Capitolo 36
Melkizedek, il
sacerdote o re del mondo
“Gli artisti
sono sempre un po’ zingari, un po’ diversi da ciò che caratterizza la società
normale, anche loro sono, secondo le epoche, amati e apprezzati o considerati
genti quasi di malaffare e da evitare, sarà forse per questo che hanno
raffigurato gli zingari, i loro costumi, usi e tradizioni in una moltitudine di
opere d’arte. Li hanno raffigurati nell’arte del borseggio, della chiromanzia e
della buona ventura di cui l’autore più celebre è certo Caravaggio. Hanno rappresentato
la zingara assai femminile, dotata di un
fascino simile alla tigre, Frans Hals, Manet, Courbet, Picasso, Matisse,
Rousseau, ma forse la gitana più intrigante e misteriosa di tutti i tempi è la
zingara a seno nudo col bimbo in braccio nella Tempesta di Giorgione. Dipinto
il cui tema non è ancora stato ben identificato, qualcuno lo ritiene una
raffigurazione della Fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Nel 1500/1600 il tema
della Fuga in Egitto era molto popolare nelle arti visive, veniva assimilato al
peregrinare degli zingari. Una leggenda raccontava, che durante la fuga, mentre
Giuseppe e Maria scappavano dal re Erode
che aveva ordinato l’uccisione di tutti i bambini maschi sotto i due anni, dovevano passare da un posto di blocco di
soldati, una zingara li aiutò nascondendo il bambino fra le sue vesti, i
soldati fermarono la zingara e le chiesero che cosa avesse nella bisaccia. Lei
rispose che portava un bambino, il più bel bambino del mondo. I soldati,
sapendo che la zingara era una grande bugiarda, la lasciarono passare senza
guardare. Come ricompensa, Dio permise agli zingari di poter rubare cinque
soldi al giorno. Stesso discorso per gli zingari presenti sui dipinti della
Crocifissione, secondo la leggenda sarebbe stato dato proprio a un fabbro
zingaro l’incarico di forgiare i chiodi per crocifiggere Gesù. Un’altra
leggenda racconta che la zingara che si trovava sul luogo della crocifissione,
mossa a compassione, cercò di rubare i chiodi ma riuscì a sottrarne solo uno.
Grazie a questo gesto, Gesù le concesse di poter rubare senza essere vista.
Sempre nello stesso periodo, da alcuni artisti la Madonna venne rappresentata
come una zingara, Bramantino, Tiziano e poi la celebre e bellissima Madonna
della Seggiola di Raffaello o ancora quella del Caravaggio coi piedi nudi e
sporchi, che ebbe non poche critiche dalle autorità religiose, con quel
bambinone così grande in braccio. Sai che il bambino zingaro è tale fintanto che
il posto non gli viene usurpato da un nuovo nato, la donna zingara ha sempre un
bambino in braccio. Non solo dipinti, ma grandi storie d’amore, di tradimenti,
di coraggio, di libertà sono rappresentate dal mito della bella gitana,
Zemfira, Carmen, Esmeralda, Mignon, Azucena sono solo alcune. Poesia,
letteratura, opera lirica, film, la figura della bella gitana eccita i sogni e
i sensi, coi suoi capelli lunghi e neri e gli occhi di fuoco, passionale e
selvaggia. Gli esordi dell’eroina zingara sulla scena letteraria e artistica si
fanno risalire a Cervantes con La Gitanilla, per esplodere con la Bohéme
parigina, in cui gli artisti vagheggiavano a uno stile di vita zingaresco,
descrivendoli nei loro diari di viaggio, nei romanzi e nei dipinti, sino a
giungere al beat degli anni Settanta, al popolo hippy, poi scomparso e se ci
pensi Rico, oggi è ritornato il nomadismo con la globalizzazione, la questua la
fanno gli immigrati, rubare lo fanno un po’ tutti e gli zingari diventano
stanziali, ho letto da qualche parte che negli ultimi decenni gli zingari si
sono avvicinati con molto zelo alle religioni evangeliche, pensa loro così
attaccati alle arti occulte e alla stregoneria, l’attività missionaria è svolta
dai rom e sinti stessi, forse la loro maledizione è finita”.
“Lyuba tu hai
parlato degli zingari, ma non mi hai detto se tutto il tuo ricercare su di loro
ti ha portato al silfio”.
“Stiamo
arrivando in fondo al viale, dalla luce che proviene penso che il bosco finirà…
il silfio con gli zingari ci azzecca poco”.
