giovedì 20 aprile 2023

Il volo del gruccione

Capitolo 29

Per vincere occorre anche la scaltrezza di Sisifo o di Ulisse

 

 

Rico l’aveva distolta dal suo arrotolarsi nella tristezza, anche se non si sentiva certo a posto, non aveva voglia di uscire, era una giornata che pareva di novembre, piovigginava ed era freddo, considerando che fino ad ieri la temperatura era stata oltre la media stagionale, ma era curiosa di sapere cosa c’entrasse il gruccione con Rocco.

Rocco, era passato ormai un anno dalla fine della loro storia, lui le era parso come l’uomo del destino, aperto e solare, poi in realtà si era dimostrato strano, misterioso e inafferrabile, spariva per lunghi periodi in cui non era possibile rintracciarlo e se inizialmente si era mostrato interessato a lei come persona e le diceva che nessuna donna mai lo aveva intrigato mentalmente come lei, che il sesso era importante ma non come le affinità elettive, poi invece ogni volta che si vedevano, per accontentarlo, finiva esclusivamente nel suo letto, Lyuba così si era sentita come un oggetto sessuale e lo aveva lasciato e Rocco indifferente le aveva detto, come vuoi e non lo aveva più visto né sentito.

Ma ora Lyuba era alle prese con cosa indossare, si era in quella stagione dove si incontravano persone coi sandali e senza calze ed altre con gli stivali, gente col piumino e altre a mezze maniche, alla fine decise per un paio di jeans, una delle magliette di sua creazione, un chiodo in pelle nera legato ai fianchi e un paio di ballerine, per ultimo passò a sistemare i capelli che quando era giù li trovava orribili e non sapeva mai come sistemarli, alla fine li lasciò sciolti, brutti come erano senza farci niente, spettinandoli con le dita e dandogli un filo di lacca illuminante.

Uscì sentendosi sciatta e insulsa e in bici andò all’appuntamento con Rico.

Dopo i convenevoli, Lyuba rimase un poco interdetta Rico abbracciandola le aveva messo le mani sulle reni, ebbe anche l’impressione di un palpeggio, scosse la testa e gettò via la sensazione, si sedettero al tavolino ordinando tè speziato all’orientale e i dolci al cioccolato e Rico iniziò una storia che pareva assurda.     

“Una persona importante, molto importante, un nuovo conoscente di Rocco, che non usa il suo nome ma uno pseudonimo: Duga, e sei stata proprio tu che mi hai parlato del controllo mentale e  del segnale radio militare, proveniente dall’Unione Sovietica chiamato Duga, questa è la prima analogia col tuo gruccione”.

“Io ti ho parlato delle onde elettromagnetiche, del controllo mentale ma del Duga mai”

“Te ne sei già dimenticata tu lo chiami Woodpecker, in realtà il suo nome vero era Duga”.

“È vero me ne ero dimenticata, che strana questa cosa, or ora mi hai fatto venire in mente che Woodpeker era anche chiamata una discoteca di Milano Marittima su cui si narravano certe cose strane. La discoteca aveva lo steso nome del segnale russo “Woodpecker”, il quale si supponeva che emettesse frequenze in tutto il mondo da un trasmettitore vicino Kiev. I russi avrebbero recuperato le carte di Tesla riguardanti lo studio di queste frequenze, quando furono finalmente riportate in Iugoslavia dopo la sua morte.  Nikola Tesla aveva rivelato nel 1901, che l’energia avrebbe potuto essere trasmessa attraverso il terreno servendosi di onde ELF. Rico hai presente per andare a Milano Marittima, quella cupola che sembra un’astronave aliena, là abbandonata in un campo che sembra geometricamente inquadrato per un invito ad uno sbarco di extraterrestri?”

