lunedì 29 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

17 puntata


“Giovanni, inutile che tu mi dica che ti piace e che lo prendi con te, lo vedo dalla tua faccia che Gilles ti fa schifo.”

“Non è che non mi piace, ma non va bene per la comunità, a quelli così depressi non posso mettere sotto gli occhi, tutti i santi giorni, un Gilles, così come lo chiami tu, li renderebbe ancora più tristi.”

E Giovanni continuò:

“ Facciamo così, ti lascio il Gilles e mi dai il tuo autoritratto, quello col Mondrian in sottofondo.”

“ Giovanni tu sei un curioso fischio, sai che il mio autoritratto non l’ ho dato a nessuno, tu me l’ hai chiesto decine di volte e ti ho detto che non è in vendita, ti ho fatto il Gilles perché mi sentivo in colpa per non avertelo dato, ma vedi un po’, prendilo, perché il grande sorriso che ha non è poi un sorriso reale, tu credi che lì ci sia allegria e siccome ciò che conta è quello che uno crede, prendilo è tuo e io mi tengo il Gilles, si vede che io devo stare ancora nella malinconia e tu hai meritato più di me la serenità, dai prendilo.”

“Dici sul serio, no, non posso,”

“Sì che puoi, ma spicciati, che potrei cambiare idea.”

Giovanni, incredulo ma lesto acchiappa il mio autoritratto ispirato a Mondrian e soffiandomi un bacio prende la porta e se ne va.

Io rimango al lavoro in compagnia di Gilles.

Dove lavoro c’ è un gran via vai di gente ed il Gilles non è rimasto anonimamente appeso al muro, ha ricevuto un sacco di commenti, chi si limitava a dire “ è brutto”, “ è bello”, chi lo scambiava per un mio ritratto, chi per un attore e chi per Michel Jackson e chi lo voleva comprare e chi lo voleva bruciare, chissà chi era veramente il mio Gilles


immagine: autoritratto con omaggio a Mondrian

sabato 27 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

16 puntata



Torniamo a Gilles.

Gilles è anche il titolo del quadro da me eseguito e qui raffigurato, è il protagonista del mio racconto.

Si può fare un racconto da un quadro?

Per me sì, e qui in questo spazio conto solo io e chi si sente come me.

Giovanni l' operatore del centro per il recupero di persone con problemi e mio amico, mi ha fatto una richiesta.

“ Che hai detto Giovanni, non ho capito, e se ho capito ti rispondo di no.”

“ Tanto so che se insisto, tu mi dici di sì, dici sempre che il tuo maggior problema è che non sai dire di no.”

“Giovanni, non faccio più lavori su prenotazione. Ho smesso. Ero entrata in un circolo vizioso, schiava del consenso e dei soldi, sì perché inutile nasconderlo, il denaro è maledetto e più ne entra , più ne vuoi, la pittura era diventata un lavoro e non più una passione libera. Se vuoi, ma solo perché sei tu e perché sai quanto bene faccia a me fare qualcosa che possa anche solo un poco rasserenare gli altri ti faccio il Pierrot che mi hai richiesto, ma alla mia maniera, così come viene , viene, a mente, lasciando lavorare le mani come vogliono loro, senza guidarle razionalmente; e per piacere non chiamarlo Pierrot che il termine è inflazionato ed ha tolto tutta la poesia al soggetto, chiamalo Gilles.”

E Giovanni, sbuffando:” Ma sta un po’ calma, sempre alla guerra, va bene, come vuoi tu ."

Avevo ancora una bella tela bianca, molto grande, io di solito faccio lavori di piccole dimensioni, il grande mi mette soggezione .

Portai la tela in giardino con tutta la mia attrezzatura da disegno al fianco e mi misi al lavoro.

Solitamente dopo il primo gesto ed il primo tocco di colore diventa tutto facile, tutto procede come in un puzzle, dopo una linea ed un colore , nasce un’ altra linea ed un altro colore.

Lavoro e lavoro, poi mi fermo e do un’ occhiata, una sistemata, poi un’ occhiata, un’ altra sistemata, sino a quando mi dico:” ecco così va bene. E’ finito.”

Dopo tre ore di lavoro il Gilles era lì davanti ai miei occhi.

Soddisfatta lo portai al luogo dove lavoro, dove ho modo di esporlo accanto al mio autoritratto , aspettando di incontrare Giovanni e farglielo vedere ; a me piaceva molto, ma un certo rimescolamento allo stomaco mi rendeva incerta sul reale apprezzamento del mio amico.

