sabato 8 agosto 2020

VACANZE ROMANE romanzo a puntate,LXII parte



Sulle origini dei libri sibillini, che tutti dovevano credere che fosse una raccolta di profezie della Sibilla, c’è una storia mitologica, ideata quasi certamente da Tarquinio il Superbo.  
Solitamente quando un re desiderava che il suo lavoro legislativo non andasse perduto alla sua morte si inventava qualche cosa in modo il popolo rimanesse legato alle nuove leggi come se fossero un rito antico… Solone ad Atene, Licurgo a Sparta fecero credere che le leggi, che avevano dato alle rispettive città, non potevano essere cambiate, finché i loro corpi, una volta che essi si erano allontanati dalle rispettive città, non fossero tornati in patria.
Tarquinio, fece intendere che i suoi precetti erano insegnamenti arrivati a lui tramite le visioni divine e profetiche di una sibilla, il mito racconta che… “Un giorno una donna, si presentò a Tarquinio per vendergli nove libri di oracoli della Sibilla. Tarquinio si rifiutò di acquistare i libri al prezzo, che la donna chiedeva e quella si allontanò per bruciare tre dei nove libri. Poco dopo tornò dal re per vendergli allo stesso prezzo i restanti sei libri. Pensando che fosse una pazza, il re la derise, perché gli chiedeva di acquistare allo stesso prezzo un numero minore di libri. La donna si allontanò nuovamente e bruciò la metà dei libri e presi i restanti tre li offrì al re allo stesso prezzo. Tarquinio, meravigliato dalla insistenza della donna, si rivolse allora agli Auguri ( sacerdoti romani)e raccontati i fatti, chiese cosa occorresse fare. Gli Auguri avendo capito da alcuni presagi che ciò che era stato disprezzato era un dono divino, affermarono che era stata una grande disgrazia non aver comperato tutti i libri. Aggiunsero che bisognava dare alla donna la somma che chiedeva per salvare gli oracoli restanti. La donna dopo aver consegnato i libri e dopo aver diffidato a rispettarli, non fu più vista fra gli esseri viventi”.

immagine: Tarquinio il Superbo

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