“Gilles” è il titolo di questa opera del 2008,
acrilico su tela, dimensioni 100X100 cm.
Gilles è il pagliaccio, non certo stereotipato, è
ognuno di noi che vive con la propria
maschera, ha paura di toglierla, quindi
piange per la sua codardia, perché sa che così
non vivrà la sua vita, ma quella che vogliono
gli altri per lui. Avevo ricevuto una
commissione per la realizzazione di un
ritratto di un pagliaccio, quello “classico”, col
volto imbiancato, sorridente e con, sul
cucuzzolo del naso, una specie di pomodoro
Pachino, naturalmente rifiutai, ma le
insistenze furono talmente tante che alla fine
giunsi a un compromesso, avrei dipinto un
pagliaccio (uno dei temi che non mi piace in
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assoluto) ma a modo mio, il risultato alla
fine non piacque al committente, non piacque
a nessuno, neanche a mia madre e il quadro
lo appesi a casa mia, dopo qualche anno, lo
volevano tutti, mia madre, gli amici e gli
ospiti che arrivavano a farmi visita, persino
il mio medico, offrendomi buone cifre, ma a
quel punto mi ero affezionata a Gilles e
nonostante le insistenze è ancora sulla parete
del salotto di casa mia. Il dipinto ha uno
sfondo informale lavorato con gesti veloci in
tonalità di rosso scuro. Il simbolo del colore
rosso, come tutti i simboli, ha valenze sia
positive che negative, qui essendo scuro,
mescolato col nero esprime il lato oscuro, il
pericolo per chi tenta di conoscere il futuro,
perché in questo caso il pagliaccio/Gilles che
occupa quasi tutto lo spazio della tela,
appare come una profetessa o come una
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Cassandra. Gilles, infatti, è un volto di
donna, imbiancato e solcato da segni scuri,
gli occhi cupi con lacrime di sangue di colore
nero, questo colore rappresenta la negazione,
la capitolazione e la resa, Cassandra piange e
soffre perché non è ascoltata nelle sue
profezie. A che serve la profezia se non è
ascoltata? Ecco allora che Gilles/Cassandra
ha i capelli di paglia giallo/verde, l’allegria
del giallo si sporca, diviene disagio e
acredine, Gilles/Cassandra si interroga…
perché devo scrutare il futuro, con grave
pericolo per la mia salute mentale e
spirituale e poi non mi ascoltano, ma mi
dicono che sono pazza? Cassandra nella
mitologia greca, è figlia del re di Troia,
Omero la chiama “la più bella tra le figlie di
Priamo e di Ecuba”, fu sacerdotessa nel
tempio di Apollo da cui ebbe la facoltà della
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preveggenza, prevedeva terribili sventure ed
era pertanto invisa a molti; predisse la
guerra di Troia, mise in guardia i Troiani
sul Cavallo di legno (ideato da Ulisse), ma
non fu ascoltata, la sua ultima profezia
riguardò la sua stessa sorte, quando,
catturata come schiava di guerra dal re di
Micene Agamennone, predisse la morte di lui
e la propria per mano di Clitennestra,
quest’ultima era la moglie di Agamennone
che si vendicò in quanto non riuscì mai a
perdonare al marito la morte di Ifigenia, la
loro figlia sacrificata per volere di Artemide,
affinché i Greci potessero salpare per Troia.
Gilles/Cassandra sorregge il volto con due
mani piegate formando la lettera “M” che
riporta a Maria, alla Madonna, infatti, si
intravede anche un po’ blu, colore che oltre a
Maria evoca l’esperienza del bello, la
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meditazione, la quiete, la moderazione e il
controllo. Gilles/Cassandra scruta il futuro
non come una cartomante, ma per ascoltare il
divino e aiutare l’umanità. Perché la mia
opera è intitolata Gilles, se alla fine risulta
essere una Cassandra? Antoine Watteau
Valenciennes (1684-1721) è stato un pittore
francese rococò. Il Rococò è un nuovo stile
nato in Francia alla fine del Seicento e
diffusosi poi in tutta Europa. Si affermò sotto
Luigi XV e si sviluppò sino alla metà del
XVIII secolo quando subentrò il Neoclassicismo. Questo stile interessò anche la
musica e la pittura, ma si realizzò soprattutto nell’architettura degli interni e nelle
arti applicate cioè arazzi, mobili, porcellane,
stucchi, destinati a ornare i salotti
aristocratici. È un’arte che proviene dal
Barocco, ma molto più leggera, con forme
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curve e sinuose, con soggetti, graziosi ed
eleganti, stile che non amo particolarmente
ma Watteau è diverso, dipinge rococò perché
quella è la società di allora ma ne è
disturbato, non la avvalla. Watteau nel
1718/19 dipinge “Gilles” (conosciuto anche
come Pierrot detto Gilles) custodito al museo
del Louvre di Parigi, questo Gilles/Pierrot è
raffigurato da Watteau grande, grosso e
infiocchettato, ma dal volto fortemente
malinconico, con uno sguardo triste e perso
come se dicesse… sono qua cosa devo fare?
Quello di Watteau è un mondo artefatto, gli
anni in cui visse sono un po’ come i nostri
anni odierni, in cui tutto è falsità, tutto è
teatro, dove noi siamo marionette, coi fili
esterni mossi dalle mode volute dal mercato,
ma anche tenuti prigionieri da misteriosi e
inflessibili legacci interni. Sotto l’apparente
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frivolezza di Watteau si cela un sentimento di
malinconia che riflette la consapevolezza
della fugacità dei piaceri terreni. Questa
intensità poetica pervade le sue opere di un
vago senso di finito ed infinito. Watteau era
noto per il suo temperamento irritabile e
irrequieto. Morì prematuramente di tubercolosi; si è ipotizzato che l’umore malinconico
dei suoi quadri fosse connesso all’ossessivo
pensiero della morte. Egli usava materiale
scadente, di poco conto, perciò molte sue
opere sono in condizioni precarie, in lui c’era
già quel raccogliere il gettato, il riutilizzare
lo scarto che può far pensare ad una stessa
matrice insita anche nell’Arte Povera,
movimento artistico italiano degli anni
Sessanta in cui serpeggia la stanchezza della
stanchezza morale, da me molto amato. Ho
scritto un romanzo ispirato a questo dipinto
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il cui titolo è “I viaggi di Gilles”, un racconto
dove antico e moderno si incontrano, è la
storia della ricerca del Graal in terra di
Romagna… un nuovo ritorno al Divino.
venerdì 1 marzo 2024
CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello
Gilles
di Paola Tassinari
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