Mia madre intanto appena lo aveva visto aveva esclamato:” che brutto, hai fatto un lavoro orribile, non ti vergogni, chi lo vede dirà che non sei capace di niente , toglilo dall’ esposizione che spaventa le persone . “

“Addirittura, ma dai, smettila, questa poi ora ti interessi anche d’ arte”. le risposi secca ed amareggiata.

mercoledì 24 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

GRIGORI PERELMAN 15 puntata


Henri Poincaré, probabilmente il più grande matematico e fisico, vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo è l' inventore della 3 sfera, egli enunciò una congettura, vale a dire un’affermazione che secondo lui era vera ma che non era in grado di dimostrare.
Grigori Perelman, un matematico russo di 46 anni, dimostra la 3 sfera, risolve uno dei grandi problemi matematici insoluti, egli è un genio. La sua fama arriva prima di lui e, nonostante fondazioni e associazioni si offrano continuamente di premiarlo per le sue idee, lui risponde: NIET. Lo sanno bene i giornalisti che hanno tentato di entrare in contatto con lui.
Perelman ha rifiutato, nell’ordine: una medaglia d’oro alle Olimpiadi di matematica, una borsa di studio per New York, un posto di lavoro all’istituto matematico Steklov, e la Medaglia Fields a Madrid.
Perelman, giudicato dai benpensanti un pazzerello, vive a San Pietroburgo con l' anziana madre, girerebbe un po' sporco e malconcio, e avrebbe risposto all' insistenza dei giornalisti con queste parole:

"Per me è del tutto irrilevante. Se la soluzione è quella giusta, non c’è bisogno di alcun altro riconoscimento."

Ho trovato questa foto nel web, a me piace immaginarmelo così: che viva la sua vita contento senza farsi influenzare dagli altri.

Ci dimentichiamo a volte che è nostro dovere vivere la nostra vita, e ci struggiamo e perdiamo tanto tempo volendo vivere la vita degli altri , con gusti, ambizioni, valori che non sono nostri.

Questa immagine che ho trovato nel web, lo rappresenta come un druido ma anche come un moderno Lugh, la cui luce è sapienza.



immagine http://www.saatchi-gallery.co.uk/yourgallery/artist_profile//22021

venerdì 19 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)




3 SFERA 14 puntata


Questo flusso continuo di sinapsi , mi evoca la sfera e più precisamente la 3 sfera. Io non conoscevo questa sfera tridimensionale è saltata fuori , pensate un poco, ad un incontro culturale in cui si parlava di Dante e lo spazio.

Pare proprio che Dante abbia usato la 3-sfera come modello del suo universo .

Sì , quando l’ insegnante prima di iniziare i canti spiegava la geometria e lo spazio dell’ Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, che a me pareva tanto noioso, pare che per questo spazio Dante abbia usato intuitivamente la 3-sfera. Lucifero fu scaraventato sulla terra e provocò la voragine, il cono dell' Inferno che scende sino al centro della sfera terrestre, in perfetta corrispondenza della voragine infernale, la montagna del Purgatorio, sede della purificazione dal peccato. Sulla sua sommità è situato il Paradiso terrestre. Attorno alla Terra immobile c'è l'elemento aria , quindi la sfera di fuoco ed infine i nove cieli ( sfere translucide in cui ruotano con velocità crescente, allontanandosi dalla Terra, i corpi celesti : Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse e primo mobile ). Nella zona più esterna c'è l'Empireo sede dei beati e di Dio.

Al Primo mobile Dante si ferma e guarda indietro notando la sfera perfetta del cielo, Dante sarebbe sul bordo della prima sfera che coincide col bordo della seconda sfera, la sfera il cui centro è Dio.

La 3sfera è come avere una sfera piena, se poi la tagliamo a metà,otteniamo due mezze sfere piene, le appiattiamo sino a che i bordi continuano l’ una con l’ altra, un po’ come il simbolo dell’ infinito, solamente che la 3 sfera è finita.

I fisici, oggi, si stanno ancora chiedendo se davvero il nostro universo sia finito, come la 3-sfera, oppure no

Voi vi chiederete cosa c’ entri la 3sfera col racconto, bè raccontare significa comunicare tutto ciò che pare interessante, ma vi avviso la 3sfera, mi ha affascinato ma sicuramente non l' ho afferrata.

immagine 3sfera http://it.wikipedia.org/wiki/3-sfera
immagine struttura Divina Commedia http://www.studiaremeglio.it/Letteratura/10656.php

martedì 16 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

LE SINAPSI SBAGLIATE 13 puntata


Giovanni un mio caro amico mi è venuto a trovare con una richiesta.