“Certo che ho presente, hai proprio poca fiducia sulla mia qualità di studioso degli alieni, la struttura è unica nel suo genere: una collina artificiale ad anello racchiude al suo interno un piccolo laghetto ed una struttura di passerelle che forma alcune “isole”, su una delle quali poggia una enorme cupola in vetroresina, non è altro che la ricostruzione di un atterraggio realmente  avvenuto negli anni Cinquanta, non mi interrompere che non ho finito, il Woodpecker era uno  dei club più in voga della vita notturna tra gli anni ‘50 e ’70, un po’ come è stato il Pineta per la nostra generazione, un locale di prestigio, con prezzi molto alti e molti vip dello spettacolo e dello sport. Nel 1975, guarda caso la tua data di nascita, divampò un incendio e come fu chiuso il sistema di onde in Russia, così la discoteca chiuse definitivamente. Il Woodpecker, forse non lo sai, nacque in un altro luogo, nel cuore di Milano Marittima, fu spostato perché era troppo vicino agli edifici e agli alberghi, che risentivano del rumore e del traffico causato dal locale. Fu da subito un locale “aristocratico”, aveva i prezzi altissimi ma le persone accorrevano da tutta Italia, non aveva la struttura aliena che fu poi adottata quando il locale si spostò in periferia, ma il terrazzo superiore ebbe per un certo periodo un locale chiamato Pepper, nome che è legato a personaggi connessi alla magia, all’horror e agli alieni senza contare il famoso disco dei Beatles Sgt. Pepper’s, la cui copertina può essere letta in svariati modi e livelli a cominciare da quello dell’esoterismo e del complotto mondiale, sulla copertina appare Aleister Crowley, esoterista e scrittore, una figura   oscura e inquietante e appaiono indizi e messaggi che rimandano alla leggenda della morte del    vero McCartney  che sarebbe avvenuta nel 1966 in un incidente stradale e adesso stai attenta…”

“No, non sto attenta, stai dicendo un mucchio di razzate, pepper è il termine inglese per il pepe, nome che sta assai bene per una discoteca in quanto è sinonimo di brioso e frizzante. Oppure con riferimento alla santoreggia che è chiamata anche erba pepe o erba dei satiri, in quanto ritenuta altamente afrodisiaca ed è un dato di fatto che in discoteca non si va solo a ballare e a pomiciare. Sai Rico, con questa storia mi hai fatto ricordare un fatto che capitò a mia madre negli Anni Settanta in discoteca. Stava pomiciando e ballando un lento con un ragazzo, si accesero le luci, coi cosiddetti balli della mattonella le luci si spegnevano per creare l’atmosfera giusta per limonare, accanto a lei un ragazzo lanciò un urlo mentre dall’inguine fuoriusciva del sangue: il ragazzo che stava facendo sesso, con una tipa appena conosciuta, all’accensione delle luci si era tirato su velocemente la lampo dei jeans e il suo gioiello era rimasto incastrato e sanguinolento… arrivò l’ambulanza e lo portarono in ospedale”.

“Fai pure la spiritosa, non solo pepper è esoterico e legato alla teoria del complotto ma anche pepe, hai presente Pepe the frog, Pepe la rana? La rana, tu lo sai benissimo è una delle divinità primordiali egiziane con simbolo di continuità e di resurrezione. Pepe è una rana umanoide, un fumetto diventato virale in Internet, pensi che sia solo un caso che Pepe the Frog, sia diventato una specie di simbolo per la destra estrema, associato a Hitler o anche a Donald Trump? Per me è chiaro il complotto ha cambiato vertice, sta andando verso la destra conservatrice”.

“Rico sei veramente peso, è lampante che se Trump è associato alla rana è per via del connubio  salto/colpo di vento. Se fai un salto generi movimento e vento e i capelli si muovono e mi pare inevitabile che la chioma di Trump quando è mossa dall’aria generi qualcosa di spaventoso, staccandosi come una specie di tappeto volante e mandando alle ortiche, tutto il complicato lavoro del parrucchiere che ha raccolto le cime dei capelli che crescono attorno alla pelata riunendole al centro e poi sparpagliate e solidificate con dello spray/colla hihihihihi.  

Hahaha, continua a fare la spiritosa, fra poco smetterai di ridere, stai bene attenta ora ti dirò dove è nato inizialmente il Woodpecker: negli anni Cinquanta apre un locale in centro a Milano Marittima, alla Terza Traversa, hai capito bene? Alla Terza Traversa e sai quale era il nome esatto del segnale russo? Duga-3, le coincidenze sono troppe, tenuto il conto che dopo quarant’anni il Woodpecker sta per essere ristrutturato e riqualificato, te ne rendi conto? Il riferimento ai quarant’anni, numero legato alle Pleiadi e perciò anche alla costellazione del Toro è connesso a una configurazione particolare celeste che prevedeva un evento eccezionale terrestre, poi salta fuori questa persona il cui nick name è Duga, ti renderai conto Lyuba che le tue ricerche hanno un senso e che devi assolutamente continuarle, no non mi interrompere”.

“Volevo solo chiederti che cosa sta cercando questo fantomatico Duga, perché sono d’accordo con te, il gruccione mi sta indirizzando in una cerca che qualcun altro sta effettuando perché bene informato, qualcuno facente parte dell’esclusivo club della lista delle persone più ricche e quindi anche più importanti del mondo, qualcuno che sta ben lontano dalla ribalta, perché come dici tu l’anonimato è la garanzia di poter agire liberamente”.

