mercoledì 23 ottobre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXII parte


Nella basilica di Santa Maria in Aracoeli  nel 1341 fu laureato poeta Francesco Petrarca; nel 1571 ci furoni i festeggiamenti per la vittoria nella battaglia di Lepanto, qui si svolge, ogni fine d’anno, il Te Deum di ringraziamento del popolo romano.
Durante l’occupazione di Roma, nel 1797, i francesi s’impossessarono del colle, cacciando i frati francescani e riducendo la chiesa a stalla: gran parte delle innumerevoli opere d’arte andarono perse, altre furono ricostruite.
Anche l’opera d’arte più preziosa è sparita: la chiesa era ed è famosa per il Santo Bambino, una scultura in legno del bambin Gesù intagliata nel XV secolo con il legno d’olivo del Giardino dei Getsemani e ricoperta di preziosi ex voto, essendo creduta miracolosa.
Si narra che le labbra del Santo Bambino diventano rosse quando sta per concedere una grazia e bianche quando il caso che a lui si presenta è senza speranza.
La statua fu trafugata a febbraio del 1994, non è stata più ritrovata, al suo posto una copia, che è onorata come se fosse autentica, speriamo che possa ritorni anche se…
Pare che il vero Bambinello sia da un’altra parte: iI due febbraio del 1797 il Santo Bambino sparì, una donna, che voleva avere la miracolosa statua nella sua abitazione, la fece sostituire con una copia perfetta, ma a mezzanotte dello stesso giorno, le campane dell’Aracoeli si misero a suonare e alle porte del convento i francescani trovarono il vero Santo Bambino che fu rimesso al suo posto, mentre la copia fu spaccata in due parti… ma fu veramente così?
Secondo i dati storici la vera statua si trova dal 1520 nella Chiesa di San Giovanni in Giulianello a Cori, quindi nel 1994 sarebbe stata rubata una copia.


immagine: Santo Bambino- AraCoeli a Roma

martedì 15 ottobre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXI parte


Betty osservava ma ormai aveva la testa e gli occhi pieni, si rammaricava del fatto che sicuramente era passata davanti alla Colonna Traiana e non l’aveva vista, troppe meraviglie in un giorno, nonostante ciò la bellezza dell’Arco di Costantino la riempiva di entusiasmo, ma ormai erano le quattordici e trenta, alle sedici doveva assolutamente prendere un autobus per tornare all’Eur, dove l’aspettava il resto del suo gruppo, tutto il gruppo, perché lei sola se ne era andata, e qualcosa doveva pur mangiare.
Si incamminò verso Piazza Venezia, ma alla vista dell’Aracoeli, volle salire la scalinata, non entrò, non aveva tempo, e poi le interessava il luogo, che le pareva particolarmente suggestivo, secondo  qualche studioso, la chiesa  sorgeva infatti dove si trovava l'antichissimo Auguraculum, il luogo dal quale gli auguri prendevano gli auspici osservando il volo degli uccelli, sì era un luogo magico.
La chiesa fu costruita sulle rovine del Tempio di Giunone Moneta, una leggenda racconta che la chiesa sarebbe sorta là dove Augusto avrebbe avuto la visione di una donna con un bambino in braccio e avrebbe udito una voce che diceva “Questa è l’ara del figlio di Dio”.
Si trattava di Maria, madre di Gesù, come si dice nei Mirabilia ( sono antiche guide di viaggio, che servirono dal Medioevo al Barocco ai pellegrini che si recavano a Roma)… Questa visione avvenne nella camera dell’imperatore Ottaviano, dove ora è la chiesa di S. Maria in Capitolio. Per questa ragione la chiesa di S. Maria fu detta Ara del cielo.

