Nell’antichità
l’inimicizia e la resistenza dei Volsci e degli Equi contro Roma resterà proverbiale.
Conquistato il territorio degli
Equi, per impadronirsi delle risorse idriche dell’Aniene, fu istituita la Tribù
dell’Aniene la più grande tribus territoriale della repubblica, che ai tempi di
Cicerone, decideva con quella Terentina le elezioni in Roma.
Visto che
sto pensando all’antica Roma, quella parte di storia di Roma che si confonde col mito e che più ho amato, quella mitica dei re e
quella della repubblica, si disse Betty, è bene che mi soffermi sul significato
di tribus, in quanto le cose amministrative dei romani le ho sempre tralasciate
a favore dei personaggi e degli eventi.
Betty digitò
sul cellulare: tribù romane wikipedia.
Le tribù
dell'antica Roma erano originariamente raggruppamenti sociali in cui erano
suddivisi i cittadini romani. Originariamente individuate su base gentilizia
(gens), in epoca regia si trasformarono in suddivisioni territoriali. Istituite in età arcaica, secondo la
tradizione, dallo stesso Romolo.
Le tribù
erano originariamente in numero di tre:
i Ramnes
(da Romulus di origine latina , che dovrebbero identificarsi con le famiglie
romane autoctone, guidate dai Latini e stanziate nelle zone pianeggianti;
i Tities
(o Titienses da Titus Tatius di origine sabina), cioè le famiglie venute al
seguito di Tito Tazio, di origine sabina;
i Luceres
(da Lucumon o Lygmon di origine etrusca), che secondo Tito Livio erano di
origine incerta; secondo altri studiosi sarebbero stati gli abitanti delle zone
boscose nei dintorni di Roma (dal latino lucus, ovvero ‘bosco’), di origine
etnica prevalentemente autoctona; secondo altri, sarebbero genti di origine
etrusca condotte da un Lucumone (che in etrusco significa re), dal quale
avrebbero preso il nome; o anche dal re di Ardea, Lucero. Secondo questa
interpretazione Roma sarebbe sorta dall’integrazione di tre popoli: Latini,
Sabini ed Etruschi.
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