mercoledì 10 maggio 2023

Il volo del gruccione

Capitolo 31

Si intravedevano dei calzini grigi in Cervelt

 

 

Sorvolando un luogo imprecisato, un aereo privato viaggiava in anonimato seguendo piani di volo di altri velivoli; un lussuoso ufficio volante, in cui si seguiva un ordinato stile di vita in cui i pasti erano serviti ad orari appropriati, l’illuminazione, la temperatura le più adeguate per il benessere corporeo, dove a determinati intervalli si svolgeva attività fisica per rilassare la mente e i muscoli, e soprattutto l’aereo era in grado di viaggiare per più di venti ore senza scalo e allo stesso tempo di atterrare dove e quando voleva, in quanto l’atterraggio si poteva effettuare anche come fosse stato un elicottero; una ventina le persone presenti, tutte vestite in giacca grigio fumo, camicia bianca e cravatta a righe regimental, righe diagonali con i colori del reggimento a cui appartenevano, tra loro vi era un uomo di età indecifrabile, poteva avere sessanta o novant’anni, era vestito in modo informale, con jeans chiari con la piega stirata e un maglioncino dolce vita nero, ai piedi mocassini realizzati a mano, di pelle nera, talmente sottile e morbida che le calzature sembravano dei guanti, si intravedevano dei calzini grigi in Cervelt, il pregiatissimo tessuto ottenuto da particolari esemplari di cervo rosso della Nuova Zelanda, nonostante fosse vestito casual si percepiva la sua autorevolezza: era lui il capo.

Il capo stava seduto comodamente coi piedi appoggiati sullo scrittoio Art Decò, in radica, di Giò Ponti, su cui stavano ordinatamente oggetti supertecnologici, libri antichi e un piccolo libro d’ore dei fratelli Limbourg, che aveva tutta l’aria di essere originale, ricco di miniature azzurre e dorate, era aperto alla pagina della raffigurazione dell’Uomo anatomico, sulle pareti tutta una serie di video molto grandi con immagini in diretta da ogni parte del globo, stava parlano a qualcuno che appariva sul video a destra, fumando un sigaro e sorseggiando da un bicchiere di pesante cristallo sfaccettato dell’Amarone della Valpolicella di Quintarelli.

“Duga, sai che tutto è pronto, la parte diciamo progressista si è messa da parte, i posti di potere a livello mondiale sono ormai stati sostituiti, tocca a noi ora, chiamiamoci conservatori della tradizione e del retto vivere, gli illuminati e apollinei, il vizio è diventato eccessivo, occorre calmierare, non toglierlo del tutto ma centellinare, seguendo ciò che insegnano le religioni, in particolar modo quella cattolica che ha saputo modernizzarsi senza perdere la tradizione. La democrazia ha bisogno della scienza e viceversa, l’archetipo della segretezza è stato abbattuto, forse già dal Seicento, in questo modo tutto deve essere comunicato a tutti, tutti possono analizzare e polemizzare, ma se la democrazia è basata sulla scienza ne deriva che sono i fatti che contano non il … lo ha detto il tal dei tali. Invece oggi cosa succede? A livello governativo non si dà ascolto al cattedratico, ma ai movimenti d’opinione, in quanto danno voti e nuovi consumi, questo ha generato la maggiore quantità di ricchezza materiale e la maggiore quantità di ingiustizia mai prodotte: la scienza non deve essere a vantaggio di questo o di quello, ma dell’intera umanità. Come fare per restituire a questa massa intrisa di nichilismo e falsa allegria, uno spirito divino e sereno, la sicurezza che vivere una vita onesta non è da fessi ma è la più grande furbizia? In quanto ti rende accolto benevolmente dagli altri, sereno e in pace senza lo stress di pensare a intrighi e a sotterfugi. Cosa ha fatto l’economia odierna se non togliere la fiducia nell’onestà? Caro Duga la soluzione è molto semplice convogliare le genti verso uno spirito religioso. Contrariamente al sempre avanti, stiamo ritornando un po’ indietro, riprenderemo dagli anni Settanta, il sistema aperto è diventato troppo aperto, ha fatto il suo tempo, se ne sono resi conto anche quelli del sempre avanti senza preoccuparsi dei caduti, si sono messi da parte, la loro teoria non ha funzionato, l’alveare delle api viziose non funziona più, troppa economia basata sul malcostume, la corruzione e le cattive abitudini. Una società fondata sul parassitismo come è quella globalizzata, con lo stesso stile di vita degli zingari è un modello che ormai disgusta anche chi lo ha realizzato e ci ha creduto, la società è nel caos e nell’anarchia, la palla l’abbiamo in mano, vogliamo giocarla bene, perciò del silfio ne ho bisogno, per creare un nuovo miracolo economico, quindi attento a come parli, non cercare di adularmi, voglio la verità. Non cercare di imbrogliarmi perché i sensori mi segnalano se tu dici il falso. Tre dei tuoi colleghi, stanziati in Nord Africa, hanno creato con le loro menzogne un caos indescrivibile, con la guerra e la caduta del dittatore, mi hanno fatto credere che i francesi sapevano del silfio, non era vero naturalmente, ma i tre incapaci non hanno avuto scampo si sono diciamo così suicidati, questo non è un gioco, non mi piace eliminare le persone, ma davanti al benessere mondiale non si può guardare a pochi singoli”.

