martedì 24 febbraio 2015

TROVATO COTTO E MANGIATO le erbe selvatiche pericolose



Molte delle erbe che noi definiamo infestanti sono invece delle prelibatezze, commestibili ottime nelle insalate, nei ripieni, nelle frittate o per insaporire anche altri cibi. Queste erbe generose sono chiamate più scientificamente alimurgiche, il loro utilizzo alimentare  è stato definito fitoalimurgia, ovvero dall’unione di due termini, dal greco phyton (pianta) e dal latino alimenta urgentia, cioè  piante per cibarsi in caso di urgenza o necessità. Un tempo era normale utilizzare queste erbe, anzi erano una componente essenziale ed insostituibile per il sostentamento delle popolazioni, soprattutto per quelle rurali. Purtroppo questa conoscenza legata ad antichi saperi, tramandati da generazione in generazione, rischiano di scomparire, perciò io da buona romagnola vi illustrerò le erbe che conosco ed il loro uso. Il divertimento principale sta nelle passeggiate lungo le scarpate dei fiumi, i luoghi incolti, nella campagna, nella pineta, dove le erbe si trovano, calpestate e chiamate erbacce, che gioia quando col nostro coltellino le taglieremo e a casa dopo averle ben lavate le cucineremo e poi ce le mangeremo magari innaffiando il tutto con un buon bicchiere di vino… la felicità può costare anche poco. Quando raccogliamo delle erbe selvatiche dobbiamo osservare alcune precauzioni:  evitare le strade trafficate o campi dove sono stati usati pesticidi.  Non tutte le piante selvatiche sono commestibili raccogliete solo quelle che siete  sicuri di aver riconosciuto e comunque non sfiorate per niente l’oleandro, il ciclamino, la digitale. Cogliere nel modo corretto senza danneggiare le radici in modo che possano poi riprodursi. Evitare di raccogliere le erbe in parchi dove vanno cani gatti dove saranno presenti le loro feci. Ed ora siamo pronti, al prossimo post la prima erba selvatica, la mia preferita… il piscialetto.


 
Nelle foto dall'alto, digitale, oleandro e ciclamino, tutte piante velenose non toccatele ed evitate le piante che assomigliano a queste, ricordatevi che le erbe possono dare gli stessi sintomi dei funghi tossici.   


giovedì 19 febbraio 2015

OMAGGIO A MONDRIAN



Art Digital, stampa su canavas  da una mia creazione basata su elaborazione a computer e disegno libero, dimensioni 100cmX100cm. Un autoritratto a mano libera su un fondo rimaneggiato  su un tema del grande pittore Piet Mondrian. La vita è talmente triste a volte, che i colori e le forme ci aiutano a rallegrarla. E’ perciò  che io alternerò qualcuno dei miei lavori pittorici ai post sulle erbe selvatiche, considero entrambi una creazione artistica, in fin dei conti anche per la pittura ci si ispira alla natura (considerato che pure l’uomo lo è) ed anche per le erbe occorre passione e metodo ed inventiva per il loro utilizzo ed il piacere, la felicità è la medesima, sia nel raccogliere che nel dipingere. Considero questo “Omaggio a Mondrian” il mio “capolavoro”  per la raggiunta armonia fra linea e colore, gli occhi tristi e spenti vengono aiutati dalla forza del sorriso… qui il riso sconfigge il pianto. L’ho realizzato circa quattro anni fa, in un periodo in cui ero rifiutata da tutti, giorni neri di malattia in cui chi ti poteva dare una mano te l’ha scansata, per viltà o egoismo fa lo stesso, “Ognuno sta solo sul cuor della terra. Trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera” questo lo sapevo già, ognuno è solo ed io ho imparato a non regalare più perle ai porci.  Eppure in quei giorni  una forza dentro di me mi ha aiutato, mi sono imposta un sorriso che poi lo è diventato, certo non è più il sorriso solare di prima ma io ci provo con tutte le forze, io voglio essere quella che ero, voglio essere una bambina vecchia.   


