sabato 1 gennaio 2022

Vacanze romane 135°

 


Fin dal III sec. a.C.  in questo stesso luogo, lungo le pendici dell’Aventino, dove Betty scendeva felice,  sorgeva un roseto, Tacito, ne scrive negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo. Successivamente questo pendio dell’Aventino fu ricoperto di orti e di vigne fino a tutto il XVI secolo. Nel 1645, divenne l’Orto degli Ebrei con annesso il loro piccolo cimitero. Nel 1934, il cimitero ebraico fu trasferito al cimitero Verano, l’area rimase incolta ma agli inizi degli Anni Cinquanta divenne il roseto comunale.  Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele e i vialetti che dividono le aiuole assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo. Il giardino è a forma di anfiteatro ed ospita rose botaniche, antiche e moderne. Il Roseto ospita circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia.  L’idea di un roseto a Roma si deve alla Contessa Mary Gailey Senni, un’americana che sposò un conte italiano, questo Betty non lo sapeva lei volteggiava felice verso la fine della discesa, quando dolori lancinanti la presero all’addome. -Oh Dio che male, che mal di pancia- così diceva Betty mentre di corsa risaliva il colle senza degnare più uno sguardo le rose. -Che fare, che fare, c’erano solo rose e ancora salita, che fare, che fare, Betty non la teneva più. Vide un vicoletto con dei calcinacci, evidentemente stavano facendo dei lavori e si abbassò e la fece lì in gran quantità, poi la coprì con della cartaccia che era lì. Velocemente si diresse all’hotel, si chiuse nella doccia, aprì il rubinetto dell’acqua cercando di dimenticare tutto.

immagine: Roseto dell'Aventino

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