“Però se il
gruccione ti ha portato qui un motivo ci sarà, no?”
“Rom, sinti, kalé,
sono alcuni dei loro gruppi etnici più conosciuti,
in Italia sono presenti soprattutto le prime due etnie, i kalè sono
prevalentemente in Spagna, ma ci sono, soprattutto in Germania e in Svizzera, nomadi
che a prima vista sembrano identici a loro, vengono chiamati jenisch, sembra
che discendano dai celti o da nomadi ebrei e non si ritengono zingari, questo
non ha impedito che i nazisti li eliminassero tale e quale ai rom, dei tinkers
irlandesi ti ho già detto. Mmm, nessuno sa con certezza da dove siano venuti e
perché non si fermino mai. Ci sono molte leggende su di loro, che li descrivono
come un popolo misterioso e dotato di poteri soprannaturali. Qualcuno li pensa
discendenti del popolo di Atlantide: se una civiltà progredita e cancellata da
un diluvio o altro è esistita, si può ben pensare che i superstiti abbiano
fondato altre civiltà, ad esempio quella egiziana...”
“Scusa, ti
interrompo e gli abitanti di Atlantide da dove sono venuti? Erano di certo i
pleiadiani e…”
“Scusa se ti
interrompo, lo dico io, non mi interessa da dove venivano quelli di Atlantide,
prima occorre stabilire se è veramente esistita e penso proprio di sì. I
superstiti di Atlantide hanno fondato nuove civiltà in tutto il mondo, dagli
egiziani ai maya e altri. Le piramidi, sono la testimonianza, in cui è evidente
una discesa tecnologica invece che una salita come è ovvio che sia”.
“Cosa intendi
dire?”
“Per esempio
che le piramidi di Giza ancora oggi non si sa come sia stato possibile
costruirle, mentre quello che è stato edificato dopo, benché eccellente non è
all’altezza tecnica, come se piano piano si fossero perse le conoscenze. Non
conoscendo più queste tecniche il mito racconta di dèi e giganti. Un po’ come
nel Medioevo, quando i ponti erano chiamati del diavolo, in quanto avendo
smarrito le tecniche, con la caduta dell’impero romano, la popolazione riteneva
impossibile per un uomo creare tali costruzioni”.
“Scusami
Lyuba, mi trovo in accordo su ciò che hai detto, ma che c’entrano gli zingari
con Atlantide?”
“Se i
superstiti fondarono ad esempio l’antico Egitto, gli zingari diventarono nomadi
per portare in ogni dove i rimasugli delle conoscenze di Atlantide, un po’ come
racconta la storia egizia sui libri di Thot che furono nascosti in ogni parte
del mondo. Sicuramente Atlantide aveva conoscenze tecniche ma anche trascendentali
come telepatia e telecinesi, forse alzarono con la mente i grossi massi delle
piramidi. Comunque la loro provenienza da Atlantide è solo una tra le tante
ipotesi. Altri sostennero che la loro origine risalisse all’età del bronzo: gli
zingari erano noti come i calderai, venivano identificati con i fabbri,
considerati una sorta di artefici stregoni. La tradizione della lavorazione dei
metalli era antichissima presso di loro e la loro abilità era riconosciuta
ovunque. Loro stessi asserivano di avere poteri sul fuoco. Il potere sul fuoco era
connesso a Efesto/Vulcano e a tutto ciò che è legato al fuoco, alle vestali, ai
gemelli Romolo e Remo, la cui nascita avvenne dall’unione di Vesta protettrice
del fuoco e Marte dio della guerra…”
“Scusami, ti
interrompo ancora, Atlantide si ipotizza che fosse situata nell’Oceano
Atlantico davanti allo stretto di Gibilterra, da questo luogo, questi abitanti
evoluti, a conoscenza del disastro che sarebbe avvenuto, certuni potrebbero
essersi imbarcati su delle navi, generando il mito dell’arca di Noè con nessi
anche con le navi egizie che servivano per i morti nel loro viaggio, altri
potrebbero essersi nascosti in sotterranei in stato di ibernazione, la stessa
cosa che si fa oggi pensando ad una guerra nucleare. Qualcuno sarà andato ad
Ovest qualcun altro a Est”.
“Mmm,
potrebbe essere, ma tornando agli zingari e alla loro maestria coi metalli, che
ci riporta a Caino, il cui discendente Tubalcain era costruttore di armi, pone
un quesito: come mai gli zingari abili coi metalli e quindi con la costruzione
di armi non hanno mai fatto guerre, sia possibile che la loro maledizione
discenda dal fatto che al tempo di Atlantide fossero loro che con le loro armi
causarono parte della distruzione della civiltà di Atlantide? In effetti se
erano tanto evoluti se in accordo fra di loro potevano ben salvarsi no?”
