravide la creatura seducente e. con brama giovanile, cominciò a seguirla. 
Poi facendosi coraggio, rivolse la parola all'innocente Cappuccetto rosso: - Dove vai, dove vai, vago fiorellino dei campi? - 
- Solo qui dalla mia nonna- rispose Cappuccetto rosso con fresca freschezza. 
Il lupo ebbe un' idea. 
Conosceva bene la nonna, ancora ai tempi in cui la vecchia signora non disdegnava le baldorie, e precedendo Cappuccetto rosso per una scorciatoia, picchiò alla porta della nonna. 
- Viene da te la tua nipotina. L' ho incontrata or ora nel bosco. È una ragazza da... mangiare. 
La nonna era una saggia signora. Dopo avere un po' mercanteggiato, cedette Cappuccetto rosso al lupo. 

Concluso il contratto, la nonna si allontanò, pensando che i due si sarebbero intesi con maggior facilità se essa non ci fosse stata. Così accadde che Cappuccetto rosso, invece delle braccia tese della nonna ,fu ricevuta da quelle del lupo. 
E fra loro incominciò la schermaglia degli innamorati... continua alla prossima puntata.

lunedì 27 luglio 2009

CANTO DI JENO HELTAI ( 1871/ 1957)




Jenő Heltai (1871-1957)

CANTO



Sulla maestra via dell’indigenza

Viandante solitario mi trascino,

Colei che io amavo m’ha lasciato,

Non sono quanti amavo a me vicino.



Coloro ormai coi quali io sognavo

Fecero in porto un dopo l’altro capo,

Ed io la lotta eterna, l’odissea,

Posso ancora riprendere daccapo.



Battaglia grande, misera la gloria;

Ad ogni modo bella è l'esistenza!

La rosa da me colta è valsa sempre

La spina di cui aveva la presenza.

Parigi, 1900.

venerdì 24 luglio 2009

LE CICALE IROSE

POESIA SEGNALATA DA GAETANO BARBELLA"http://www.webalice.it/gbarbella/  
Dalla raccolta, Sentimento nel tempo, di Giuseppe Ungaretti, la poesia  La Morte mediata che si articola in sei Canti del 1932

Canto Terzo 

Incide le rughe segrete
Della nostra infelice maschera
La beffa infinita dei padri.

Tu, nella luce fonda,
O confuso silenzio,
Insisti come le cicale irose.

 
 

mercoledì 22 luglio 2009

IL SOLE SIMBOLO DI VITA

Da sempre il sole, la luce sono simboli di vita. 
 Il culto del sole è antichissimo. 
Quello persiano di Mitra diventò il "concorrente" del cristianesimo, e molto noti sono anche quello egiziano di Horus e Iside o di Serapide, e quello ellenico/ orientale di Dioniso e Apollo. 
Nell' iconografia cristiana un chiaro riferimento al sole è l' aureola che cinge il capo dei santi. 
Alcune danze circolari, ( come il girotondo o il rondò) possono essere considerate ispirate all' astro solare, con origini spesso collegate ai festeggiamenti dei solstizi. 
I Maya avevano esperti sacerdoti/ astronomi i quali conoscevano le leggi dei movimenti astrali. Nella loro mitologia il numero zero era associato al sole, nel momento in cui il dio del mais si sacrificava con l' immersione nel fiume, dopo di che egli resuscitava per salire al cielo e divenire il sole.

domenica 19 luglio 2009

QUANDO IL CIOCCOLATO FACEVA UBRIACARE

Il cioccolato è più vecchio di mezzo millennio, rispetto a quanto si è ritenuto fino ad ora. 
Già sapevamo che la bevanda venne inventata dai Maya presso i quali assunse significati magici e religiosi, ma certamente non si credeva che le sue origini fossero così lontane ( circa il 1400- 1100 a. C. ) a rilevarlo è stata l' analisi di residui estratti dal vasellame ritrovato nel sito archeologico di Puerto Escondido. 
La novità è anche un' altra: come si deduce dai reperti, le prime utilizzazioni del cacao non furono quelle simili alle attuali, che consistono nell' uso dei semi. Gli antichi Maya inizialmente usavano la polpa del frutto, che facevano fermentare fino ad ottenere una bevanda alcolica. 
Come dire che la cioccolata era per i Maya come il vino per i Greci.

venerdì 17 luglio 2009

LA CIPOLLA È TONDA

LA CIPOLLA 

     
La cipolla è un’altra cosa.

Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.

La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.


