giovedì 20 gennaio 2022

Vacanze romane 138°

 


Nel suo gironzolare Betty arrivò vicino alla Chiesa di Santa Sabina, la basilica dove sarebbe avvenuto il matrimonio, che aveva accanto il magnifico Giardino degli Aranci, uno stupendo parco che si slanciava sulla vetta dell’Aventino con una magnifica vista di Roma. Qui accanto vi era il “Buco di Roma” è una delle tante curiosità e particolarità che Roma custodisce tra i suoi tanti tesori del suo centro storico. “Il buco di Roma” Si trova appena dopo il Giardino degli Aranci, in Piazza dei Cavalieri di Malta. Non è altro che il buco della serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta, da questa fessura, incorniciata dalle siepi del giardino vi è la vista del Cupolone, la cupola di San Pietro appare come incorniciata quasi come fosse al centro del mondo. Betty ripensando alla bellezza del Colle Aventino, le pareva impossibile che lei, avesse visto tali luoghi di una bellezza indicibile e che un po’ di questa magnificenza non le fosse rimasta attaccata sulla pelle per i giorni tristi, ebbene nei giorni tristi lo splendore di un tempo non la calmava ma rendeva Betty più triste, la rendeva più amara, come le arance del Giardino.

immagini: Aventino "il buco di Roma"

lunedì 10 gennaio 2022

Vacanze romane 137°

 


Ma non si deve parlare di matrimonio o altre cose, ma solo di Betty e i suoi ricordi dei viaggetti fatti a Roma. Betty era un poco avvilita perché si rese conto che i ricordi non erano più tali, non ricordava bene, rammentava solo qualcosa, la sua mente stava diventando vecchia e sciupata, la carta copiatrice del suo cervello era troppo piena e ora a distanza di dieci anni, si sentiva un relitto, sentiva la vecchiaia, sentiva e ricordava solo il terribile dolore ai piedi, le vesciche gonfie e piene di pus dei suoi poveri piedi. Il matrimonio, fu splendido come un film o una favola, perfetto e questo rimarca che non c’è certezza a questo mondo se non le false certezze delle abitudini. Betty dieci anni prima era tutta un’abitudine, ma era anche intrepida nel cercare la novità, ora invece senza le abitudini non era in grado di camminare nella vita. Ma bando alle chiacchiere, nonostante il dolore ai piedi, per aspettare le 10, Betty  continuò a gironzolare, sperando che i sandali si allargassero e diventassero più comodi, perbacco, erano sandali e non scarpe, non avrebbero arrecato grossi danni, così pensava Betty non conoscendo gli eventi futuri, Betty era un po’ ottusa perché non bisognava essere indovini per sapere che i sandali che già di primo mattino le facevano male alla sera, continuandoli a portare le avrebbero massacrato i piedi… cosa che poi avvenne.

immagine: Colle Aventino

Vacanze romane 136°

 


Alle otto era pronta, vestita e truccata. Aveva indossato un paio di pantaloni palazzo, quindi molto larghi per nascondere le sue cosce piuttosto formose, in crepe e in color crema, in una tonalità molto chiara. Betty solitamente si vestiva come le piaceva, comprava gli abiti che le piacevano senza pensare se le stavano bene o meno, sua madre solitamente la riprendeva dicendole: «Perché ti metti quei vestiti stretti che ti fanno più grassa e si vede il segno delle mutande? Così ti ridono tutti dietro?». Quindi per il matrimonio Betty aveva scelto un abito che le stesse bene. I pantaloni erano color crema e larghi, sopra aveva una canotta sempre dello stesso colore, sopra la canotta una maglia sempre dello stesso colore chiaro che era trasparente tutta ricamata con perline, il tutto completato da una giacca svolazzante in chiffon color testa di moro, ai piedi sandali piuttosto coprenti color beige molto chiaro e pochette color testa di moro. Si sentiva carina ed elegante e per far trascorrere il tempo, il matrimonio era alle 10, si mise a gironzolare attorno e si accorse che i sandali le facevano male. Oddio aveva pagato i sandali un’esagerazione e ora le facevano già male, Betty non pensava solo a come avrebbe fatto a portarli sino a sera, Betty era convinta che se le cose non andavano per il verso giusto, voleva dire che era giornata infausta. Oddio prima i dolori di pancia nel roseto, ora il mal di piedi, certo anche il matrimonio non sarebbe stato fausto, infatti nonostante le rosee promesse il matrimonio fallì dopo pochi mesi.

immagine: Colle Aventino

sabato 1 gennaio 2022

Vacanze romane 135°

 


Fin dal III sec. a.C.  in questo stesso luogo, lungo le pendici dell’Aventino, dove Betty scendeva felice,  sorgeva un roseto, Tacito, ne scrive negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo. Successivamente questo pendio dell’Aventino fu ricoperto di orti e di vigne fino a tutto il XVI secolo. Nel 1645, divenne l’Orto degli Ebrei con annesso il loro piccolo cimitero. Nel 1934, il cimitero ebraico fu trasferito al cimitero Verano, l’area rimase incolta ma agli inizi degli Anni Cinquanta divenne il roseto comunale.  Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele e i vialetti che dividono le aiuole assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo. Il giardino è a forma di anfiteatro ed ospita rose botaniche, antiche e moderne. Il Roseto ospita circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia.  L’idea di un roseto a Roma si deve alla Contessa Mary Gailey Senni, un’americana che sposò un conte italiano, questo Betty non lo sapeva lei volteggiava felice verso la fine della discesa, quando dolori lancinanti la presero all’addome. -Oh Dio che male, che mal di pancia- così diceva Betty mentre di corsa risaliva il colle senza degnare più uno sguardo le rose. -Che fare, che fare, c’erano solo rose e ancora salita, che fare, che fare, Betty non la teneva più. Vide un vicoletto con dei calcinacci, evidentemente stavano facendo dei lavori e si abbassò e la fece lì in gran quantità, poi la coprì con della cartaccia che era lì. Velocemente si diresse all’hotel, si chiuse nella doccia, aprì il rubinetto dell’acqua cercando di dimenticare tutto.

immagine: Roseto dell'Aventino