martedì 20 dicembre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 17

Non bastava Apis, il toro di Menfi, no, saltava fuori anche quello di Eliopoli

 

 

La Stella viene sempre considerata nel suo illuminarsi ed è simbolo della vita eterna, anche l’aureola dei Santi e delle Divinità ha lo stesso valore: il divino, la magnificenza, la maestosità, la grandezza, il Sole.  

L’aureola è l’attributo di Cristo e dei Santi, il suo inizio viene da lontano: gli egizi solevano raffigurare un tondo luminoso, simile al cerchio cristiano; erano molto religiosi e riconoscevano il Sole come fonte di vita, uso che poi si propagò alla Grecia e a Roma, sebbene con meno enfasi.   

Il nome del dio greco Elios, deriva da Eliopoli, che significa città del sole, luogo dell’antico Egitto situato in prossimità del delta del Nilo che era centro del culto del dio Sole. Il Sole fu sempre ritenuto una divinità universale: tanti nomi, tanti luoghi per rendergli onore, d’altronde è il più luminoso e il più familiare astro del cielo e senza questo cerchio luminoso non ci sarebbe vita sulla Terra. Elios solitamente era rappresentato con il capo sovrastato da un sole coi raggi, simile alla raffigurazione di una stella a più punte. Elios dio della luce e del calore, guidava il carro solare lungo il cielo preceduto dalla sorella Eos, l’aurora e svegliato da un gallo, animale a lui sacro. Giunto alla sera si riposava e gli veniva dato il cambio dall’altra sorella Selene, la luna.

Gli egiziani veneravano a Eliopoli, Ra, il sole di mezzogiorno, gli egizi avevano divinità per i vari aspetti del sole, a cui era dedicato il toro sacro Mnevis, da non confondere col toro Apis adorato a Menfi e oracolo di Ptha; successivamente Ra unendosi alla divinità di Tebe divenne il dio Amon-Ra.  

Un inno ad Amon-Ra, giunto a noi da un antico papiro recita: 

…Tutti gli  dei sono tre:

Amon, Ra e Ptah - che sono senza pari.

Il nome della sua natura nascosta è Amon,

egli è Ra nel volto, il suo corpo è Ptah.  

Le loro città sono sulla terra, fissate per la durata dell'eternità:

Tebe, Eliopoli e Menfi sono state rese perennemente stabili.

Molte divinità ebbero gli egizi, ma il Sole fu sempre al centro di una venerazione particolare e proprio il Sole fu protagonista di una grande eresia, quando il faraone Amenofi IV e la sua sposa Nefertiti diedero vita al culto del Sole, unico dio e re, con il nome Aton, che era solo un aspetto del sole, cioè il sole che nasce all’alba, un dio aperto e comprensivo che donava benefici a tutti, sostituendolo alla teologia solare tebana che adorava Amon-Ra.

Fu un evento che si creò grazie a una congiunzione astrale particolare?

Oppure nacque per sottrarre potere ai sacerdoti di Amon-Ra, che risiedevano a Tebe dove avevano raggiunto una supremazia addirittura superiore al faraone?

In Egitto il nuovo culto durò pochi anni, infatti ben presto si tornò al politeismo e Tebe riprese il suo dominio; ciò non toglie che Mosè, guida e Maestro per gli ebrei, i cristiani e gli islamici, fondamentale quindi per tutte le religioni monoteistiche, scampato alla persecuzione voluta dal faraone, contro gli israeliti, fu salvato dalla figlia del faraone e fu educato alla corte egizia, probabilmente proprio alla corte di Amenofi IV.

Secondo la Bibbia nei pressi del monte Sinai ricevette la chiamata di Dio e, tornato in Egitto, affrontò il faraone chiedendo la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù.

Proposta accolta a seguito delle dieci piaghe d’Egitto.  

Accampatosi con i suoi nei pressi del mar Rosso, Mosè, su indicazione divina, divise le acque del mare permettendo così al suo popolo di attraversarlo e sommergendo poi l’esercito faraonico corso ad inseguirli.

Dopo tre mesi di viaggio Mosè raggiunse il monte Sinai dove ricevette le Tavole della Legge e punì la parte del suo popolo che si era macchiata con il peccato del vitello d’oro: mentre Mosè era sul monte, la sua gente stanca di aspettarlo aveva costruito un vitello d’oro per poi adorarlo. 