“Lyuba, una
cosa è certa, il fatto che erano chiamati calderai li accomuna al magico
calderone del graal e ai caldei l’antica
popolazione di cui si dice: “Da molto
tempo i caldei hanno condotto osservazioni sulle ‘stelle’ e primi tra tutti gli
uomini hanno indagato nella maniera più accurata i movimenti e la forza delle
singole stelle; per questo essi possono predire molto il futuro degli uomini”. (Diodoro
Siculo)
“Giusto Rico,
gli zingari sembrano avere conoscenze, in particolar modo, astrologiche e sui
metalli. Soprattutto sono legati al rame il primo metallo conosciuto dagli
uomini, successivamente unendo il rame allo stagno l’uomo ottenne il bronzo,
infine si ebbe l’uso del ferro”.
“Lyuba,
credevo che il loro metallo preferito fosse l’oro, ne ho visti certi con
catenoni che saranno pesati dei chili, poi anelli e bracciali e denti
scintillanti a 24 carati”.
“Sì per
adornarsi usano l’oro ma per arricchirsi utilizzano il rame. Hai mai sentito
parlare di Buzescu? È un villaggio
vicino a Bucarest, qui i rom vivono in una specie di villaggio da mille e una
notte e le loro case sono delle regge, hollywoodiane, faraoniche, pacchiane e
incredibili. Sia gli uomini che le donne sono coperti da catene, pendagli,
bracciali e crocefissi costosi e gli uomini usano portare anche cravatte in
maglia d’oro. Sai da dove viene tutta questa ricchezza? Dalla vendita delle
pentole di rame”
“Stai
scherzando, Si guadagnano tutti questi soldi col rame?”.
“Non credo,
ciò non toglie che i rom siano gli artisti del rame”.
“Il rame è chiamato
anche oro rosso e viene chiamato anche cuprum, da cui deriva il simbolo chimico
dell’elemento, perché in epoca romana la maggior parte del rame era estratta
dall’isola di Cipro, l’isola di Venere… sai che gli zingari sono grandi
estimatori e intenditori della bellezza femminile? E sai che si dice che il
rame abbia proprietà terapeutiche per il nostro corpo? L’uso di portare
braccialetti di rame al polso per combattere le manifestazioni reumatiche e
prevenire i processi infettivi fu introdotto circa 6000 anni a.C. proprio dai
caldei. Nella Bibbia, Dio impartisce a Mose il comando: “Per le purificazioni farai una vasca di rame con il piedistallo di
rame e la riempirai d’acqua. Aronne e i suoi figli useranno questa acqua per
lavarsi le mani e i piedi. Così non moriranno. Essi devono lavarsi le mani e i
piedi per non morire. Questa prescrizione rituale ha valore assoluto per lui e
tutti i suoi discendenti”. Oggi è riconosciuto che il rame ha proprietà per
il nostro corpo a livello chimico, elettromagnetico ed elettrico”.
“Lyuba non
trovi strano che negli Anni Settanta era di moda portare i braccialetti di rame?
Ce l’avevano quasi tutti”.
