venerdì 20 novembre 2015

Il raggio dorato di Teoderica

                                                           Il raggio dorato di Teoderica
                                                                Di Gaetano Barbella



La casualità a volte è sorprendente per i risultati che si determinano, per esempio, nel concepire
immagini come questa in alto, che l'amica Paola Tassinari ha disposto, non so quando, come icona del
suo blog, http://teodericaforum.blogspot.it/.
All'occhio “profano”, può non dire nulla che lo desti, come davanti ad un'opera d'arte famosa, ma la
luce che da essa promana, essendo diversa dal solito, non manca, ad un certo punto, per “sua necessità
cosmica”, di giungere là dove è destino che arrivi trionfante.
Ho sempre ritenuto in Paola Tassinari una vena artistica particolare, il cui genere e natura è difficile da
intravedere, ma che alla luce di una certa indagine geometrica si rivela in modo sorprendente. Non è un
procedimento consueto nell'arte, almeno in quella moderna, poiché si tratta di rintracciare eventuali
telai strutturali che gli artisti del Rinascimento usavano allestire a supporto delle loro opere. È assai
noto che le loro geometrie più adottate erano all'insegna della Divina Proporzione, meglio conosciuta
come la Sezione Aurea, oppure il ricorso a configurazioni di poligoni regolari stellati, come il
pentagramma o l'esagramma e via dicendo.
Non che Paola Tassinari si sia dato da fare per predisporre una sua geometria in armonia con la grafica
dell'icona. Tuttavia, in modo a lei ignoto e a sua insaputa, la sua mente vi ha contribuito tale da
considerarla l'artista in lei.
Ma entriamo nel merito di questa icona che vuol raffigurare appunto la conduttrice del blog suddetto e
che qui si fa chiamare Teoderica, un nome chiaramente legato alla storica Teodora (497 – 548)
l'imperatrice Bizantina, Augusta dell'Impero romano d'Oriente.
Di Teodora imperatrice mi resta impresso della sua storia il tempo in cui era una donna di umili origini,
e non tanto il seguito della sua vita che l'arte pittorica e scultorea ha immortalato. È così che la vedo
legata all'amica Teoderica, di un'origine, secondo me, la stessa da cui si diparte appunto “Il raggio
dorato di Teoderica” del titolo di questo scritto, come a immaginare che solo da qui si genera
un'auricità insolità e singolare.
Può essere che quest'“oro eterico” si manifesti nello splendore, come fu per Teodora imperatrice
bizantina, oppure nell'ombra interiore dell'anima, al limite, perché anche qui si può imperare. Ma c'è
sempre l'opportunità, perché l'anima “imperatrice” conceda al corpo, in cui alloggia, parte della sua
corona regale, almeno un suo raggio aureo. Ed è ciò che ora mi propongo di mostrare appunto con
l'ausilio di una mia concezione peculiare di geometria intuitiva e non suggerita da testi di accademia
d'arte.
Tutto ha avuto origine, da poco, dall'essere stato attratto da uno dei due occhi del volto di Teoderica
dell'icona, quello di destra di lei, in prossimità del libro dai bordi colorati in rosso. Più che l'occhio in
questione è stata la sua estremità esterna ad attirarmi, tanto da farmi pensare ad un certo “guardare con
la coda dell'occhio”, pur fissando comunque lo sguardo sul davanti.
La frase “guardare con la coda dell'occhio”, normalmente viene usata per dire sbirciare, ossia per
osservare senza farsi notare, ma anche per dire dell'altro. Nel nostro caso potrebbe far pensare che
Teoderica (ovvero Paola), per sua natura, sia incline a riflettere in un modo insolito, cioè non
astraendosi dal presente, e perciò pensare mentre è portata ad osservare normalmente il quadro frontale
della realtà del momento. Facendo un parallelo, è così per i matematici in genere, e anche per gli artisti
e tanti altri, poiché la loro mente è occupata in modo “binario”, come se fosse un pianeta illuminato da
due soli.
Ed ora si osservi la stessa icona mostrata in precedenza su cui ho disegnata la geometria argomentata
che mi appresto a commentare.

Il rettangolo dell'icona presenta sulla verticale un asse che lo divide in due parti che rispettano la
Divina Proporzione, ossia la Sezione Aurea. Perciò considerando le due parti, il lato del rettangolo più
grande è 0,618 rispetto al lato del rettangolo dell'icona stabilita uguale a 1.
Analogamente per l'asse orizzontale che divide il rettangolo dell'icona si determina altrettanti due parti
che rispettano la Divina Proporzione. Dunque, anche qui, considerando le due parti, l'altezza del
rettangolo più grande è 0,618 rispetto all'altezza del rettangolo dell'icona stabilita uguale a 1.
Ecco che si capisce a volo la mia acutezza nell'essere stato attirato dalla “coda dell'occhio” destro
accanto al libro, poiché nello stesso punto si determina l'incrocio dei due assi aurei, testé descritti.
Naturalmente la diagonale che unisce i due vertici del rettangolo dell'icona, come rappresentato
graficamente, passa per il suddetto incrocio. Il “raggio dorato” argomentato si delineerà tramite la
suddetta diagonale ed una successiva che passa con precisione dal bordo rosso del libro, vedere per
credere!
Il libro può simboleggiare più cose cui Paola Tassinari è incline a curare, anzi a scrivere a modo suo,
davvero attrattivo. Ma è anche un ripasso di storia che transita suo tramite per intrattenere gli amici
ospiti del suo blog nell'intento di colmare lo spazio fra lei è la trascorsa Teodora Bizantina. Il segno che
sembra mettere in risalto questa origine è confermato proprio dalla diagonale inferiore del “raggio
dorato” che sostiene l'iniziale T di Teoderica e dunque di Teodora imperatrice.
Che significato dare a tutto ciò espresso con la geometria della Divina Proporzione?

Dell'argomentata “coda dell'occhio”, l'estremità inferiore
(passante per l'incrocio dei due assi aurei) se valutata con
l'antica misura egizia dell' “Occhio di Horo” (vedi accanto),
vale 1/32°, una estrema frazione che rappresenta
numericamente il “gusto”, il “germoglio del frumento” per
l'antico scriba egizio. Di qui, il passo è breve per dar corpo a
quell'origine aurica legata a Teodora imperatrice. Ma c'è di più
se si esamina l'altra estremità del “raggio dorato”, perché
vediamo che passa per il sopracciglio dell'occhio che vale 1/8°.
In questo caso è il pensiero, ossia la mente, ad essere coinvolti.
Ora tirando le somme con le tre cose emerse, visione, origine (ossia passato) e pensiero, viene da
pensare alla veggenza di cui potrebbe essere capace Paola Tassinari, in arte Teoderica.
Il “raggio dorato” mi fa venire in mente una sorte di iniziazione, non che si sia verificato in qualche
modo in lei, tuttavia può essere un fatto in potenza che potrebbe verificarsi ma non si sa nemmeno
come, quando e in che misura.
Brescia, 15 novembre 2015

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