Il popolo ebraico, che si trovava in schiavitù nel paese d’Egitto, era certo avvezzo alle divinità egizie, ecco che allora si comprende il vitello d’oro, con un ritorno alla religione di Amon-Ra, il cui attributo era un toro, ecco spiegata la grande ira di Mosè, il suo popolo alla prima difficoltà lasciava Dio per ritornare al culto politeista. In tal modo poi, si ritornava al profano, non più ad una elevazione verso Dio, un’ascesi al divino e alla virtù, bensì si creava un dio alla bisogna e si chiedeva la bisogna.

Giunto nei pressi della terra promessa, dopo quarant’anni di dura marcia, Mosè morì prima di entrarvi.

Il riferimento ai quarant’anni, numero legato alle Pleiadi e perciò anche alla costellazione del Toro era connesso a una configurazione particolare celeste che prevedeva un evento eccezionale terrestre?

Configurazione astrale di un’evoluzione religiosa compresa dagli egizi, anche attuata, ma che poi fu realizzata da un israelita adottato in Egitto?

Le domande sono tante… esiste una ciclicità nei moti del cielo a cui corrisponde una venuta in terra?

Perché per gli antichi era tanto importante Il fenomeno della precessione degli equinozi?

Precessione che causa: lo spostamento degli equinozi; ogni 12.893 anni l’ inversione tra i solstizi d’estate e d’inverno; lo spostamento dei poli celesti, cambiano le stelle di riferimento al polo Nord celeste e infine lo spostamento delle coordinate delle stelle e delle costellazioni zodiacali.

Certo lo spostamento è molto lento occorrono 25.920 per la durata del ciclo completo, 1°ogni 72 anni, quindi il ciclo completo 72X360°= 25.920.

Si può constatare che al 2° grado di precessione corrispondono 144 anni, salta fuori questo numero così importante, quadrato di 12 e 12° nella sequenza di Fibonacci, nonché numero delle tribù di Israele e numero degli eletti dell’Apocalisse.

Seguendo eventi legati alla scadenza di circa millequattrocento anni ( 20° precessione), possiamo trovare: Amenofi IV/Mosè 1400 sec. a.C., Gesù Cristo I sec, Rinascimento 1400 (in cui c’è un gran daffare sulle questioni religiose e filosofiche), ritorno di Cristo 2800?

Oppure seguendo eventi legati a circa settecento anni (10° precessione), troviamo: Amenofi IV/Mosè 1400 sec. a.C.; fondazione di Roma 753 a. C.; I sec. avvento di Cristo; 742 nascita di Carlo Magno, (primo imperatore del Sacro Romano Impero e Santo, fu canonizzato nel 1165); Rinascimento 1400; e all’incirca al 2100 chi o cosa arriverà?

Lyuba come al solito divagava, si lasciava prendere da una specie di fuoco che le faceva credere di afferrare il senso, che poi svaniva in una nebbia di simboli, miti, riti, animali sacri doppi, per esempio non bastava Api il toro di Menfi, no, saltava fuori anche quello di Eliopoli, meglio, pensò Lyuba tornare al simbolo dell’aureola.

L’aureola fu adottata anche dagli imperatori romani, non più legata solo al divino ma anche a quello di essere uomini mortali: alcuni di loro sono ritratti incoronati dal Sol Invictus, una corona raggiata, simboleggiante il Sole Invitto, cioè non vinto; non da meno gli imperatori bizantini, si pensi al nimbo di Giustiniano in San Vitale a Ravenna.

A volte la stella era raffigurata in fronte, significando il predestinato: colui che avrebbe avuto un destino misteriosamente assegnato e che sarebbe morto giovane.

Con l’ascesa del cristianesimo l’aureola fu propria di Gesù Cristo, dei Santi, dei Martiri, della Madonna.

Oggi il simbolo dell’aureola, per molte persone, non ha più alcun valore religioso e nemmeno eroico, la si può ritrovare nei fumetti, nella pubblicità testimoniando che si è perso non solo lo spirito religioso ma anche quello eroico.

 

 

 

sabato 10 dicembre 2022

Il volo del gruccione

 

 Capitolo 16

Le stelle dell’amicizia

 

 

I raggi del sole penetravano dalle fessure delle tapparelle, Lyuba per un attimo fu consapevole di tutto quello che aveva pensato, tutto tornava, poi tutto sfumò e non seppe più se era sogno o ragionamento, tutto sfumò e si svegliò del tutto stiracchiandosi e poi corse a vedere le condizioni del gruccione, constatò che era proprio messo male, non aveva toccato né l’acqua, né lo zucchero, era ancora vivo però.

Bevve un po’ d’acqua poi tornò a letto, erano appena le sette e contava di portare il gruccione al Centro di recupero verso le nove, intanto avrebbe rimuginato sul segnale simbolico del ritrovamento del volatile.