“Forse sì,
forse no, allo stesso modo oggi possono sembrare strani anche tutti i furti di
rame che avvengono, addirittura ci sono stati dei blocchi dei treni, per i
furti di rame ai binari, spesso vengono imputati proprio agli zingari. Ecco
torniamo agli zingari, che si definiscono rom cioè uomini, gli altri i gagè, secondo
loro, sono creduloni, superstiziosi, troppo attaccati alle cose, viceversa i
gagè pensano di loro che siano sporchi, ladri, senza cultura. Le ipotesi
sull’origine degli zingari sono veramente tante e disparate, la tesi più
convincente è che siano indoeuropei, dove è nata la nostra lingua, l’Urheimat
degli Indoeuropei, ovvero dalle steppe della Russia. Qualcuno li identifica figli
di Caino, altri come camiti ovvero i discendenti di Cam, il figlio di Noè, in
entrambi i casi maledetti, dovendo espiare come scrive la Bibbia: “Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech
settantasette”, e più tardi Cristo
dice: “Non ti dico fino a sette volte, ma
fino a settanta volte sette”, vedi Rico gli zingari avevano ragione i sette
anni iniziali del loro pellegrinaggio diventano illimitati in quanto il
dilagare dell’odio nei rapporti fra gli uomini del mondo aumenta in maniera
spaventosa: c’è sempre più da perdonare. Nel caso della successiva discendenza
camita, espiavano la maledizione di Noè contro suo figlio Cam che lo aveva
deriso quando lo sorprese nudo e ubriaco nella sua tenda, e che per questo
furono costretti a vagare sulla terra. Dei
camiti fanno parte i berberi, gli etiopi, gli egizi, i cananei, se questo è
vero ecco che i rom si possono agganciare alle popolazioni nomadi dei berberi
chiamati laguatan che abitavano il territorio della cirenaica durante il
periodo romano. I laguatan adoravano Gurzil, un dio guerriero a forma di toro, identificato
come il figlio di Amon, ritorna così il discorso del vitello d’oro. Altri pensano che facessero parte della
stirpe di Caino, forse per il loro legame col fuoco e il fatto che erano degli
ottimi fabbri, oppure sacerdoti al servizio dei faraoni d’Egitto, ci sarà pure
un motivo se questo Egitto salta sempre fuori, tra l’altro quando uno di loro
muore, vengono bruciati tutti i suoi beni, così non si creeranno liti, nelle
loro sepolture trovano posto il letto, il comò, i quadri, modellini di moto e
macchine di lusso, mutuando così un poco i riti funebri egizi. Nel territorio
bizantino, nei secoli VIII e XI, i rom vengono chiamati athinganoi, dal nome
degli aderenti ad un’antica setta eretica che praticava la chiromanzia e la
stregoneria e che erano chiamati anche Melki-Zedekites e con questo nome ci
addentriamo nel mistero dei misteri, sino ad arrivare ad Atlantide e al re del
mondo. Dove vive il re del mondo e chi è? In un luogo inaccessibile, forse
conosciuto dal piccolo popolo degli zingari, un Centro Spirituale Supremo dal
quale emanano energie da cui dipende, in modo più o meno diretto, tutto il
creato. Melkizedek, il sacerdote o re del mondo richiede di mantenersi puri e
casti, chiede la rinuncia totale ad ogni amore terrestre per poter diventare parte
di una fratellanza angelica e da questo centro sembrerebbe inviato il mio
gruccione. Tieni conto che Melkizedek è raffigurato nei mosaici in San Vitale a
Ravenna mentre assieme ad Abele dona le offerte a Dio, preannunciando l’offerta
dell’Eucaristia che accade durante la Messa. Nel XV gli zingari arrivano nell’
Europa centro-occidentale guidati da capi che affermano di essere “duchi o
marchesi d’Egitto” e come lasciapassare hanno lettere di protezione da parte
dell’imperatore Sigismondo, re d’Ungheria e Boemia, si definiscono pellegrini
egiziani, costretti a vagare sette anni per espiare il loro voto. Ovunque è
assicurata loro immunità, ma successivamente il passaporto di Sigismondo non è
più sufficiente così pare che ottenessero un lasciapassare addirittura dal
pontefice romano. Un ulteriore intreccio fra gli zingari e la Romagna si ha con
Sigismondo. L’imperatore del Sacro Romano Impero, nel 1433 aveva nominato
cavaliere il quindicenne Gismondo Malatesta di Rimini insieme al fratello
Domenico. Dopo questa investitura, fu dato loro un nuovo nome: Gismondo, con
l’aggiunta di una sillaba, divenne Sigismondo, mentre Domenico, Signore di
Cesena, fu chiamato Novello erano forse diventati cavalieri di quell’Ordine del
Drago Rovesciato, fondato nel 1418 dall’imperatore? Di cui faceva parte anche
l’atleta di Cristo il Castriota che aveva legami con l’impero bizantino e
successivamente con quello russo? Sempre nel 1433 l’imperatore adottò come
simbolo del Sacro Romano Impero, l’aquila bicipite che era l’emblema del