“Te lo stavo appunto dicendo, questo Duga, sta ricercando una pianta estinta, che secondo lui fu donata agli antichi egizi dai pleiadiani. Secondo la leggenda, la pianta era stata un dono del dio Apollo alla ninfa Cirene, che dimorava in Libia e solo nella città di Cirene tale pianta era possibile coltivarla. La teoria degli antichi astronauti, non è così sballata come credi tu, ci fu un tempo in cui   genti che vennero dal cielo visitarono i popoli primitivi della terra, portando a loro conoscenza e tecnologie impensabili, furono chiamati dèi. Apollo come sai trascinava il carro del sole e del fuoco, altre macchine di fuoco appaiono nella Bibbia, come il carro di Elia o di Ezechiele. La Bibbia e la mitologia raccontano di astronavi con genti venute dal cielo: i pleiadiani sono simili a noi, ma più angelici e hanno caratteristiche apollinee, molto diversi dai rettiliani che somigliano caratterialmente di più a Dioniso, il suo opposto. La pianta chiamata silfio, fu donata da un pleiadiano, anticamente sceso in Egitto, ad una principessa libica che fondò la città di Cirene e per secoli portò enormi benefici ai suoi abitanti, tanto che il suo commercio era un compito reale e tanto da ipotizzare che il mitico giardino delle Esperidi si trovasse nella cirenaica e che l’albero con le mele d’oro non fosse altro che il silfio. Nell’antichità si diceva silfio per indicare la ricchezza estrema e si riteneva che la più grande prosperità della terra fosse costituita dal possesso di tale pianta. La cosa più strana è che questo silfio produceva una specie di gomma che era chiamata laser, di cui non si conosce l’uso, laser fa pensare subito agli alieni”.

“Sì, hai ragione Rico, i casi sono due, un tempo antico sono atterrati degli alieni oppure è esistita una civiltà assai progredita scomparsa come lo sono stati i dinosauri, in entrambi i casi è rimasto qualcosa tramite i miti. Strano, molto strano è ciò che mi dici sulla pianta del silfio, me ne ha parlato il bibliotecario, e che adesso salti fuori un tale che lo sta ricercando in ogni dove è ben inconsueto, inoltre Apollo, se un pleidiano non so, ma un mito su di lui racconta che in Etiopia, ma forse si intendeva la Libia chissà, difficile riconoscere i confini di un tempo così lontano, gli abitanti avevano la pelle bianca e i loro sovrani, pensa un po’, erano Merope e Climene. Merope, ritorna il gruccione. Climene invece era una figlia di Teti, e tanto per chiarire che è una leggenda molto, molto antica non era la Teti, ninfa del mare, madre di Achille, era una sua antenata che faceva parte dei Titani e dei Giganti, “razze” già estinte nella mitologia. Dunque, un giorno accadde che Apollo, durante la sua quotidiana traversata del cielo col carro del sole, vide e si innamorò della regina Climene, fu così che Climene cornificò Merope e nacquero le Eliadi, sorelle di Fetonte; erano sette e fra di loro una si chiamava Merope. Le Eliadi si confondono con le Pleiadi, che erano sette pure queste, fra di loro vi era un’altra Merope di cui era innamorato Orione, che faceva il cascamorto anche con le altre sorelle, così Zeus trasformò le Pleiadi in stelle e pose accanto a loro il cacciatore Orione con i suoi due cani da caccia, Cane Maggiore e Cane Minore, che combatte in eterno contro il Toro, inseguendo le Pleiadi… un casino del genere certo è difficile da decifrare”.

“Lyuba, conosco anch’io questo mito, Merope era chiamata la “Pleiade persa”, perché era poco visibile agli astronomi in quanto si narra che stava nascosta, perché si vergognava, avendo sposato Sisifo uno scaltro e truffaldino mortale”.

“Ricapitoliamo un po’, un tale soprannominato Duga, che evoca col nome il controllo mentale; persona molto importante che conosce sicuramente ciò che cela il mito. Cerca il silfio, una pianta miracolosa perduta, coltivata un tempo molto antico a Cirene e donata, secondo te, dai pleiadiani. Pianta che produce anche una gomma chiamata laser, termine futuristico che rimanda anche alle Eliadi, in quanto, secondo la mitologia, quando Fetonte, figlio di Apollo, fu ucciso, le Eliadi, sue sorelle, furono tramutate in pioppi e le loro lacrime divennero perle d’ambra: l’elektron! Pensa Rico, che tutto combacia perché io ho iniziato a indagare sull’elettricità e il magnetismo e   l’elettricità prende il nome dal termine greco che indica l’ambra, fu Talete di Mileto, nel 600 a.C. che scoprì che l’ambra presentava la proprietà di elettrizzarsi per strofinio e l’ambra che non è altro che la resina o la gomma degli alberi. Si presume che la gomma/resina del silfio doveva essere veramente preziosa e speciale. Perché questo Duga la cerca ora? Perché il gruccione/Merope mi ha inviato ora il messaggio? La pleiade persa può sottintendere il silfio perduto? Eliadi e Pleiadi sono sette possono avere a che fare con una congiunzione astrale e un luogo geografico? E tal unto/designato/eroe e molto furbo ovvero il Sisifo mortale sposo della pleiade Merope può essere paragonato a questo Duga? Le domande sono tante cosa mi rispondi?”