sabato 14 febbraio 2015

LA SIMBOLOGIA DEL CUORE

Ho sempre creduto che il simbolo del cuore si riferisse al "cuore organo" e con sorpresa ho scoperto che non è così.
Frequentando le conferenze della Prof. Anna Spinelli, ho capito che non è così.
Il  simbolo del cuore deriverebbe dall' Albero della  Vita ai cui lati si confronterebbero due persone, queste due persone rappresentano l' Oriente e l' Occidente.
L’Albero della Vita è il progetto seguito da Dio per creare il mondo, e  Oriente e  Occidente stanno quindi ai lati dell'Albero a testimonianza della Creazione.
Col tempo l'Albero è quasi scomparso ma sono rimaste le sagome delle due persone.
Volendo queste due sagome che si fronteggiano possono essere viste come l'incontro che unisce.
Se prendiamo in esame invece la triade rosso / cuore/ amore, ci confrontiamo con il sentimento, la passione e la sessualità.   Il colore rosso è simbolo per eccellenza dell’amore  e dell’eros  e può dare una sensazione forte, calda e protettiva, ma anche molta eccitazione nervosa.
Mi dispiace rovinarvi   la tradizione romantica   sul cuore, ma sembrerebbe assai più erotico l'affare che  sentimentale, girando per internet ho trovato un'altra simbologia sul cuore.  
"Il cuore viene stilizzato in questa particolare maniera per un preciso motivo: così rappresentato, rappresenta le natiche della donna.
Se infatti capovolgi il classico simbolo stigmatizzato del cuore, esso rappresenterà le natiche femminili così come sono viste dall'uomo durante il rapporto "da dietro".
Questa rappresentazione ha infatti radici molto antiche, infatti risale ai tempi in cui l'essere umano non aveva ancora assunto la posizione eretta, per cui i genitali (in special modo quelli femminili) non si erano ancora spostati nella parte frontale del corpo.
Le natiche avevano infatti una funzione di richiamo sessuale, funzione poi assunta dal seno femminile (che appunto l'evoluzione ha fatto assumere la forma tondeggiante delle natiche femminili): col passare del tempo quella rappresentazione stilizzata da memento del richiamo femminile delle natiche è stata caricata di significato romantico, ma il senso di fondo è sempre quello del richiamo sessuale.
Sarà poco romantico, ma la realtà è questa.
Non c'è sesso senza amore o non c'è amore senza sesso? 

immagine di Teoderica

lunedì 9 febbraio 2015

NARCISI





Acrilico su tela, dimensioni cm50X30cm, mi scuso per l’orribile foto, ma non ho altro. Il titolo naturalmente è “Narcisi”, io ho sempre amato questo fiore e sempre lo amerò perché è la vita che sconfigge la morte, è come il sorriso che vince il pianto.  L’ho eseguito a mente in studio, in modo  di raffigurarne solo l’idea, la sensazione di nuvola bianca e gialla che si muove col vento. I narcisi e il mito di Narciso, ama te stesso, avrai così sempre qualcuno che ti ama. L’opera  è anche ispirata dai versi di William Wordsworth poeta inglese del Preromanticismo.



Vagabondavo solo come una nuvola

Che alta fluttua su valli e colline,

Quando a un tratto vidi una folla,

Una schiera di dorati narcisi

Lungo il lago e sotto gli alberi

Una miriade ne danzava nella brezza.

Fitti come le stelle che brillano

E sfavillano sulla Via Lattea,

Cosi' si stendevano in una linea infinita

Lungo le rive di una baia.

Una miriade ne colse il mio sguardo

I fiori si lanciarono in una danza gioiosa

Lì presso danzavano le onde scintillanti,

Superate in letizia dai narcisi;

Un poeta non poteva che esser lieto

In così ridente compagnia.

