domenica 15 dicembre 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,XXXIX parte



 Il principe Giovanni Torlonia, che abitava a fianco di Mussolini, nella Casina delle Civette, era un uomo poco socievole e amante dell’esoterismo.
Nel 1908 volle radicalmente trasformare l’edificio della “Capanna svizzera”, disseminandolo di simboli esoterici. L’intitolazione della Casina alle civette si deve al fatto che fin dall’antichità l’animale è simbolo per eccellenza della magia e della veggenza e incarna la capacità di vedere anche nel buio più totale e di poter udire anche il più sottile rumore. Affascinante e misteriosa, rappresenta le innate doti magiche delle persone portate alle arti incantatorie o interessate all’occultismo e attratte da tutto ciò che è misterioso e apparentemente inspiegabile. Nella tradizione alchemica alla civetta vengono attribuite diverse facoltà: la visione notturna, la magia, la telepatia, così come la chiaroveggenza e la sapienza. Questo animale notturno intuisce e presagisce la risoluzione di un problema, simboleggia un intelletto acuto e intelligente, anche se combinato a un’indole triste. La civetta è invocata per scrutare il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona, per la vista a distanza o per rintracciare gli oggetti perduti, per agire guidati dalla visione interiore, per discernere con maggiore chiarezza nei momenti cupi e di difficoltà. Questo uccello nelle pratiche alchemiche e di magia nera è spesso identificato con Satana e fa parte anche dei simboli massonici. (www.associazionevesta.com/tag/casina-delle-civette/)
La civetta è una civetta e Betty lo era, era attratta da tutto ciò che non capiva, attirata dal misterioso come una calamita, ma sempre mossa solo dal fuoco della conoscenza, sempre senza secondi fini, voleva solo capire, e poi lo era anche con i modi civettuoli lievemente maliziosi e con lo sguardo che come quello della civetta si fissava nel vuoto, in assenza del pensiero, in uno stato meditativo spontaneo in cui si perdeva piacevolmente, per poi ritornare nel mondo bruscamente quando sua madre arrabbiata le diceva: “Smettila di guardare con quegli occhi fissi!”
Betty diede un’alzata di spalle, Roma era stupenda e a lei piaceva da matti la civetta che non aveva niente di satanico ma…
Sì ora rammentava: se sentivi la civetta di notte cantare 3 volte sarebbe morto qualcuno a te caro, – mo’ basta Betty falla finita con la iella- così si disse Betty che era felice: Roma le aveva portato fortuna.


immagini: Casina delle Civette- Villa Torlonia-Roma

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero, ma nelle persone che ti stanno vicino nei momenti speciali.
Buon Natale!