Un’antica casa nei Sassi, due sedie e una lampada a olio, una di quelle che si usava quando non c’era la corrente elettrica (Fotografie di Annamaria Antonelli)
La luce della candela di Vito Coviello
Della candela ricordo ancora
la sua luce giallastra e tremolante,
di quando in campagna
a casa dei miei nonni, dove ero io nato,
non era ancora arrivata la corrente elettrica
e la sera non essendoci luce in casa
si accendevano quelle candele
di cera delle api delle arnie del nonno.
Quelle candele fatte in casa
dalla mia nonnina Maria
dopo che aveva estratto
quel buon miele dorato
erano gialline come il polline.
Quelle candele facevano una luce tremolante
che profumava di miele e di fiori per i petali
che la mia nonnina aveva aggiunto alla cera s
ciolta in un pentolino a bagnomaria.
Quella luce tremolante e ballerina,
illuminava la notte buia
danzando allegramente
e felice di ascoltare con me le favole
che mi raccontava la mia cara nonnina.
Ora che sono vecchio e stanco
nei miei pensieri notturni,
ora che negli occhi ho solo il buio,
posso ancora sentire il suo profumo
e ricordare di quel tempo
ora non è più
ed io non vedo più.
E’ l’Albero della Vita di colore azzurro; il tronco è il corpo di un uomo e di una donna abbracciati e le loro braccia sono i rami - E’ una scultura che si trova davanti a un noto albergo nel Sasso Caveoso in prossimità di Piazza San Pietro difronte alla Murgia materana. (Fotografia di Annamaria Antonelli)
Anche se di Vito Coviello
Anche se nella buia notte
del tuo freddo inverno
la natura sembra morire,
non vedi più la meraviglia del cielo stellato,
né quella piccola stellina che
alla tua nascita ti fu assegnata.
Anche se la neve ha imbiancato
la sua gelida morsa, i tuoi pensieri solitari.
Anche se dopo aver tanto camminato vorresti
fermarti a riposare,
se nel tuo cuore alberga amore per te
sarà sempre primavera
e avrai sempre voglia di correre incontro
al tuo amore per abbracciarla,
e quella tua stellina in cielo brillerà
più del sole per illuminare
la tua vita tutti i giorni.
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