venerdì 13 aprile 2018

DIARIO 7

Oggi, siamo a metà gennaio, mi sento un po’ così- e che razzo ma tu ti senti sempre un po’ così-. Specifichiamo bene, l’umore non è che cambia di giorno in giorno, ci vuole tempo, è quest’ultimo che cura tutto, sia le ferite fisiche che quelle dell’anima e poi oggi ho un motivo serio. Ieri sono andata a trovare amici  a ******, una città che dista 300 km circa da Ravenna e là a casa degli amici ho dimenticato il cellulare. Ora devo decidere se farmi inviare il cellulare per posta o rifarmi il viaggio, credo che opterò per questa ultima soluzione, non voglio cedere al male, arrabbiarmi con me stessa per la smemoratezza o incapacità, voglio vivere questa cosa come una nuova esperienza e il nuovo viaggio che dovrò fare voglio vederlo come segno fortunato del destino, come nuovo e fortuito incontro con gli amici di ******. Certo che il cellulare me lo porto perfino in bagno, faccio tutto col cellulare, telefono, chatto con gli amici di Facebook e di WhatApps, faccio infinite ricerche su Google, uso il registratore, il metronomo, faccio foto, video, ascolto musica e tanto altro ma  a tutto ciò so rinunciare, quello che più mi preme sono le telefonate di lavoro, ma quest’ultima cosa si aggiusterà, ci penserò momento per momento… intanto come primo messaggio sul computer da parte di un amico di WhatsApps ho ricevuto queste parole: Mi sento sempre felice sai perché? Perché non aspetto niente da nessuno; aspettare sempre fa male. I problemi non sono eterni, hanno sempre una soluzione, l'unica cosa che non ha rimedio è la morte.  

Nessun commento: