Finì quasi
di corsa la visita ai Musei Capitolini, sicura che non sarebbe arrivata in
tempo per le diciassette, prese un autobus al volo che andava verso l’Eur e
fece in tempo ad arrivare proprio mentre il gruppo stava salendo sull’autobus
per Ravenna, salì e stramazzò su una poltroncina, la stanchezza arrivò
improvvisamente lasciandola più morta che viva.
Guardando dal
finestrino non riuscì a fare a meno di pensare che la zona dell’EUR era molto
bella, bellissimi palazzi, quello della Civiltà Italiana le era parso in grado
di rivaleggiare col Colosseo, tutto le era parso molto ordinato e pulito,
tra l’altro ora, dopo aver visto tanto biancore e tanti marmi, stava vedendo
dal finestrino un lago artificiale piuttosto grande, pieno di verde, di alberi
e di cascatelle, assolutamente delizioso i romani dovevano ben essere grati al
duce.
L’EUR infatti
è stato iniziato negli anni ‘30, quando Benito Mussolini, per festeggiare il
ventennale della marcia fascista su Roma, incaricò una serie di architetti del
calibro di Piacentini, Vietti, Pagano, Piccinato e Rossi, di edificare un nuovo
quartiere. Nella sua mente avrebbe dovuto essere la Terza Roma: lo stile degli edifici doveva ricordare la maestosità e
le linee architettoniche degli edifici monumentali della Roma imperiale. La
data finale dei lavori, che avrebbero dotato la capitale d’Italia della sua piccola Brasilia,
(Brasilia, una città tutta nuova che divenne capitale del Brasile nel 1960) era
fissata: nel 1942, anno in cui avrebbe dovuto
ospitare l’Esposizione Universale di Roma, da cui deriva l’acronimo EUR, che non si svolse mai causa la seconda guerra
mondiale.
Dopo l’EUR Roma
diventava solo periferia e strade su cui i romani correvano come matti, Betty
non guardò più dal finestrini e fece tutto il viaggio di ritorno in stato quasi
comatoso pensando alle sue impressioni su Roma.
Tutto era
stato più bello di quello che si era immaginata, il gran caldo sofferto e il
luogo malefico del sepolcro di Romolo profanato dove era stata a lungo appoggiata,
prima involontariamente e poi testardamente, la fame e la sete che ora sentiva
ferocemente non la impensierivano per niente, era piena, satura della bellezza di
Roma, si appisolò felice, non sapendo che Roma per lei sarebbe diventata il suo
inferno.
immagine: Palazzo della Civiltà Italiana detto il Colosseo Quadrato
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