Il principe Giovanni Torlonia, che abitava a
fianco di Mussolini, nella Casina delle Civette, era un uomo poco socievole e
amante dell’esoterismo.
Nel 1908 volle radicalmente
trasformare l’edificio della “Capanna svizzera”, disseminandolo di simboli
esoterici. L’intitolazione della Casina alle civette si deve al fatto che fin
dall’antichità l’animale è simbolo per eccellenza della magia e della veggenza
e incarna la capacità di vedere anche nel buio più totale e di poter udire
anche il più sottile rumore. Affascinante e misteriosa, rappresenta le innate
doti magiche delle persone portate alle arti incantatorie o interessate
all’occultismo e attratte da tutto ciò che è misterioso e apparentemente
inspiegabile. Nella tradizione alchemica alla civetta vengono attribuite
diverse facoltà: la visione notturna, la magia, la telepatia, così come la
chiaroveggenza e la sapienza. Questo animale notturno intuisce e presagisce la
risoluzione di un problema, simboleggia un intelletto acuto e intelligente,
anche se combinato a un’indole triste. La civetta è invocata per scrutare il
mondo attraverso gli occhi di un’altra persona, per la vista a distanza o per
rintracciare gli oggetti perduti, per agire guidati dalla visione interiore,
per discernere con maggiore chiarezza nei momenti
cupi e di difficoltà. Questo uccello nelle pratiche alchemiche e di magia nera
è spesso identificato con Satana e fa parte anche dei simboli massonici.
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La civetta è
una civetta e Betty lo era, era attratta da tutto ciò che non capiva, attirata dal
misterioso come una calamita, ma sempre mossa solo dal fuoco della conoscenza,
sempre senza secondi fini, voleva solo capire, e poi lo era anche con i modi
civettuoli lievemente maliziosi e con lo sguardo che come quello della civetta
si fissava nel vuoto, in assenza del pensiero, in uno stato meditativo
spontaneo in cui si perdeva piacevolmente, per poi ritornare nel mondo bruscamente
quando sua madre arrabbiata le diceva: “Smettila di guardare con quegli occhi
fissi!”
Betty diede
un’alzata di spalle, Roma era stupenda e a lei piaceva da matti la civetta che
non aveva niente di satanico ma…
Sì ora
rammentava: se sentivi la civetta di notte cantare 3 volte sarebbe morto
qualcuno a te caro, – mo’ basta Betty falla finita con la iella- così si disse
Betty che era felice:
Roma le aveva portato fortuna.
immagini: Casina delle Civette- Villa Torlonia-Roma
1 commento:
Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero, ma nelle persone che ti stanno vicino nei momenti speciali.
Buon Natale!
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