Non sapeva quando era incominciata, ma ormai Lyuba leggeva quello che le capitava con una lettura altra, usava una specie di linguaggio simbolico che per lei era automatico, come il parlare un’altra lingua o il leggere lo spartito musicale o nuotare, una volta imparato era meccanico.

Nel tempo antico e non andiamo tanto lontano, ci fermiamo all’antica Roma, erano molto attenti ai segnali del caso, alcune delle loro superstizioni sono giunte a noi tramite i detti popolari, di Venere e di Marte né si sposa e né si parte, intendendo che non si parte né si sposa di venerdì o martedì, non scendere dal letto col piede sinistro, i romani con tale piede non varcavano la soglia, oppure rovesciare dell’olio, dell’acqua o del vino, quest’ultima bevanda odiernamente ha preso carattere fausto, occorre però immergere il dito nel liquido versato e poi toccarsi i lobi delle orecchie, quasi come fosse profumo, sempre per i romani era infausto se entrava in casa un cane nero, per noi lo è il gatto nero se ti attraversa la strada, per ovviare alle sventure di questi segnali c’erano riti appositi e amuleti.

Ebbene Lyuba era superstiziosa come un’antica romana anzi meglio come una donna etrusca, non le importava se la ritenevano un’ignorante oscura, la scuola l’aveva resa illuminista, ma poi aveva riscontrato che tutti questi lumi avevano anche dei lati neri come la pece, infatti se era l’uomo che creava il tutto con la ragione allora la teoria del complotto era vera, perché ciò che succedeva era voluto quindi esisteva un’intesa segreta tra poche persone, volta a rovesciare governi per scopi economici e a teleguidare le persone per i loro fini, all’opposto se la ragione con intenzione creava le istituzioni ma poi non si realizzava ciò che si intendeva, ma un qualcosa che andava da sé senza  progetto, bè allora non c’era certezza in niente.

A differenza di molti che scelgono i portafortuna tramite i ragionamenti e i consigli di vari santoni, oppure studiano i simboli, le pietre e altro, oggi ad esempio va di moda molto la filosofia orientale,  che usa cristalli e pietre per aiutare la nostra energia vitale a fluire meglio, gli amuleti per Lyuba dovevano arrivare da soli, cioè per caso, solo dopo andava a leggere il loro significato.

I talismani di Lyuba: una catenina sottile in argento, un piccolo anello con un turchese, un bracciale di turchese, (Il turchese è una pietra sacra in Tibet, sacra ai faraoni egiziani, e agli indiani d’America. È in grado di cambiare colore, diventando chiaro, passando dal blu al bianco. Simbolicamente dona forza e coraggio; i romani lo collegavano a Venere dea dell’amore; in Russia e in Germania si credeva che l’anello di nozze di turchese rafforzasse il matrimonio e la riconciliazione in generale  dei conflitti), un bracciale con zirconi, (simbolicamente lo zircone aiuta nei disturbi depressivi, della tristezza e della disperazione in generale; apporta al suo possessore l’energia di cui ha bisogno: aiuta a superare l’ansietà e le paure, dà fiducia in se stessi, fa aspirare a grandi ambizioni, è anche pericoloso, poiché può trasformare il suo proprietario dandogli la chiaroveggenza) un altro bracciale d’acciaio a fascia e uno d’argento con un grande cuore,  (ovviamente il cuore è la metafora dell’amore e della passione al punto da poterne sostituire la parola, simbolicamente il cuore viene rappresentato in forma di un vaso, o di coppa, per gli antichi egizi nel cuore risiedeva l’anima, alla morte il cuore veniva pesato dal dio Anubi e da questa pesa veniva decisa la sorte dell’anima del defunto). 

Questi amuleti di Lyuba erano tutti arrivati per caso nel giro di un anno, forse arrivati al momento giusto, solo l’anello era di molti anni fa, ma la sorte aveva voluto che l’anello restasse al suo dito.

Il sottilissimo girocollo in argento col ciondolo, lo aveva cambiato da circa due mesi, quando la catenella col tau che portava si era spezzata, ora aveva come pendaglio tre stelle, gingillo che non le era piaciuto molto, avrebbe voluto acquistare un ciondolo a forma di cuore del tipo di quelli di Marco Gerbella, ma il cuore proprio non lo voleva, niente più amore passionale; il cuore era poi arrivato lo stesso, le avevano regalato il bracciale con tale simbolo e le era piaciuto talmente tanto che lo aveva messo e non lo aveva più tolto.