Wiesława Szymborska 

POESIA SEGNALATA DA GAETANO BARBELLA http://www.webalice.it/gbarbella/

mercoledì 15 luglio 2009

BASTA CHE SIA TONDO È VITA

La forma tondeggiante è stata sempre associata alla vita, perchè è un richiamo all' organo sessuale femminile e alla pancia della gravidanza e perchè ricorda la ciclicità delle stagioni, allusione alla vita eterna. La cipolla, per esempio, era oggetto di culto per gli Egizi: gli anelli concentrici simboleggiavano la vita eterna e resti di bulbi sono stati rinvenuti nelle orbite oculari dei faraoni. Anche la ruota rientra nell' iconografia e la si trova nel rosone di molte cattedrali . Produttore di vita è l' uovo: alla dea egizia Iside era consacrato un uovo, e i Fenici avevano quale simbolo un serpente eretto con un uovo in bocca ( forse per ricordare sia l' organo maschile che quello femminile). Lo stesso serpente è simbolo di vita , perché cambia pelle, rinnovandosi e quindi "rinascendo"

domenica 12 luglio 2009

SCARAMANZIE IL 13 E IL 17

La cattiva nomea del 17 è dovuta al fatto che il numero in caratteri romani XVII, è l' anagramma di VIXI , ovvero sono vissuto. Si tratta quindi di un presagio di morte. Se poi il 17 è associato al venerdì, che secondo la tradizione cristiana è il giorno in cui morì Cristo, peggio ancora. Erano 13 i commensali dell' ultima cena: 12 apostoli e Gesù. Nei tarocchi il numero 13 corrisponde alla morte. Conseguenza... negli Usa, la stanza numero 13 manca nella maggioranza degli alberghi.

giovedì 9 luglio 2009

L' UOMO CHE AVEVA DELLE IDEE 4 PUNTATA

"E' ben inteso, voi ci proporrete di acquistare questi nuovi proiettili...non è vero? Poi, quando li avremo acquistati ci annunzierete che avete ancora in serbo una corazza della qualità più resistente da opporre a codesti proiettili... non è forse così?" "Certamente" acconsentì l' inventore. 
"E ce la venderete per un milioncino, poi immaginerete qualche altra diavoleria?" 
"Senza dubbio." 
Il generale si strappò un ciuffo di capelli ed urlò . 
"Maledetto! Voi ci avete trascinati in un tale imbroglio senza uscita che tutto il nostro paese sprofonderà ed andrà in rovina. Ma ditemi chi siete voi maledetto!" 
Lo sconosciuto fece un balzo. Il suo volto pieno di intelligenza si abbuiò, mentre il suo labbro inferiore aveva un tremito di sdegno. 
"Potete insultarmi, ma voi non diventerete per questo più intelligente, né io meno. Come mi chiamo non ve lo dirò, ma io sono la Logica incarnata. Il vostro spirito è ottuso e perciò non potete subito intuire e comprendere come sia indifferente che il vostro Paese si rovini con gli armamenti in dieci anni, oppure in dieci minuti. Certamente io semplice Buon Senso, non ho niente a che vedere nelle faccende vostre. Ognuno è padrone di rovinarsi secondo il suo gusto e temperamento. A voi non basta l' animo di rovinarvi tutto in una volta senza tanti fastidi e grattacapi?" E, tirandosi dietro con fracasso la porta, lo sconosciuto se ne andò. FINE 

 Arkadij Timofervič Averčenko Scrittore russo (n. 1881 - m. Praga 1925). Redattore della rivista Satirikon, fu, prima della rivoluzione, uno dei più noti umoristi russi, a tendenza tragico-grottesca. I suoi racconti e feuilleton (romanzi di appendice), pubblicati prima nella rivista, sono raccolti nei due volumi Vesélye ustricy (« Le allegre ostriche », 1910) e Umorističeskie rasskazy (« Racconti umoristici », 1910). Emigrato dopo la rivoluzione in Francia, rivolse la sua satira non solo contro la rivoluzione, ma contro la stessa emigrazione di cui faceva parte: Rasskazy cinika («I racconti di un cinico», 1925).

martedì 7 luglio 2009

L' UOMO CHE AVEVA DELLE IDEE 3 PUNTATA

" Io non faccio mai cose disoneste. Voi non potete rimproverarmi nulla . È forse cattivo il mio dirigibile? È forse cattivo il mio cannone? No essi sono superbi!" 
"Sì , ma voi potevate fin dal principio offrirmi il vostro impenetrabile involucro!" 
"E perché mai?" obbiettò l' inventore, "lo sviluppo della tecnica militare deve compiersi normalmente e gradatamente. Salti non ve ne hanno da essere.!" 
Dopo queste parole, entrambi sedettero in silenzio . 
Il generale rifletteva , l' inventore fumava un sigaro. 
Il generale sospirò gravemente e domandò solo: "Quanto!" 
"Un milione!" 
"Accontentatevi di mezzo milione."
"Altrove mi daranno due milioni! Replicò l' inventore." 
"Oh Dio benedetto! Che razza di uomo è mai questo!...Ecco un altro milione. Rovinateci pure. Lo sconosciuto intascò il denaro,  strinse la mano al generale e si avviò per uscire. 
"Sentite!" Lo richiamò il generale 
 "Siete proprio sicuro che il vostro involucro sia invulnerabile?"