Castriota. Come vedi, Rico, senza sapere nulla, muovendomi con ciò che mi
suggeriva il gruccione, ho indagato su temi che alla fine della storia
riappaiono e si intrecciano ma il silfio cosa c’entra? Ci sono grandi
differenze tra i diversi gruppi di zingari: alcuni sono musulmani, altri
cristiani ortodossi, altri cattolici o luterani. Alcuni festeggiano il Natale e
la Pasqua, altri festeggiano il Bajram che è la festa più importante per il
popolo di fede mussulmana, anche alcuni elementi di origine indiana sono
comuni, pur se affiancati alle religioni dei paesi ospitanti. Comune a tutti
gli zingari è la credenza negli spiriti dei morti e la fede nella ruota della
fortuna legata al suo destino. Il concetto rom di marimè equivale alla forma
negativa del concetto ebraico di kosher;
il primo indica impurità rituale, mentre il secondo si riferisce alla purezza
rituale. Quello che è marimè per un rom, non è kosher per un giudeo, ma entrambi
prenderanno le dovute misure per non contaminarsi con tali cose oppure
seguiranno determinate regole di purificazione. Dopo tutto questo riassunto,
ipotizzo e poi chiudo e la ricerca muore come è morto il gruccione. È possibile
che ci sia un Centro, posto nell’Urheimat indoeuropea, la patria originale, da
cui emanano energie. La castità e la purezza sono le doti per attivare da questo
Centro energia positiva, gli zingari sono le genti che sono in grado di captare
che tipo di energie provengano dal Centro, localizzabile forse in Medio
Oriente. Gli zingari popolo maledetto perché? È qualcosa che a che fare con
l’oro che loro rubano e portano addosso a pacchi. Perché loro rubano? Perché con
ciò ricordano il mito: a volte occorre anche rubare magari con destrezza. I
miti fondanti sono basati sul ratto, il mito della nascita dell’Europa è
fondato su un rapimento, la guerra di Troia è scatenata dal ratto di Elena, Eracle
ruba i pomi d’oro e un sacco di miti narrano di ruberie, furti di mandrie, il
vello d’oro stesso è un furto. Gli zingari smetteranno di rubare quando si avrà
il ritorno all’era chiamata dell’età dell’oro, ora siamo alla fine del kali
yuga, che rappresenta l’età caotica del ferro. È possibilissimo che gli zingari
fossero in cirenaica, nel I secolo e che rubassero a man bassa il silfio, che
al tempo era sinonimo di oro, come secoli prima rubarono l’oro per costruire il
vitello, loro idolo. Il silfio veniva usato come foraggio per gli animali che
così avevano una carne speciale, probabile che gli zingari usassero il silfio
per fondere l’oro o forgiare il rame, che così avrebbe avuto un valore
speciale, causando la scomparsa della pianta e per questo scacciati e
maledetti. È possibile che ne abbiano conservato qualche pianta preservandola
lungo i tempi, che mostreranno, essendo indovini quando sarà il momento giusto,
che coinciderà con l’emissione di molta energia positiva dal Centro e
sicuramente con un allineamento particolare di certi pianeti e stelle. Pare che
il momento propizio sia giunto e pare pure che il silfio apparirà. Tenendo
conto di Melkizedek e di Sigismondo il silfio riapparirà nel territorio fra
Ravenna e Rimini, anzi penso addirittura che sia possibile il ritrovo del silfio
nel Delta del Po, dove ci troviamo ora. La Via degli zingari, è una via di
recente denominazione che ricorda che qui un tempo c’era il campo nomadi
comunale ormai dismesso, e gli zingari ritornano sempre nei loro luoghi sin dai
tempi più antichi. Per ultimo ti dico che la parte politica che ne trarrà più
vantaggio sarà probabilmente la Russia visto che quel tale Duga, ha il nome del
segnale russo e visto l’emblema dell’Albania, del Castriota ecc. L’aquila
bicipite fu adottata come stemma imperiale per la prima volta dall’imperatore
romano Costantino il Grande, come stemma dell’Impero romano d’oriente fino
all’ultima dinastia di imperatori bizantini: quella dei Paleologi. La Chiesa
ortodossa greca usa l’aquila bicipite come eredità dei bizantini. Lo stesso
stemma fu poi usato dagli Arsacidi i re d’Armenia, e più avanti dagli Asburgo,
imperatori d’Austria e re d’Ungheria, e dai Romanov, zar di tutte le Russie.
Anche i re di Serbia, i principi di Montenegro, e l’eroe albanese della resistenza
contro i turchi ottomani, Giorgio Castriota adottarono l’aquila bicipite come
emblema. L’aquila bicipite fu simbolo anche per il regno di Mysore nell’India.
L’aquila bicipite bizantina con due teste separate fin dal collo e rivolte in
due direzioni opposte rappresenta l’Occidente e l’altra l’Oriente, l’aquila
bicipite sarà il simbolo della nuova età dell’oro e se non possibile sarà solo
un’età del rame, migliore comunque che quella odierna del ferro. Come ti sembra
il mio ragionamento?”