“Rocco mi ha detto che non sa niente, tranne che Duga sta cercando nella zona del Delta del Po, che è l’antico e mitologico luogo della caduta di Fetonte e del pianto delle Eliadi. Inoltre una     serie di congiunzioni planetarie astrali molto rare in un determinato punto della precessione degli equinozi, un evento che si ha una volta ogni mille anni circa, presuppone un ritorno dei pleiadiani o comunque un qualcosa che farà ritrovare il silfio. Con questa pianta Duga salverà il mondo perché diventerà così potente da imporre finalmente una giustizia uguale per tutti, ho subito pensato a te, secondo me la ricerca tua è la medesima di Duga, ma stai tranquilla non ho detto nulla a Rocco del tuo gruccione e della tua cerca”.

“Bè mi sa che abbiamo parlato abbastanza, certo è che mi hai ridato lo stimolo per riprendere gli studi, mi manca poco, devo solo esplorare sul tema del silfio e su cosa lo lega agli zingari, in effetti ho sempre pensato, diversamente da molti studiosi, che gli zingari avessero dei legami con i berberi della cirenaica e di tutta la costa del Nord Africa. Mi raccomando non dire nulla se incontri Rocco e ora dimmi qualcos’altro su questo Duga.”

“Rocco me l’ha presentato qualche mese fa, ogni tanto viene alle conferenze dell’Associazione, Gli ufo sono tra noi, è una persona piacevole, ritiene che molti fenomeni apparentemente distanti dal mondo ufologico, siano in realtà ad esso interconnessi, così si interessa all’arte in generale e poi ai miti e in genere a tutto il paranormale, il religioso e il medianico, è convinto di essere stato contattato dai pleiadiani, da quello che ci ha raccontato è molto, ma molto probabile. Differentemente dall’aspetto di commesso viaggiatore, è una persona altolocata, amministratore delegato di una banca molto nota in città, è per questo che usa un soprannome, lo sai che non è così insolito nella nostra Associazione il farlo. È misterioso e poco loquace sulla sua vita, in quanto sarebbe seriamente danneggiato, nella sua carriera bancaria, se si spargesse la voce che lui è un ufologo convinto di essere in contatto coi pleiadiani, lo sai come sono chiacchieroni i ravennati.”

“Un altro taroccato come te, sto scherzando, io non ci credo ma ognuno è libero di pensare come vuole, ma perché ha scelto come nome Duga? Te lo ha detto?”.

“Si è scelto come soprannome Duga, proprio per la gigantesca antenna che doveva interferire con le comunicazioni, in realtà un contatto con gli alieni nordici, che come sai si stanno impegnando in una invisibile guerra cosmica contro gli alieni rettiliani, se sta dalla parte dei pleiadiani, è dalla parte di Apollo, di Cristo, del Buddha e di tutti i Santi, è dalla parte della luce. Stai tranquilla. Ma per vincere occorre anche la scaltrezza di Sisifo o di Ulisse e questo Duga se vuole la giustizia nel mondo deve essere più furbo degli altri, senza astuzia, non arriverà a nulla”.

Si salutarono, con il bacio guancia a guancia ma Lyuba ebbe l’impressione che Rico le volesse baciare la bocca. Si avviò per andare a casa, pedalando veloce con la sua bici, pensando che aveva amato tanto Rocco, con lui poteva parlare liberamente di tutto, ok anche con Rico parlava di tutte le corbellerie, ma con Rico era amicizia e basta, con Rocco era stata passione, era stata così felice ma poi nell’opposto piatto della bilancia aveva pagato con altrettanto dolore.

Frenò la bici, il cellulare stava suonando:

“Pronto, Rico, che è successo?”

“Non andare a perlustrare la Via degli Zingari da sola, non ti infilare in uno dei sentieri della pineta da sola, ti accompagno io, sto fuori un mese per lavoro, aspettami”.

Sono una donna non sono una santa. Non tentarmi non sono una santa. Non mi portare nel bosco di sera. Ho paura nel bosco di sera”.

“Lo sai Lyuba, sei stonata”.

 

 

 

 

 

 

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