 " Invulnerabile dal mio cannone ? Senza dubbio lo è."
 "Cosicchè posso restar tranquillo ?" 
"Oh sì ... a meno che non venga inventato qualche nuovo proiettile, di speciale potenza distruttiva..." 
"Ma non sarà inventato?!" 
"Lo sarà." 
"O dio degli dei . E quando?" 
"È già inventato!" 
"E da chi mai?" 
"Da me ." 
"Oh maledizione e perché tacete" 
"Ma io non taccio. Anzi ve lo dico apertamente . Tali proiettili ci saranno ben presto. Io li ho già in mente." Il generale rise con sarcasmo...... continua alla prossima puntata

sabato 4 luglio 2009

L' UOMO CHE AVEVA DELLE IDEE 2 PUNTATA

"Io non vedo nulla di scorretto" sorrise lo sconosciuto, "La tecnica militare e i sistemi di lotta col nemico devono di continuo perfezionarsi. Ora il mio dirigibile è una cosa spaventosa! Contro di esso è ben necessario che si escogiti un qualche antidoto." 
"Ehm...certo è così, ma non del tutto, io capirei se fosse stato qualcun altro ad immaginare il vostro cannone." 
"Ma Dio mio!" esclamò, l'inventore,"come se non fosse proprio lo stesso! Voi preferireste che io uscissi ndi qui, che appena fuori mi radessi i baffi, mi annodassi diversamente la cravatta e poi, rientrando, tornassi a salutarvi, fingendo di non avervi mai conosciuto? 
Se volete lo faccio subito. 
"Avete ragione" disse il generale "Non fate nulla di tutto ciò. Noi dobbiamo acquistare il vostro cannone. Quanto?" 
"Un milione" 
Il generale pagò poi con entusiasmo esclamò 
"Ma sapete che siete un uomo di talento?"
 Il costruttore sorrise. 
"È proprio così: inventate un così terribile cannone..." 
L'inventore osservò modestamente: "Ehm.... tanto terribile poi...voi mi adulate. Esso non ha poi nulla di spaventoso." 
"Come nulla?Per quanto ho capito..." "Sì certo! esso è effettivamente micidiale per questo mostruoso dirigibile. Ma..." "... Ma che cosa direste se io vi rivelassi un piccolo segreto? Io ho escogitato per il mio dirigibile un involucro speciale così resistente che nemmeno il mio cannone lo potrebbe scalfire!" "Ma voi volete farmi impazzire eh, Non è onesto quello che fate!" Lo sconosciuto si oscurò. continua alla prossima puntata

mercoledì 1 luglio 2009

L' UOMO CHE AVEVA DELLE IDEE 1 PUNTATA

Mi piace presentarvi a puntate un racconto di ARCADIO AVERCENKO( Sebastopoli 1881 Praga 1925 ) uno dei più divertenti scrittori russi 

 Si presentò un giorno al Ministero della Guerra un uomo dall' aria furba e maliziosa che disse: "Conducetemi da qualche personaggio competente. Ho da fargli una comunicazione del massimo interesse" 
"Competente in che cosa?" gli chiesero. 
"In navigazione aerea!Ho fatto un'importante scoperta nel campo dell'aeronautica e desidero venderla. Chi acquisterà il mio segreto avrà la vittoria in qualsiasi guerra!" 
Tutti si congratularono e lo condussero alla presenza di un generale. 
Anche il generale si rallegrò e gli chiese: "In che cosa consiste la vostra invenzione?" 
"Io ho escogitato un tipo di dirigibile, che può restare in aria per un centinaio di ore, che può sollevare un'intera compagnia di soldati che non teme nè pioggia nè vento, nè tempesta. Non l'acquisterete voi?"
 L'inventore gli mostrò tutti i piani e i disegni. 
"Sì" disse il generale, quando li ebbe esaminati, "avete ragione! Quanto chiedete per la vostra invenzione?" 
"Un milione." 
"Benissimo! Eccovi il mandato di pagamento per un milione. Se inventate qualche altra cosa, tornate da me." 
"Ma io ho qualche altra cosa per voi!" 
"E cosa mai?" 
"Io ho inventato un cannone, col quale è facile colpire, mentre vola, il dirigibile da me costruito. Contro il mio cannone il dirigibile è senza difesa!"
 "Ma sentite" disse il generale "Mi sembra un po' strana questa faccenda... In verità non vi vergognate, inventate un così superbo dirigibile e subito dopo un cannone per abbatterlo! ... Scusatemi, ma questo è persino scorretto!" continua alla prossima puntata.......