immagine: a destra scalinata dell'AraCoeli a sinistra quella del Campidoglio

martedì 8 ottobre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXX parte


Nel 1933, con l’inaugurazione, durante il regime fascista, della ribattezzata via dei Trionfi,  l’aspetto più spettacolare del restauro del Foro antico riguardò l’apertura di quattro arterie che circondarono la zona archeologica, in questo periodo, purtroppo, più precisamente nel 1936, furono demoliti, per un banale motivo di intralcio al traffico, i resti di un monumento collocato proprio in prossimità dell’arco di Costantino, la Meta Sudans, una grande fontana realizzata sotto l’imperatore Tito e così chiamata perché nella forma ricordava le mete (ossia le pietre piramidali poste alle estremità dei circhi, dove voltavano le quadrighe) e sudante  perché l’acqua stillava come fosse sudore. La leggenda vuole che presso la fontana si recassero i gladiatori, dopo le fatiche del circo, per lavarsi e dissetarsi.
Betty era rimasta stupita di questa strana fontana, aveva per lei qualcosa di strano, le antiche immagini che la ritraggono con la forma piramidale o forse conica inserita in una base a forma rotonda con in cima una pigna le ricordava la Grande Pigna dei Musei vaticani contornata da pavoni, le rammentava un qualcosa di orientale e di simbologia antica, come pure il fatto che sudasse le ricordava la pietra sudante in San Giovanni in Laterano, ovvero la tomba del papa-mago.
Un papa dalle conoscenze orientali e stregonesche: Silvestro II.   
Si dice che tale sepolcro in occasione della morte di un cardinale si inumidisca e che poco prima della morte di un papa stilli acqua come sudore… tutto ciò per Betty svelava un’antica conoscenza misteriosa, sì ma cosa?   


martedì 1 ottobre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXIX parte



620 metri di lunghezza e 120 di larghezza, il Circo Massimo è la più grande struttura per spettacoli costruita dall’uomo, i romani univano il divertimento al sacro, a ben pensarci oggi è uguale si pensi al Natale.
Il Circo Massimo è un antico circo romano, dedicato alle corse di cavalli, è ricordato come sede di giochi sin dagli inizi della storia della città: nella valle sarebbe avvenuto il mitico episodio del ratto delle Sabine durante una gara di corse di carri.
In mezzo a questa grande piana verde, sorge una torretta, nota anche come Torre del Molino in quanto si ergeva a difesa di un mulino. I mulini che qui sorgevano in epoca medievale, furono abbattuti nel 1943 si salvò solo questa torre in cui abitò Jacopa de’ Normanni, seguace ed amica di San Francesco.  
Betty era a pezzi, quando giunse di nuovo nei pressi del Colosseo, era partita alla mattina alle quattro, in autobus da Ravenna per Roma, dalle nove era in giro per la Roma antica, erano le quattordici, e non si era mai fermata neanche per un caffè e… lo sguardo incrociò l’Arco di Costantino, non si sa da dove, forse dall’entusiasmo, le forze le ritornarono e si mise a circumnavigare il grande e spettacolare Arco.
L’Arco di Costantino fu innalzato sull’antica via Triumphalis, la strada percorsa dai cortei dei trionfatori diretti al Campidoglio, per celebrare la battaglia presso Ponte Milvio del 312 d.C., quando l'imperatore vinse il rivale Massenzio.
Nel complesso l’arco di Costantino, al di là della sua notevole importanza storica, può essere considerato un vero e proprio museo della scultura romana ufficiale, in quanto furono usati anche parti di monumenti più antichi.
Sull’arco sono reimpiegate otto lastre di un unico grande fregio di circa 3 m di altezza con scene di battaglia che raffigura le gesta dell’imperatore Traiano durante le campagne di conquista della Dacia (102-107; otto rilievi circolari dell’epoca dell’imperatore Adriano  con la presenza di Antinoo, il ragazzo amato dall’imperatore; otto rilievi rettangolari (alti più di 3 metri) che raffigurano diversi episodi delle imprese dell’imperatore Marco Aurelio contro i Quadi e i Marcomanni sconfitti nel 175; e poi i fregi e i tondi di epoca costantiniana.


immagine: Arco di Costantino a Roma