sabato 20 gennaio 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello



Pratoline di Paola Tassinari 

“Pratoline” è il titolo di questo acrilico su tela, dimensioni 80X50 cm, del 2003 e vuole rappresentare ciò che rimane nella mente di una giornata di marzo, ventosa e fredda, quando è ancora inverno ma spira lo Zefiro il vento ponentino, che riporta alla vita e muove le incredibili nuvole di pratoline sussurrandoci che sta per arrivare la primavera, annunciando lo spuntare delle gemme, promettendo anche a noi una rinascita, basta volerlo, ma volerlo davvero ascoltando la voce del vento… “Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il 82 terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna”. (1Re 19,9.11-16) La tela è soffusa di varie tonalità di verde, da quello scuro e fresco come l’odore della menta, a quello chiaro e tenero come i fili d’erba a quello giallastro un po’ sbiadito, un po’ titubante ma anche allegro e fiducioso. Il gesto è veloce, l’impasto dei colori è grossolano ed inciso da segni scattanti, in verticale e in diagonale volendo dare l’idea del vento che soffia. In questo sfondo di erbe e di vento galleggiano nuvole informi di pratoline, come secchiate di bianco, certo un ricordo di un pittore che ho molto amato: William Turner (Londra 1775/1851). All’inizio della sua carriera artistica Turner 83 divenne famoso per i suoi acquerelli, che lo accompagnarono per tutta la sua vita. Era particolarmente bravo nella scelta dei colori che evocavano le diverse atmosfere di un paesaggio, nessuno come lui riusciva a rappresentare le forze della natura, tempeste, alluvioni o piogge torrenziali, a volte per raffigurarle si faceva legare all’albero maestro dei velieri e rimaneva sulla tolda incurante della tormenta. Era molto stimato dai colleghi, ma fu criticato e accusato di tirare il bianco a secchiate sui suoi lavori. Turner è considerato facente parte del Romanticismo, movimento da me molto amato in ambito letterario e musicale meno nell’arte visiva, lo considero un precursore dei tempi, antesignano dell’Informale. L’arte informale è una corrente artistico-pittorica della fine degli anni Quaranta, nata a 84 seguito delle enormi devastazioni e sofferenze portate dalla seconda guerra mondiale, quando ormai nemmeno gli artisti hanno più certezze e rifiutano la forma e qualsiasi messaggio, limitandosi a intervenire sulla materia, il colore non è più importante, mentre basilare è capire come stendere il colore. Amo tantissimo quest’arte informale, ma non riesco a farla mia completamente perché la speranza e il messaggio non sono morti dentro di me e qualcosa dalla massa informale sbuca dal mio dipinto: fra le nuvole bianche delle pratoline e quelle verdi delle erbe, appaiono nettamente disegnate alcune forme delicate dei piccoli fiori di campo… le pratoline. Questo piccolo fiore spontaneo il cui nome scientifico è Bellis Perennis, letteralmente significa “guerra perenne”, è un po’ il simbolo della vita sempre 85 piena di inciampi o problemi ma la pratolina, le guerre le supera, infatti è spesso calpestata ma si rialza sempre, malgrado le avversità si tira su e dopo il passo devastante delle noncuranti scarpe è là in piedi con le sue corolle per essere sfogliata nel m’ama o non m’ama, o per formare una coroncina per piccole principesse e all’imbrunire richiude umile i suoi petali a ricordo dell’emozione provata dal tocco della veste della Madonna, mentre fuggiva dall’Egitto, così racconta la leggenda.

mercoledì 10 gennaio 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

 

(Fotografia di Annamaria Antonelli) Il palco per il concerto a “La Cava del Sole” a Matera, un teatro all’aperto realizzato per eventi teatrali e musicali. Ha un’ottima acustica. Ho immaginato Vito e sua moglie Bruna al concerto dei Pooh… Un sogno realizzato!)

Caro Amore di Vito Coviello

Caro amore, 

vorrei portarti a quel concerto dei Pooh

 che ci siamo persi anni fa 

perché i biglietti erano troppo cari. 

Dolce tesoro mio, 

vorrei portarti a fare un viaggio in moto 

con quella bella moto tutta cromata che tanto

mi piaceva e che non ho mai comprato.  

Anima mia, 

vorrei portarti in crociera intorno al mondo, 

a visitare tutti quei posti 

che sognavi di poter vedere. 

Cuore della mia vita, 

vorrei portarti a Venezia 

per poterti sposare mille e una volta ancora. 

Angelo mio, 

ti porterò in cielo con me 

a cavalcare gli arcobaleni, 

ti porterò a fare merenda nel cielo azzurro, 

usando come tovaglia imbandita 

la nuvola più bianca 

e poi ti porterei a ballare 

tra le stelle nel cielo infinito. 

Ma ora stai qui con me, non mi lasciare, 

dammi la mano, 

mentre un lungo sonno mi sta portando via.


“Un cuore nella neve” (Fotografia di Annamaria Antonelli)


Dedicata a te di Vito Coviello 

Scriverò nel vento la mia poesia 

dedicata a te 

perché Zefiro te la sussurri dolcemente. 


La scriverò sulle onde del mare in primavera 

perché i suoi versi accarezzino il tuo corpo 

di bellissima sirena. 


La scriverò sui raggi del sole di estate 

perché le sue parole possano coprire 

di caldi baci la tua pelle abbronzata. 