Per la catenina con le tre stelle, aveva alzato lo sguardo dai monili che la commessa della gioielleria le stava mostrando e aveva visto un espositore con dei bracciali che portava la scritta: le stelle dell’amicizia e così comprò il girocollo subitamente; poi si avvicinò al contenitore dei bracciali, ne vide uno a fascia con tutto attorno una scritta in nero e fortissimamente lo volle. La commessa lo allacciò al suo polso e le lesse la scritta, era di Shakespeare: “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente”, frase che proveniva dalla tragedia di Giulietta e Romeo.

“Oh no! Non mi capiterà un altro amore burrascoso!” Si disse Lyuba, ma il bracciale le piaceva troppo e lei scacciò la paura e se lo tenne al polso.

La simbologia delle stelle è assai positiva, basta pensare al caro Dante, che chiude i Canti dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, rispettivamente con… e quindi uscimmo a riveder le stelle/ puro e disposto a salire a le stelle/l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Dante ci dice che dopo l’Inferno, la caduta, l’immersione nel male, se pentiti e desiderosi di cercare il bene, si può tornare a rivedere le stelle, la luce, la speranza; dopo giunti nel Purgatorio, con la preghiera e le opere misericordiose, diventati puri si può iniziare a salire verso il Paradiso e infine intuire più che vedere Dio, che è amore che muove il sole e le altre stelle.

In tutte le religioni, presso tutti i popoli la stella è un simbolo legato al cielo, alla spiritualità, alla dimensione sovrumana, simbolo dello spirito, della lotta fra la luce e le tenebre, simbolo di manifestazione che confrontandosi all’ombra, diventa simbolo di purificazione.  

Per gli egizi la stella aveva il compito di condurre verso la luce le anime pronte ad uscire dalle tenebre.

Come stella è anche appellato il pianeta Venere che è il terzo oggetto per luminosità del cielo dopo il Sole e la Luna e quindi ha sicuramente influenze su di noi.

Il Pianeta Venere appare sempre molto vicino al Sole, manifestandosi prima dell’alba o dopo il tramonto, compatibilmente con la sua posizione.

Per questo è detto anche stella del mattino o Lucifero, cioè portatore di luce, infatti annuncia la   nascita del giorno, chiamato anche stella della sera o Vespero, in quanto segnala l’ora dopo il tramonto, appellato anche come Stella Diana, con tutto il peso archetipo di tale Dea e comunque Stella del mattino e Stella della sera sono attributi della Vergine Maria.

La Chiesa oggi è la tradizione più antica… pianeta è anche un paramento liturgico usato dai sacerdoti durante i riti religiosi, inoltre nella liturgia delle Ore, le due principali sono: le Lodi mattutine, si effettuano al mattino e i Vespri che si celebrano alla sera.

E il sole non dimentichiamocelo invece è una stella di nome e di fatto… ma forse può provocare confusione.

Perché?

 

 

giovedì 1 dicembre 2022

Il volo del gruccione


 Capitolo 15

Come faranno i 144mila eletti a risvegliarsi? 

 

Secondo l’interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i Veda, il Kali Yuga è l’ultimo dei quattro yuga; si tratta di un’era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, alla sua fine il mondo ricomincerà con il ritorno della Terra ad un paradiso terrestre. Nel Kali Yuga gli esseri umani diventano inferiori in altezza e più deboli fisicamente, così come mentalmente e spiritualmente, con una larga diffusione di falsi idoli e maestri. Ognuno modifica a propria discrezione i significati/concetti di digiuno, meditazione e austerità, così da indurre nelle persone la loro necessità. Le donne in questa epoca diventano lascive ed immorali per natura. Nonostante in un primo momento siano trattate come inferiori ai maschi ed abusate, più avanti nel tempo cominciano a rivestire ruoli importanti in politica ed in altri affari, e questo culmina in sempre maggiori scontri di ego con gli uomini. Le donne cominciano a tradire i propri mariti e ad avere relazioni extra-coniugali. I divorzi incrementano, con sempre più bambini cresciuti da un unico genitore. Molte donne intraprendono l’adulterio e la prostituzione. (https://it.wikipedia.org/wiki/Kali_Yuga)

L’Apocalisse (termine greco che significa rivelazione) di Giovanni ci parla allo stesso modo del regno dell’Anticristo, si articola in una serie di visioni profetiche, spesso di difficile interpretazione, con molti simboli e immagini e molti riferimenti all’Antico Testamento.  

Nel libro il numero sette è una costante, sette sigilli, sette trombe, sette flagelli ecc., d’altronde questo numero è legato ai giorni della creazione e della settimana, è il numero della ricerca mistica e della conoscenza.