Giovanni è un operatore di un centro per il recupero delle persone “ridicole” o“strane.” Mi piace chiamarle così perché la perfezione e la normalità mi generano inquietudine, la norma è, ma anche non è, è una di quelle parole come finito ed infinito.Queste persone hanno le sinapsi che si sentono oppresse e perciò ogni tanto deragliano dalla norma. Le sinapsi sono connessioni fra neurone e neurone , se pensiamo che alla nascita abbiamo 30 miliardi di neuroni e che queste cellule hanno la capacità di generare, ricevere, condurre ed elaborare segnali capiamo la meraviglia che ognuno di noi è. Le sinapsi invece sostanzialmente sono degli impulsi costituiti da cariche elettriche in movimento, che generano piccole correnti in grado di spostarsi da un neurone all’altro: proviamo ad immaginare il sistema nervoso come un immenso circuito elettrico percorso, in ogni secondo, da miliardi di piccole correnti. Potrà accadere che qualche sinapsi sia sbagliata, l’ importante è imparare a guidarle, ma non è facile. Le sinapsi sbagliate sono secondo me la causa maggiore, propria di persone extrasensibili, che riescono a modificare gli impulsi per fuggire dalla realtà troppo dolorosa. Le sinapsi sono anche le depositarie della memoria, la memoria non si cela nei neuroni ma nel flusso continuo di scariche chimiche o elettriche delle sinapsi , quello che è straordinario è come fa un ricordo di tanti anni prima ad essere presente oggi, se la sinapsi dura un attimo e poi si esaurisce e muore? Non è possibile che anche noi duriamo un po’ più di un attimo, poi ci esauriamo, moriamo , ma rimanga pure un qualcosa di noi, come la sinapsi che muore ma non muore mai?

Le sinapsi possono costruire mondi diversi, la persona bipolare occorre che impari a guidarle col comando della ragione, perchè il vero problema del bipolare è non riuscire a tenere a bada gli impulsi, un po’ come andare in motorino a velocità sostenuta, ed il freno ad un certo momento non funzionasse più.


immagine: una sinapsi in cui si sta accumulando il neurotrasmettitore. http://www.neuroitc.net/gallery-image-1.html

sabato 13 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)


MASSONERIA SCOZZESE 12 puntata


Prima di uscire dall' Inghilterra e dal Circolo Pickwich vi chiedo ma Dickens , sarà stato un massone oppure no?
Certamente lo fu Lord Byron.
Più o meno nello stesso periodo di Dickens viveva in Inghilterra Lord Byron (Londra 1778/ Missolungi 1824 ) , questo grande poeta aveva conosciuto la giovane contessa Teresa Guiccioli Gamba( nell' immagine un suo busto) a Venezia, se ne innamorò e la seguì a Ravenna, qui aderì alla Carboneria.
Egli faceva parte della massoneria di rito scozzese il cui simbolo è la foglia di robinia o acacia.
Innestò sicuramente le radici della massoneria inglese in quella ravennate che sino ad allora non aveva avuto nessun esponente di così alto livello.
Il nome stesso "acacia" è di origine egizia e lo ritroviamo identico
nel greco antico e in numerose lingue, fino alla nostra.

Per riferire ancora dell'importanza dell'acacia nella tradizione massonica va

ricordata la leggenda secondo la quale, dal tronco dell'albero dell'acacia, si irradiano

tre rami: uno di fico, uno di quercia ed uno di acacia, che rappresentano

rispettivamente la Massoneria Egizia (il fico), la Massoneria Svedese (la quercia) e la

Massoneria Scozzese (l'acacia), quest'ultima, pertanto, come più diretta e immutata

trasmissione del messaggio iniziatico.

Va anche ricordato che i fuochi sacri venivano fatti con il legno di acacia e di

acacia erano fatte le pire sulle quali, nell'antichità, venivano cremati i cadaveri dei re

e dei sacerdoti.

I sarcofagi degli Egiziani erano il legno di acacia.

Il 1 maggio era un tempo tradizione infiorare porte, finestre ed animali con i rami fioriti d' acacia

Questa tradizione è rimasta saldamente radicata nella tradizione massonica.

