Capitolo 13
Lyuba, hai dimenticato il talamo, che fa il
talamo?
Considerando
che i neuroni presenti mediamente nel cervello umano sono 86 miliardi che
sommati agli 84 miliardi delle cellule della glia, che hanno funzione nutritiva
e di sostegno per i neuroni, si arriva a un totale di 170 miliardi di cellule,
calcolare le loro connessioni è un’impossibile missione.
Il cervello è
percorso da piccolissime correnti elettriche e da circa 50 sostanze
chimiche, sovraintende il lavoro
dell’organismo, elaborando i segnali in arrivo dall’esterno, immagazzinando i ricordi e soprattutto ci dà la capacità di
pensare, ragionare e scegliere.
Chi dirige
questo intenso traffico?
È il talamo,
riceve, correla, immagazzina e comanda i diversi segnali.
In fondo il
nome dice tutto, talamo significa anche letto nuziale e quindi il luogo dove si
riceve, si correla, si immagazzina e poi si genera la vita.
Il talamo
seleziona tutti gli impulsi provenienti dai recettori appartenenti a quattro dei
cinque sensi: vista, udito, tatto e gusto, e li trasmette alla corteccia
cerebrale affinché la persona ne sia consapevole, tranne l’olfatto che arriva
direttamente alla corteccia.
Il talamo
impara da ogni esperienza perciò viene condizionato anche dalla famiglia e dalla
società con le sue regole.
I
condizionamenti sono memorizzati dal talamo il quale blocca quegli impulsi che
alla coscienza darebbero gioia, felicità, ma che al prossimo recherebbero
dolore o dispiacere.
È facile
capire che si può riprogrammare il talamo con la marea di informazioni che ci
giungono da ogni dove, un controllo mentale volto al consumismo che stravolge
l’immagine che il talamo si è costruito nel corso di millenni.
Un percorso
antico che rispecchia la consapevolezza sociale, un modello fatto di regole,
dogmi, leggi, che determina il comportamento degli esseri umani.
Ma, gli
antichi come facevano a sapere che oltre a questa via del talamo così veloce e
primordiale come un Dioniso c’era un’altra via più sofisticata e ordinata come
un Apollo?
La doppia
via: il cervello processa gli stimoli in due modi diversi.
L’amigdala,
la mandorla sacra, in realtà sarebbero due, come anche altre parti del cervello
sono doppie, ma Lyuba non vuole addentrarsi troppo che poi si incasinava, lei vuol
capire il funzionamento in generale.
L’amigdala è
coinvolta in due percorsi.
Il primo chiamato
via bassa parte dagli stimoli esterni
recepiti dai quattro sensi, che arrivano al talamo, da qui altri impulsi elettrici
ripartono per raggiungere l’amigdala da dove partono nuovi impulsi elettrici che
impartiscono le direttive al cuore, i muscoli e altro con le reazioni fisiche
che esprimono le emozioni.
È questa via
bassa che ci tiene legati agli stereotipi, ai pregiudizi, che sono utilissimi
ma che a volte ci ingannano.
Il secondo
percorso chiamato via alta, gli
stimoli esterni arrivati dai sensi, tranne l’olfatto che aggira, giungono al
talamo, questa volta, però, dal talamo nuovi impulsi elettrici sono inviati
alla corteccia, cioè alla zona limbica, all’ippocampo, anziché all’amigdala,
come succedeva invece nella prima via. Dalla corteccia, nuovi impulsi elettrici
vengono in seguito inviati alle amigdale, le quali elaborano e fanno ripartire
nuovi impulsi verso gli organi del corpo,
Due vie, una
più rapida ma meno precisa, l’altra più lenta ma più consapevole.
La via più
rapida e imprecisa, una reazione automatica, istintiva, reminiscenza di quando
l’uomo lottava in ambienti molto ostili,
istinto che ha permesso la nostra sopravvivenza e che ancora può salvarci in
condizioni di pericolo, ad esempio arriva un’auto che sta per travolgerci e
automaticamente ci gettiamo di lato.
La via bassa
produce emozioni come la paura, la rabbia, l’ansia e altre, che coinvolgono l’amigdala
direttamente dal talamo, senza il coinvolgimento del sistema limbico, sede della
consapevolezza, è la via che usiamo quando ci lasciamo prendere da gesti
inconsulti o magari ci arrabbiamo per delle sciocchezze.
Oggi sembra
che questa via bassa abbia il sopravvento come mai?
Andiamo
indietro piuttosto che avanti?
Robert Zajonc, famoso
psicologo per i suoi studi sperimentali, tra gli altri ricordiamo gli studi
sulla percezione subliminale, ha ipotizzato che questi due sistemi seguano
criteri di elaborazione diversi: la via alta, con un ruolo cognitivo maggiore,
segue criteri di “inferanda”, ovvero elabora le informazioni secondo logiche
sistematiche e deduttive, mentre la via bassa segue criteri di “preferanda”,
seguendo logiche legate alla piacevolezza, alla qualità edonica dello stimolo,
a prescindere dalle valutazioni cognitive. Tenendo conto di queste ultime
considerazioni, siamo in grado di comprendere come possa capitare di provare
una forte reazione emotiva, positiva o negativa, e come sia difficile
controllarla o meno, a seconda della capacità della corteccia (la via alta ) di interferire con frenare o meglio
interagire con la via bassa. (https://www.tsw.it/journal/ricerca/doppia-via-ledoux-come-reagisce-cervello-a-stimoli/)
Alle persone,
sottolinea Mencacci, “è chiesto di far fronte ad un numero sempre maggiore di
cambiamenti rapidi, sul lavoro, nella vita, nell’adattamento alle nuove
tecnologie. Proprio tale velocità dei cambiamenti ‘mette in crisi’ soprattutto
le persone più fragili, come gli anziani ed anche in alcuni casi i giovani,
portandole a scompensarsi dal punto di vista psicologico”… È dunque
fondamentale - avverte Mencacci - che oggi l’Europa investa di più nella salute
mentale”
Oggi usiamo
più sovente la via bassa, quella più antica, quella diretta talamo/amigdala
perché ci sentiamo costantemente in condizioni di pericolo?
Pericolo
causato dai cambiamenti ultraveloci che la vita frenetica comporta?
Preferiamo la
via bassa, seguendo logiche legate alla piacevolezza, al divertimento indotte
da un consumismo sfrenato?
Questo
lavaggio di cervello, in pratica ci impedisce di ragionare con ponderatezza, è
voluto o è stato creato un Moloch divenuto incontrollabile?
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