giovedì 10 novembre 2022

Il volo del gruccione

Capitolo 13

 Lyuba, hai dimenticato il talamo, che fa il talamo?  

 

 

Considerando che i neuroni presenti mediamente nel cervello umano sono 86 miliardi che sommati agli 84 miliardi delle cellule della glia, che hanno funzione nutritiva e di sostegno per i neuroni, si arriva a un totale di 170 miliardi di cellule, calcolare le loro connessioni è un’impossibile missione. 

Il cervello è percorso da piccolissime correnti elettriche e da circa 50 sostanze chimiche,   sovraintende il lavoro dell’organismo, elaborando i segnali in arrivo dall’esterno, immagazzinando  i ricordi e soprattutto ci dà la capacità di pensare, ragionare e scegliere.

Chi dirige questo intenso traffico?

È il talamo, riceve, correla, immagazzina e comanda i diversi segnali.

In fondo il nome dice tutto, talamo significa anche letto nuziale e quindi il luogo dove si riceve, si correla, si immagazzina e poi si genera la vita. 

Il talamo seleziona tutti gli impulsi provenienti dai recettori appartenenti a quattro dei cinque sensi: vista, udito, tatto e gusto, e li trasmette alla corteccia cerebrale affinché la persona ne sia consapevole, tranne l’olfatto che arriva direttamente alla corteccia.

Il talamo impara da ogni esperienza perciò viene condizionato anche dalla famiglia e dalla società con le sue regole.

I condizionamenti sono memorizzati dal talamo il quale blocca quegli impulsi che alla coscienza darebbero gioia, felicità, ma che al prossimo recherebbero dolore o dispiacere.

È facile capire che si può riprogrammare il talamo con la marea di informazioni che ci giungono da ogni dove, un controllo mentale volto al consumismo che stravolge l’immagine che il talamo si è costruito nel corso di millenni.

Un percorso antico che rispecchia la consapevolezza sociale, un modello fatto di regole, dogmi, leggi, che determina il comportamento degli esseri umani.

Ma, gli antichi come facevano a sapere che oltre a questa via del talamo così veloce e primordiale come un Dioniso c’era un’altra via più sofisticata e ordinata come un Apollo?

La doppia via: il cervello processa gli stimoli in due modi diversi.

L’amigdala, la mandorla sacra, in realtà sarebbero due, come anche altre parti del cervello sono doppie, ma Lyuba non vuole addentrarsi troppo che poi si incasinava, lei vuol capire il funzionamento in generale.

L’amigdala è coinvolta in due percorsi.

Il primo chiamato via bassa parte dagli stimoli esterni recepiti dai quattro sensi, che arrivano al talamo, da qui altri impulsi elettrici ripartono per raggiungere l’amigdala da dove partono nuovi impulsi elettrici che impartiscono le direttive al cuore, i muscoli e altro con le reazioni fisiche che esprimono le emozioni.

È questa via bassa che ci tiene legati agli stereotipi, ai pregiudizi, che sono utilissimi ma che a volte ci ingannano.

Il secondo percorso chiamato via alta, gli stimoli esterni arrivati dai sensi, tranne l’olfatto che aggira, giungono al talamo, questa volta, però, dal talamo nuovi impulsi elettrici sono inviati alla corteccia, cioè alla zona limbica, all’ippocampo, anziché all’amigdala, come succedeva invece nella prima via. Dalla corteccia, nuovi impulsi elettrici vengono in seguito inviati alle amigdale, le quali elaborano e fanno ripartire nuovi impulsi verso gli organi del corpo,

Due vie, una più rapida ma meno precisa, l’altra più lenta ma più consapevole.

La via più rapida e imprecisa, una reazione automatica, istintiva, reminiscenza di quando l’uomo  lottava in ambienti molto ostili, istinto che ha permesso la nostra sopravvivenza e che ancora può salvarci in condizioni di pericolo, ad esempio arriva un’auto che sta per travolgerci e automaticamente ci gettiamo di lato.   

La via bassa produce emozioni come la paura, la rabbia, l’ansia e altre, che coinvolgono l’amigdala direttamente dal talamo, senza il coinvolgimento del sistema limbico, sede della consapevolezza, è la via che usiamo quando ci lasciamo prendere da gesti inconsulti o magari ci arrabbiamo per delle sciocchezze.

Oggi sembra che questa via bassa abbia il sopravvento come mai?

Andiamo indietro piuttosto che avanti?

Robert Zajonc, famoso psicologo per i suoi studi sperimentali, tra gli altri ricordiamo gli studi sulla percezione subliminale, ha ipotizzato che questi due sistemi seguano criteri di elaborazione diversi: la via alta, con un ruolo cognitivo maggiore, segue criteri di “inferanda”, ovvero elabora le informazioni secondo logiche sistematiche e deduttive, mentre la via bassa segue criteri di “preferanda”, seguendo logiche legate alla piacevolezza, alla qualità edonica dello stimolo, a prescindere dalle valutazioni cognitive. Tenendo conto di queste ultime considerazioni, siamo in grado di comprendere come possa capitare di provare una forte reazione emotiva, positiva o negativa, e come sia difficile controllarla o meno, a seconda della capacità della corteccia (la via  alta ) di interferire con frenare o meglio interagire con la via bassa.  (https://www.tsw.it/journal/ricerca/doppia-via-ledoux-come-reagisce-cervello-a-stimoli/)

Alle persone, sottolinea Mencacci, “è chiesto di far fronte ad un numero sempre maggiore di cambiamenti rapidi, sul lavoro, nella vita, nell’adattamento alle nuove tecnologie. Proprio tale velocità dei cambiamenti ‘mette in crisi’ soprattutto le persone più fragili, come gli anziani ed anche in alcuni casi i giovani, portandole a scompensarsi dal punto di vista psicologico”… È dunque fondamentale - avverte Mencacci - che oggi l’Europa investa di più nella salute mentale”

Oggi usiamo più sovente la via bassa, quella più antica, quella diretta talamo/amigdala perché ci sentiamo costantemente in condizioni di pericolo?

Pericolo causato dai cambiamenti ultraveloci che la vita frenetica comporta?

Preferiamo la via bassa, seguendo logiche legate alla piacevolezza, al divertimento indotte da un consumismo sfrenato?

Questo lavaggio di cervello, in pratica ci impedisce di ragionare con ponderatezza, è voluto o è stato creato un Moloch divenuto incontrollabile?

 

 

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