La scriverò sulle ali di una rondine 

in autunno perché tu possa volare 

sempre alto nel cielo azzurro e poi tornare da me. 


 La scriverò d’inverno su un manto di neve, 

candido e puro come il mio amore per te.


(Mosaico fotografico floreale con foto, di Annamaria Antonelli)

lunedì 1 gennaio 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

 


Omaggio a Frida Kahlo di Paola Tassinari 
Questo dipinto si intitola “Omaggio a Frida Kahlo” è un acrilico su cartoncino, misura 50x70 cm, è stato eseguito nel 1999. Testimonia il mio passaggio dall’Espressionismo al Surrealismo. Il Surrealismo nasce ufficialmente nel 1924, quando il poeta André Breton, influenzato da Sigmund Freud dal suo libro “L’interpretazione dei Sogni”, scrisse il primo manifesto del movimento, che coinvolse come gli altri gruppi delle avanguardie del Novecento tutte le arti, emergendo anche in letteratura e nel cinema. Il Surrealismo è nato come evoluzione del Dadaismo, altro noto gruppo artistico del Novecento da me molto amato, posso dire tranquillamente che l’Espressionismo e il 69 seguente Dadaismo mi hanno trasportato verso il Surrealismo. Tra i pittori surrealisti il più noto è sicuramente Salvador Dalì. Frida Kahlo (1907-1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane, molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente. Ebbe una vita triste e dolorosa, con problemi sin da piccola, era infatti affetta da spina bifida, che i suoi genitori e i medici attorno a lei scambiano per poliomielite, così non la curano in modo adeguato. Successivamente un fatto gravissimo, appena diciannovenne, viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che 70 la costringono a letto per mesi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Causa i postumi di questo incidente non riuscirà, con suo sommo dolore, mai, ad avere figli. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza, si arrese quando i medici le dissero che oltre alla sua vita avrebbe perso anche il bambino. Frida fu una fervente comunista, immaginava… “Marx come il salvatore che libererà il mondo dal dolore e dalla sofferenza, i malati miracolosamente sanati”. In questo ambiente rivoluzionario incontrò il celebre pittore Diego Rivera… “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita, il primo è stato quando un tram mi ha investita, il secondo è stato Diego”. Rivera le causò molte pene e se ci furono gioie Frida le pagò assai care. Lui 71 era il genio e il maestro di casa, l'artista dei murales, era più vecchio di lei di venti anni, brutto come la paura e la tradiva continuamente, anche con la sorella di Frida ebbe una storia. Rivera era un narcisista sfegatato, di quelli che cercano sempre una conferma del loro fascino calpestando tutti senza accorgersene, poi tornava come un agnellino piangente da Frida, perché un narcisista non lascia mai la sua preda e lei non sapeva portare rancore, perdonava sempre. Frida ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, può darsi, ciò nontoglie che lei non era contenta di questo. Diego Rivera era un comunista attivo, che dipingeva murales dedicati al sol dell'avvenire proletario, mentre per ciò che era Frida parlano le sue opere che ci 72 appaiono “doppie”. Da una parte, infatti, le opere coi suoi interventi chirurgici e i numerosi autoritratti, dove non è mai sorridente, addirittura in uno, si raffigura con le spine al collo e un colibrì nero come ciondolo, nella cultura tradizionale messicana questi volatili dalle penne colorate erano utilizzati come amuleti per favorire la vita amorosa ma, in questo caso è nero e con le ali aperte a forma di croce. Frida lo trasforma in un simbolo del suo matrimonio fallito. “Le due Frida”, è un suo dipinto del 1939, lo stesso anno in cui la Kahlo divorziò da Diego Rivera, causa la relazione con sua sorella, anche se lo risposò l'anno seguente. Rappresenta una Frida in abito messicano, con il cuore integro che pompa sangue a un ritratto di Rivera, l’altra Frida col cuore mancante di un pezzo, cioè senza più Diego, 73 indossa un bel vestito classico, bianco coi pizzi, pare una regina pura e leggera, dal suo cuore è stato reciso il ritratto di Diego con un paio di forbici, solo qualche macchia di sangue sporca il bianco del tessuto, sembra che le sia stato facile liberarsi del marito. Allora perché lo risposa? Frida ci appare come una donna che ama troppo. Dall'altra parte, ci sono le opere di Frida piene di vita e gioiose, sono i dipinti con fiori e frutti meravigliosi soffusi da animo religioso. Si diceva atea, ma pregava prima di ogni intervento chirurgico e una specie di preghiera, un omaggio al divino sono i suoi quadri che raffigurano la bellezza della natura, che denotano una religione antica, quella del dolore unito alla bellezza. Nel mio dipinto “Omaggio a Frida Kahlo” raffiguro due Frida, una addolorata e disperata e una 74 piena di fede seppur dubbiosa. Ambedue vestite di rosso acceso, quindi col sapore fresco delle fragole o delle ciliegie, ambedue con gli occhi e i capelli neri e vellutati e spinosi come il sapore delle more di rovo, la prima Frida ha una collana al collo che come ciondolo ha un piccolo teschio, vuole rappresentare gli aborti spontanei, ma anche suo marito Diego, in fondo l’unico bambino che lei abbia mai avuto. Lo sfondo del dipinto è di colore verde, volendo esprimere il colore dell’erba e della speranza.