Capitolo 28
Mi fissava con gli occhi liquidi, una specie
di membrana li velava
Il gruccione
è detto anche Merope, come il genere a cui appartiene e Merope è anche una
stella appartenente alla costellazione delle Pleiadi.
Nella
mitologia greca il nome Merope è associato ai miti riguardanti Orione e
Fetonte, quindi connessi al Sole, ad Arianna e Minosse, al toro,
a Enea e a Teti, con riferimenti a Venere e poi agli eraclidi e anche ai veggenti
e agli indovini, Lyuba accettò con indifferenza il fatto che lei avesse indagato
su questi personaggi in modo inconsapevole perché non sapeva che il gruccione
era chiamato anche Merope, ma questa sincronia, che pochi giorni fa l’avrebbe
resa euforica, ora non le alzò l’umore di un millimetro.
Lyuba era
triste perché si era creduta una illuminata, una risvegliata, capace di
profetare e questo la rendeva importante, sentendosi presa in una specie di
missione.
Una cosa era
certa, lei si era sentita arrivata,
ma in realtà non lo era, perché aveva bisogno di un incarico, di una specie di
apostolato per sentirsi viva.
A questo
punto Lyuba si accorse di aver perso uno dei suoi talismani, il bracciale con
gli zirconi non era più al suo posto.
Il bracciale di
zirconi che aiutava a superare l’ansietà e le paure, dava fiducia in se stessi,
facendo aspirare a grandi ambizioni, che era anche pericoloso, poiché poteva
trasformare il suo proprietario dandogli la chiaroveggenza, lo aveva perso e
non aveva idea di quando era successo né dove poteva averlo smarrito, glielo
aveva regalato Rocco, ormai erano passati mesi da quando si erano lasciati, si
rese conto che ancora sperava in un suo ritorno, la perdita del bracciale era
un po’ come se avesse perso l’ultimo legame, l’ultima speranza.
Lyuba si
sentì stesa, stesa a terra come i serpenti… aveva preteso di conoscere e
sbrogliare matasse, credendosi immune dalla superbia ed era caduta, ora
strisciava in cerca dell’allegria che aveva perso per filosofeggiare.
Suonò il
cellulare, era Rico un suo amico più squinternato di lei, addirittura credeva
nell’esistenza degli alieni, oltre al direttore della biblioteca era l’unico
con cui aveva parlato del gruccione e delle sue fantasie, non rispose non ne
aveva voglia, ma poi si ricordò di una storiella, in cui un naufrago su una
zattera pregava Dio che lo salvasse, passò una barca, poi uno yacht e poi una
nave, ma lui non se ne accorse intento com’era a supplicare e così morì di sete
e di fame. Giunto in cielo incontrò Dio e gli disse di averlo implorato tanto,
ma di non aver ricevuto nessun aiuto, Dio gli rispose: “Non ti ho aiutato? Ma
se ti ho inviato una barca, uno yacht e una nave, mezzi sempre più grandi
perché li vedessi, ma tu niente, hai disprezzato il mio aiuto, perciò vai un
po’ in Purgatorio a pregare ancora”.
Così richiamò
Rico.
“Ciao, ero in
bagno, ho visto ora la tua chiamata”.
“Hai tempo
per parlare un poco? Volevo parlarti del gruccione, della possibilità che tu
abbia ricevuto un contatto dagli alieni nordici, i pleiadiani, sai, quelli che provengono
dalle Pleiadi, le stelle che fanno parte della costellazione del Toro e
comunicano con noi terrestri con l’aspetto di Angeli o di Santi, potrebbe
essere questo il messaggio che cerchi, mi hai accennato che hai pensato al
volatile come a un messaggero divino e poi l’ultima volta che ci siamo sentiti
per telefono, hai parlato e riparlato sulla simbologia del Toro e delle
Pleiadi, potrebbe essere che il gruccione sia il tramite fra te e gli alieni
nordici quelli la cui stirpe è detta angelica”.
“Potrebbe
essere e allora mi hai cercato solo per dirmi questo? Sai che non credo agli
alieni, te l’ho già detto più volte”.
“Ma questa
volta ho una notizia eccezionale, Rocco, sai quel mio amico molto addentro ai
misteri ufologici, quello che partecipa a quelle riunioni che chiamano sulle
stelle, aperte a tutti e in realtà solo per pochi”.
“Scusa ti interrompo,
trovo il tuo amico Rocco un uomo affascinante, galante, ma sicuramente
inquietante, le sue amicizie importanti, di cui non ha mai rivelato un nome,
lasciando intendere chissà quali cose, il suo squadrarmi quasi facendomi la
radiografia con quegli occhi da gatto, ecco il tuo amico Rocco può ben essere
un alieno e non voglio sentire niente su di lui, proprio niente solo il suo
nome mi irrita la pelle e mi fa incassare il collo tra le spalle con un
brivido”.