Shelley altro grande poeta inglese, altro massone famoso, altro ospite di Ravenna, mentre viaggiava in nave da

Genova a Livorno per andare a trovare l'amico Byron, fu colto

da un'improvvisa tempesta che affondò la nave. Il suo corpo fu trovato a Viareggio

dove, sulla spiaggia, Byron volle che il corpo fosse arso con rituale massonico su

una pira di legno di acacia.

Anche Garibaldi ( a Ravenna vi è il Capanno di Garibaldi, nel luogo ove si nascose e dove morì Anita, alle commemorazioni partecipa sempre una delegazione della Massoneria ravennate) nel suo testamento aveva stabilito che il suo corpo venisse cremato su una pira di acacia, ma come sappiamo il suo desiderio non fu accolto dallo Stato italiano.


http://www.massoneriascozzese.it/simbologia_e_mito/il_simbolo_dell_acacia.pdf

giovedì 11 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

IL CIRCOLO PICKWICH 11 puntata


Sarà bene ricordare che questo bel periodo rococò così vaporoso ed etereo come cipria portò dritto, dritto alla Rivoluzione Francese, per non spaventare chi trova analogie coi tempi di oggi e i divertimenti dell’ epoca del rococò , voglio proporvi un autore inglese che nacque dopo il periodo rococò e dopo la rivoluzione francese e che propose il suo primo eccellente romanzo in 19 puntate a fascicoli e che piacque talmente tanto da creare una sorta di evento. Nelle famiglie, nei cortili, si aspettava che chi ne aveva i mezzi comperasse il fascicolo e lo leggesse a chi non ne aveva la possibilità. Lo propongo a chi oggi a volte non riesce più a trovare in sé un barlume di speranza, è il Circolo Pickwich di Charles Dickens( Landport 1812 Gadshill 1870).

L'opera vuole essere un resoconto dei viaggi che il signor Samuel Pickwick, fondatore del circolo Pickwick, compie, assieme agli amici attraverso l’ Inghilterra con l'intenzione di descriverne gli abitanti, fra situazioni paradossali e personaggi bizzarri. Ad esempio, fin dall'inizio delle loro avventure vengono notati da Jingle e dal suo domestico Job Trotter, due abili delinquenti che non faticano ad ingannare e a mettere nei guai l'anziano gentiluomo e i suoi compagni.

L'episodio principale del romanzo è tuttavia quello dell'incontro con Mr. Wardle, un gioviale e ricco gentiluomo di origini campagnole, che i viaggiatori incontrano durante una gita e di cui diventano buoni amici; torneranno a trovarlo più volte nel corso del racconto. Il romanzo si snoda fra amori ingarbugliati e fatti ancora più ingarbugliati, dove i personaggi pur mettendo tutta la serietà possibile si trovano incasellati nel ridicolo.

Altro episodio significativo è la causa legale mossa ingiustamente a Pickwick per mancata promessa di matrimonio dalla sua governante, Miss Bardle, a causa di un equivoco e che si conclude con la condanna ad un risarcimento, nonostante la testimonianza di Winkle, che viene "gabbato" e messo in difficoltà dalla legge , più precisamente dall’ avvocato della signora. Pickwick però rifiuta di pagare perché ritiene errata la pena, e viene rinchiuso nella prigione per debitori . Tutto si conclude al meglio: ci sono i matrimoni tra le coppie che si sono formate nel corso del romanzo e tutti vissero felici e contenti.

Il bello di questo libro è che le persone tribolano, faticano, opponendo a ciò tutta la loro serietà, risultando invece estremamente ridicoli, ma sarà proprio con la loro parte ridicola che risulteranno vincenti con la vita. Alla fine ridicolo è chi ritiene ridicolo l’ altro come in un gioco di specchi.


immagine : raffigurazione di Mr Winkle

sabato 6 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

LE RELAZIONI PERICOLOSE 10 puntata


Per capire a fondo l’ acquario dove nuotiamo oggi, sarebbe bene rileggere Le Relazioni Pericolose di Laclos. Un romanzo epistolare che narra le avventure galanti di due libertini del diciottesimo secolo in Francia, il libro sebbene bandito era il preferito della regina Maria Antonietta, come dire si fa e piace ma non si dice.

Nella trama del libro il visconte di Valmont, cinico seduttore, ha deciso di conquistare la castissima Madame de Tourvel. Confida il suo progetto alla marchesa de Merteuil, sua ex amante e sua emula in libertinaggio. Sarà lei a guidare a distanza le avventure di Valmont, imponendogli di rispettare il codice libertino. Gli consiglia innanzitutto di conquistare la timida Cécile de Volanges, appena uscita di convento e promessa a un uomo di cui la marchesa si vuole vendicare.

