lunedì 1 aprile 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello


 Anna la coraggiosa di Paola Tassinari 

Parallelamente alla pittura, quindi ai colori e alla loro stesura libera, al limite dell’informale, amo molto il disegno, non solo come schizzo preparatorio, ma proprio nel tracciare linee che si intersecano, creando volume e “colore” con la gamma del nero/grigio della penna biro o della matita di grafite, ma anche col pennino e l’inchiostro, poi magari intervengo con un pizzico di colore per evidenziare ciò che mi preme. D’altronde a volte non so decidere se sia più bella Firenze o Venezia, sono uniche nel loro splendore e la stessa cosa è per me scegliere fra il disegno o la pittura. Perché ho scelto queste due città per cercare di spiegarvi l’uguale importanza del disegno e della pittura per me? Nel Quattrocento/Cinquecento a Firenze si diede più importanza al disegno nella pratica pittorica, mentre a Venezia si diede più importanza al colore, alla base di questa scelta vi era anche un modo di pensare diverso. L’arte fiorentina nasce come ricerca di una bellezza che è soprattutto perfezione ideale, studiata e mediata dalla ragione. Il clima che si respira a Venezia è diverso: la bellezza ha una finalità legata più ai sensi che all’intelletto. Venezia è una città ricca, addirittura lussuosa e con una notevole tolleranza nei confronti dei piaceri della vita (Venezia era godereccia, era d’uso, per esempio, che si inscenassero nelle case nobiliari spettacoli erotici e libertini recitati dai giovani aristocratici e pure veniva  incentivata la prostituzione per distogliere gli uomini dalla omosessualità molto diffusa, la Repubblica di Venezia fu uno dei pochi baluardi rimasti immuni all’Inquisizione, rivendicando sempre la sua laicità e libertà dal Vaticano). Il disegno è il modo come il nostro cervello razionalizza ordina le forme che percepisce. Il colore è la trascrizione del nostro pensiero istantaneo e sensoriale, io mi sento attratta fortemente sia dalla forza della ragione sia da quella dei sensi, come per tutti credo, comunque l’importante è l’equilibrio, putacaso, la parola talento in origine, prima di rappresentare l’antica e preziosa moneta greca, significò bilancia, ovvero giustizia, ordine, equilibrio, che accade quando si hanno i piatti alla pari, ma poi troppo ordine stanca, siamo fatti di carne e annullare le emozioni e i sensi non è nella mia indole quindi abbraccio sia il disegno, sia la pittura, sia l’intelletto, che i sensi, convintissima della frase di Orazio… est modus in rebus (esiste una misura nelle cose) che continua… sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum (vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto). Il disegno in questione è a matita, misura 20x30 (ma è stampabile in varie misure su Polionda: un materiale rigido, resistente e leggero molto utilizzato nella stampa digitale) e raffigura una mia compagna di scuola a cui ho dedicato un racconto. Nel 2008, apro il blog: “teodericaforum.blogspot.com”, col mio nome d’arte Teoderica, pseudonimo che ormai non uso più, iniziando a scrivere frasi, articoli, poi racconti, infine, romanzi e poesie accompagnati da disegni eseguiti a mano e poi elaborati al computer. Il titolo del disegno e del racconto è “Anna la coraggiosa”, così Anna è raffigurata con lunghi capelli neri, con la riga da una parte, occhi e labbra grandi colorate di rosso bragia volendo esprimere il fuoco acceso, perché Anna la mia amica ha affrontato scogli persi, scogli insormontabili ma, superati e vinti, tramite la sua forza interiore e quel dito indice alzato sul naso, con l’unghia smaltata di rosso sta a significare il silenzio, perché in certi casi serve il fare, abbassare la testa e andare. Quel dito indice di Anna è ispirato anche al gesto del San Giovanni Battista di Leonardo, il mirare all’alto, allo sforzo, alla fatica per arrivare a riscoprire il divino e a credere che possiamo farcela.

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