“Lyuba, lo so
che hai avuto una breve storia con Rocco, anche se non me lo hai mai detto, me
ne ero accorto che eri tutta presa da lui, ma questa volta te ne devo parlare
assolutamente, perché riguarda le ricerche che stai facendo sul gruccione, anche
se so che non ti piace chi prende l’esoterismo sul serio”.
“Hai tradito
la mia fiducia, ti avevo parlato del gruccione e delle mie ricerche e tu le hai
spifferate a Rocco, anche se non hanno portato a nulla e non hanno rivelato
nessun mistero, tranne la mia schiocca infantilità, rimane il fatto che hai
tradito l’amicizia fra di noi”.
“Ma che dici,
non ho detto nulla a Rocco, è lui che mi ha parlato di un segreto, qualcosa che
stanno ricercando in molti in varie parti del mondo e che secondo me ha che
fare col tuo gruccione”.
“Rico, ancora
il gruccione? Mi prendi in un momento in cui trovo ridicola la storia del
volatile, come messaggero divino, l’avevo presa come un gioco, poi era
diventata una specie di missione, poi mi ha nauseata e ora arrivi tu con Rocco,
che non ho mai capito se sia un templare, un iniziato ai segreti sugli alieni o
a quelli sugli egiziani, sicuramente un sangue
freddo, cosa a che fare Rocco col mio gruccione?”
“È appunto
per questo che ti ho chiamata, ma non posso parlarti di questo al telefono,
sai benissimo che certe parole sono
captate dagli algoritmi e così poi risalgono a noi, l’anonimato oggi è la
maggior garanzia e…”.
“No scusa, ti
interrompo, non cominciare con l’agente segreto che è in te, tu potrai anche
restare senza carte di credito e persino carta d’identità, io non ne sono
capace, sono troppo comode e non ho bisogno di restare anonima, tanto non ho
nulla da nascondere”.
“Questo lo
credi tu, cara Lyuba tu sei spiata, non solo dagli addetti alla sicurezza o…”.
“Ti prego
risparmiami di dirmi che sono spiata anche dai pleiadiani, dai grigi o dai
rettiliani, questi ultimi davvero sono una grande bufala, come fai ad esserne
convinto per davvero. I rettiliani, una specie di lucertole umanoidi, dall’antichità
sul nostro pianeta e che oggi sarebbero al centro del potere politico ed
economico con l’obiettivo di imporci un Nuovo Ordine Mondiale, ora che ci penso
il tuo amico Rocco potrebbe essere un rettiliano, a volte mi guardava in uno
strano modo brrr, mi viene freddo a
pensarci, era l’unico momento in cui non sembrava impassibile, mi fissava con
gli occhi liquidi, una specie di membrana li velava e sai che aveva uno strano modo di baciare, che
mi piaceva molto, ma era strano, arrotolava la lingua, dici che era per nascondere
la lingua biforcuta?”
“Lyuba, non
essere cattiva, Rocco è mio amico, non si sparla dei non presenti e tu smettila
di non aver rispetto per chi è…”
“Schiavo dei
rettiliani…”
“Eh no,
adesso basta, mi interrompi sempre…”
“Ma dici
sempre le stesse cose, sono sicura che avresti detto: i rettiliani ci hanno
sottomesso, sono in pochi ma governano il nostro pianeta, favoriscono le
catastrofi, la fame, la disoccupazione, l’avvelenamento del pianeta perché si
nutrono di energia cattiva, si nutrono della nostra tristezza, della nostra
paura e giocano con la nostra mente… non volevi dire questo?”
“Continua a
scherzarci sopra, no, non volevo dire questo, intendevo che oggi siamo spiati
anche dall’esercito degli impiegati, persone comuni, che hanno la password per
entrare nel nostro database, non dovrebbero farlo, ma stai sicura che nei
ritagli di tempo e di meritato svago,
vanno a spulciare le informazioni del vicino, del conoscente ecc., questo
volevo dirti, quindi cerca di stare un po’ più attenta”.
“Scusami
Rico, sono un’antipatica, quando sono giù di morale divento saccente e
polemica, forse sono io una rettiliana, infatti poco prima che suonasse il
telefono, mi sentivo un serpente, dimmi allora per parlare con calma, vieni a
casa mia?”
“No, il luogo
più sicuro è sempre un ritrovo pubblico”.
“Allora che
dici, ci ritroviamo fra un’ora al forno pasticceria di Via d’Azeglio, così ci
deliziamo con quelle paste sfoglie al cioccolato che fanno solo lì”.
“Ok, a fra
poco, ciao”.
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