Mirando e rimirando, pensai poco

Al bene che la vista mi recava:

Spesso quando me ne sto disteso,

Senza pensieri, o pensieroso,

Essi balenano al mio occhio interiore

Che rende la solitudine beata,

E allora il mio cuore si riempie di piacere,

e danzo con i narcisi.





mercoledì 4 febbraio 2015

MANOSCRITTO VOYNICH quando la realtà supera la fantasia ( 3 parte)


Un piccolo approfondimento sulla strana coppia inglese, legata alla probabile truffa del manoscritto Voynich, mi pare d' obbligo.
L'inglese John Dee (1527-1606) ritenuto uno delle menti maggiori del suo tempo, tutta la vita cercò di mettersi in contatto con gli angeli . Laureato in scienze, docente universitario divenne l'astrologo di corte della regina, ma la conoscenza che egli desiderava avere era quella del mondo ultraterreno. Dee cominciò quindi a lavorare con individui che oggi verrebbero definiti come dotati di capacità medianiche, organizzando sedute spiritiche, esaminando scritti vergati in stato di trance, assistendo ad esperimenti di divinazione tramite sfere di cristallo ed altri metodi di concentrazione intesi a liberare i poteri dell'inconscio. Dai diari di Dee apprendiamo che a causa dei suoi particolari esperimenti era spesso tormentato da fenomeni di poltergeist che si manifestavano con fenomeni bizzarri come il lancio di sassi, quadri che si staccavano dalle pareti, fiammelle che si accendevano misteriosamente negli angoli più inattesi. Per mettersi in contatto con gli angeli utilizzò anche la magia rituale cabalistica ma senza i risultati sperati finché nel 1581 incontrò l'irlandese Edward Kelley un medium ventriloquo appassionato di cristallomanzia, ovvero la capacità di divinare le cose occulte autoipnotizzandosi di fronte ad una sfera di vetro. Kelley era un truffatore già punito col taglio delle orecchie per aver falsificato dei documenti. John Dee scrisse nel suo diario che il 21 novembre del 1581 di fronte alla finestra rivolta ad occidente della sua biblioteca gli apparve, a suo dire, un angelo in apparenza di fanciullo e gli consegnò una pietra rotonda e convessa, simile ad un cristallo nero ( Kelley molto probabilmente organizzò l' evento per imbrogliare Dee e tenerlo poi soggiogato a lui) .Posto di fronte alla pietra, Kelley cadde in trance ed ebbe la prima visione che Dee riconobbe per quella dell'arcangelo Uriel. Gli angeli evocati tramite la pietra, davano delle lettere a Kelley mentre Dee le trascriveva. Alla fine la serie delle lettere veniva trascritta all'incontrario, ricavandone un messaggio composto in una lingua detta "edochiana" che, a detta di Dee, era la lingua parlata da Adamo con gli angeli nel paradiso terrestre. Secondo Dee l'angelo aveva dettato il suo messaggio a rovescio perché era considerato troppo pericoloso comunicare in modo diretto, dato che ogni parola era una invocazione talmente potente che, pronunciandola direttamente, poteva causare l'intervento di forze indesiderate. Nel 1583, Kelley disse che gli angeli gli avevano parlato e che se Dee non fosse andato a Praga dall' imperatore Rodolfo II, sarebbe stato ucciso. La strana coppia arrivò quindi a Praga, dove quasi certamente cercò di truffare Rodolfo col manoscritto Voynich, ma fu presto allontanata come indesiderata dall' imperatore stesso.Nel maggio del 1587, a detta di Dee, l'arcangelo Raffaele dispose, mediante una visione simbolica che i due maghi si scambiassero le mogli: cosa che avvenne, dopo una dichiarazione da parte di entrambi che ciò non accadeva per libidine, ma per obbedire alla volontà divina! Nel 1589 la coppia si spezzò. Stanco di una vita stentata, Kelley dichiarò di non voler più partecipare ad alcuna evocazione spiritica e ritornò a Praga dove ingannò l'imperatore Rodolfo II facendosi passare per alchimista con la pretesa di saper fare l'oro. Il sovrano lo nominò barone ma, scoperti i suoi inganni, fu condannato al carcere a vita. Kelley morì nel 1595 precipitando da un muro della prigione mentre tentava di evadere. Per quanto riguarda invece John Dee, salito sul trono d'Inghilterra Giacomo I, nemico di tutti i maghi ed i negromanti, cadde in disgrazia presso la corte e si ritirò nel suo castello dove riprese, per qualche anno, con un altro medium e con molta meno soddisfazione, le sue ricerche sugli angeli ed i demoni. Morì nella più completa solitudine nel suo castello, malvisto e temuto dai contadini circostanti che lo accusarono di commercio con il diavolo.

immagini : Occhio magico di Teoderica