Giovanni riferisce di aver ricevuto un’apparizione in cui Cristo, gli ordina di trascrivere le sue visioni, per quanto riguarda quelle che devono avvenire in seguito, lo scenario passa dalla terra alla visione di Dio in maestà.  

Giovanni ravvisa nella mano di Dio un rotolo sigillato, contenente il destino del mondo.

Nessuno può sciogliere i suoi sette sigilli: solo l’Agnello ovvero Cristo, può aprirlo. 

All’apertura dei primi quattro sigilli, compaiono quattro cavalieri, portatori di guerra, carestia e morte.

Al quinto sigillo i martiri invocano il Signore chiedendo giustizia.

L’apertura del sesto sigillo sconvolge l’universo, tuttavia, una folla di 144.000 persone sono segnate sulla fronte per essere preservate dai cataclismi, in vista della vita eterna. 

Dopo l’apertura del settimo sigillo, vengono consegnate sette trombe ad altrettanti angeli, che si accingono a suonarle.

Le sette trombe hanno la stessa funzione dei sette sigilli, ma i giudizi che esse annunciano sono più severi.   

Al suono della settima tromba compare nel cielo l’Arca dell’Alleanza: questa visione rivela che si è ormai alla fine del tempo, nel cielo appare una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle, questa figura è solitamene interpretata con la Vergine, anche se qualche studioso la interpreta con il simbolo della Chiesa perseguitata dalle forze del male, infatti la figura della donna illuminata è minacciata da un enorme drago rosso.

In appoggio al drago, dal mare proviene un mostro chiamato Bestia, che ha potere direttamente da Satana. Una seconda Bestia sorge dalla terra, con le sembianze dell’Agnello nell’aspetto, ma in realtà uguale alla Bestia: simboleggia la falsa religione. Questa Bestia, indicata con il numero seicentosessantasei, promettendo benessere inganna le genti e le spinge all’adorazione di falsi idoli.

Ma poi dopo il male estremo, cioè quello travestito da bene, che colpisce a tradimento, un angelo annuncia la caduta di Babilonia, simbolo di ogni impero politico degenerato, e poi giunge Cristo in veste di giudice.   

Cristo, accompagnato dalle schiere di angeli, getta nell’Inferno le due bestie e rinchiude in catene il drago, segue la resurrezione dei martiri e il ritorno di Cristo sulla terra, gli uomini saranno giudicati secondo le loro opere e subiranno una giusta condanna.

Il libro dell’Apocalisse si conclude con la visione della nuova Gerusalemme, la città Santa, dalla quale sono esclusi per sempre tutti quelli che si sono opposti a Dio.

Si dice che una folla di 144. 000 persone sono segnate sulla fronte per essere preservati dai cataclismi, in vista della vita eterna. 

Si dice che avverrà l’incarnazione di 144.000 operai di luce che salveranno la terra dalle “forze dell’oscurità” durante i tempi finali del kali yuga.

Si dice che i 144.00 hanno una protezione speciale da parte di Dio, sia da tutti i giudizi divini, sia dall’operato dell’Anticristo, in modo da poter adempiere la loro missione durante il periodo della tribolazione. 

Come faranno i 144mila eletti a risvegliarsi? 

Come faranno i 144.000 operai di luce che dovranno salvare la terra dalle “forze dell’oscurità” durante i tempi finali del kali yuga ad attingere dal campo elettromagnetico naturale prodotto dalle onde elettromagnetiche del sole, delle stelle, dai fenomeni metereologici ed anche dal sottosuolo se immersi nelle onde magnetiche create dall’uomo e soprattutto guidate dalla tecnica?

Come resistere a tutto questo?

Accogliendo in noi l’Arco divino, che è amore puro, scevro da interessi personali e ritrovando il contatto con la natura... telefonini, televisioni, computer e altro servono, ma mai dimenticare di staccare, di uscire e di immergervi nella natura, fosse pure il giardino pubblico sotto a casa.

Hanno inventato il termine bipolare, che non si conosce bene quale malattia psichica sia, il numero  dei bipolari è spaventosamente in aumento e su di loro si fanno esperimenti, se questo può sembrare una falsità, può pure esserlo, ma Lyuba ne era fermamente convinta: facevano esperimenti scientifici per trovare fra di loro gli eletti del Signore, quegli angeli che sono tra di noi.

Angeli con un fine al bene, ma essendo anche umani e non completamente divini potevano sbagliare e fare come Jean-Baptiste, il protagonista del film Profumo, che riesce ad ottenere il profumo dell’amore ma conquistatolo tramite nefandezze, empietà e scelleratezze rimarrà con il fumo del diavolo.