Cucile, casta ed innocente, non conosce nulla del bel mondo,si innamora del giovane Danceny, e Valmont riesce a sedurla ponendosi come intermediario tra lei ed il giovane.Dancey, questi innamorato veramente di Cècile , scrive lettere alla sua amata che Valmont consegna a Cècile infilandosi nel letto della ragazza e portandola nei vizi del sesso più sfrenato.

Grazie ad alcuni stratagemmi il visconte vince anche le resistenze di M.me de Tourvel e se ne innamora conquistato dalla sua bontà adamantina, ma poiché la marchesa lo obbliga a rompere quest'ultima relazione, Valmont scrive una lettera di rottura a M.me de Tourvel nella speranza, che risulterà vana, di riottenere i favori della sua ex amante ed anche per non perdere la sua fama di libertino senza coscienza nella gara di depravazione fra lui e la marchesa. La lotta fra i due libertini è ormai inevitabile e la marchesa rivela a Danceny, cercando di sedurlo, la relazione fra Valmont e Cécile. I due si battono in duello e Valmont muore. La marchesa sfigurata dal vaiolo e conosciuta finalmente dalla società nella sua reale natura si isola dalla società mentre M.me de Tourvel e Cécile si ritirano in convento dove M.me de Tourvel morirà poco dopo.


Nell' immagine è raffigurata l' ultima scena della carriera del libertino di William Hogarth, il libertino ha perso tutta la sua libertà, si trova in un manicomio.


mercoledì 3 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

IL GILLES di ANTOINE WATTEAU 9 puntata


Watteau è quindi considerato un pittore rococò, ma io ci vedo molto , ma molto di più. In lui c’è l’ inutilità di questo mondo apparentemente dorato, c’ è la consapevolezza che se si segue l’ oro, ti accorgerai che in mano hai solo pirite, perché il vero oro è in te stesso, e quando ti accorgerai di avere venduto te stesso, non avrai più nulla e perciò avrai bisogno di tutto e sempre più avido vorrai di più.

Dopo avervi spegato ciò , voglio parlarvi di Gilles.

Chi è Gilles?

In un’ opera Watteau, rappresenta un Gilles, cioè un pagliaccio, un Pierrot per l’ esattezza, grande, inadeguato, con le braccia ciondoloni, le scarpe coi fiocchi, vestito da “ truzzo” si direbbe oggi, si presenta così in pubblico , si offre alle risa del pubblico, inconsapevole vittima di un rito o di una cerimonia di cui non conosce il senso , forse ride, ride anche lui, che deve fare, vi dice solo : io sono qui, sono, così, ho paura, ho solo una grande paura e i vostri giochi non mi rallegrano, niente mi solleva, né l’ arte,né la finzione e neanche la musica.

Gilles , un nessuno, una nullità, il suo sentirsi non capito, il suo amore per la vita negato.


lunedì 1 novembre 2010

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

IL GEMELLO INGLESE DI WATTEAU 8 puntata


William Hogarth è un pittore ed incisore ed è il “gemello inglese” di Watteau e delle sue raffigurazioni Egli scrive di sé. “ Ho voluto comporre pitture su tela simili a rappresentazioni sulle scene; e spero che vengano giudicate con lo stesso criterio; ho cercato di trattare il mio soggetto come autore drammatico; il mio quadro è il mio palcoscenico, e attori sono uomini e donne che per mezzo di atti e gesti figurano una pantomima.”

Le nuove convinzioni morali attraversano tutta l’opera dell’artista e, in particolare, i cicli pittorici come la celebre Carriera del libertino (1735). Il ciclo si articola in otto episodi che illustrano la disastrosa parabola di un giovane che, dopo aver ereditato una cospicua fortuna, invece di conservarla e accrescerla con rettitudine si circonda di persone poco affidabili, scialacqua le proprie ricchezze ai tavoli da gioco e nelle bettole, per poi finire – nonostante un opportunistico matrimonio con una donna anziana e facoltosa – con l’essere rinchiuso in carcere per debiti.
Nell’ultimo quadro del ciclo vediamo il libertino avvolto in stracci in un manicomio: accasciato in terra con i pugni serrati, egli guarda verso il basso con un’espressione smarrita.
La punizione per la sua condotta è puntualmente arrivata, e la sua sconfitta è totale.

L' immagine qui presente è il momento in cui l' allegro libertino si trova nelle taverne...qualche analogia col Billionaire?