“Maestro, tutte le profezie più famose indicano sventure alla fine e all’inizio del Millennio, ma nessuna è in grado di rilevare quello che sarà poi, in quanto tutto può essere ribaltato, molto dipende dalla coscienza delle persone. La nostra *** annuncia una nuova fioritura, e tutti noi abbiamo a cuore il bene dell’altro e non guardiamo al nostro tornaconto, ma occorre mantenere il segreto, anche sul nome, altrimenti è possibile non si avveri e questo proprio non lo vogliamo. I calcoli astronomici e astrologici continuano a prevedere un grande evento naturale e benefico, sempre più vicino e realizzabile, nella zona del Delta del Po e infatti in questa zona, nonostante le terribili previsioni di incendi, nubifragi e terremoti, eventi che sono accaduti, ma i cui effetti sono stati quasi nulli, testimoniano che il luogo è ben protetto dagli influssi celesti. Gli indovini e la lettura dei tarocchi e della cabalistica sono positivamente a favore di un nuovo rispetto per la Natura, i rapporti probabilistici pure e la mia messaggera con le sue ricerche è arrivata al silfio, certo questo non vuol dire il ritrovamento della pianta, ma la zingara ***, con la lettura dei tarocchi ribadisce che sarà la messaggera a ritrovare il silfio. *** conferma che la carta che continua a uscire è al diritto ed è quella del Mondo, uno dei migliori Arcani del mazzo, la numero 21. Non per nulla, in relazione con il simbolismo del segno del Toro, stabile e lento che porta al compimento del tutto favorevole e quasi miracoloso grazie alla protezione del destino”.         

“Duga, tu sei l’unico dei cinquemila anonimi, che hanno partecipato all’individuazione dei 144mila inviati celesti, che si occupa del ritrovamento del silfio, gli altri hanno già raggiunto gli obbiettivi, i nostri sforzi sono stati premiati, ne abbiamo individuato 2.057, come sai dovevano essere, per stare sul sicuro 2160, come gli anni di un ciclo di precessione, ma ne abbiamo trovati più di quello che indicavano le previsioni e le statistiche per l’avverarsi del cambiamento epocale. Nonostante le rosee premesse, siamo sui carboni ardenti, non è facile stabilire l’era della precessione in cui siamo, si va un po’ così fra calcoli, astrologia, storia, archeologia, navigando fra tutto lo scibile umano”.

“Maestro, sono sicuro che siamo sulla strada giusta, abbiamo scelto non solo con la testa ma anche col cuore. Certo che le nostre idee sulla precessione, se divulgate, potrebbero far venire i capelli dritti sulla testa di tanti, di quei tanti che aspettano l’era dell’Acquario”.

“Caro Duga, potremmo anche esserci sbagliati, in fin dei conti abbiamo seguito ***, è la zingara che insistendo sul Delta del Po ha fatto sì che ci concentrassimo sulle profezie di Dante e le altre previsioni riferite a Ravenna. Anche perché le nostre ricerche ci avevano portato già in quella zona, a Ferrara, alla minuziosa lettura degli affreschi della sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia, dove viene ben evidenziata la connessione tra le influenze celesti e ciò che accade in Terra.  Il senso di lettura di questi affreschi è orizzontale, da destra verso sinistra, come il moto di precessione, mentre per quanto attiene ciascun mese si procede in verticale: in alto il trionfo della divinità protettrice del mese raffigurato, nella fascia mediana il segno zodiacale e i rispettivi decani, infine, l’ultima è dedicata a ciò che accade nella realtà. Purtroppo dei dodici mesi ne sopravvivono solo sette e così l’incertezza era molta quando fortunatamente ho incontrato la zingara coi suoi tarocchi e ci siamo focalizzati su Dante. “Dante situò la sua visione nel mezzo della vita del mondo, il movimento dei cieli era durato 65 secoli fino a lui, e doveva durarne 65 dopo di lui, vale a dire 130 secoli o 13.000 anni, di cui i 13 secoli trascorsi dall’inizio dell’era cristiana formano esattamente il decimo. Il numero 65 è d’altronde notevole in se stesso: con l’addizione delle sue cifre, si riporta ancora a 11, e, altresì, questo numero 11 vi si trova scomposto in 6 e 5, che sono i numeri simbolici rispettivi del Macrocosmo e del Microcosmo, e Dante fa uscire l’uno e l’altro dall’unità principiale quando dice: “... Così come raia dell’un, se si conosce, il cinque e il sei” (Paradiso, XV, 56-57). Infine, traducendo 65 in lettere latine abbiamo LXV, invertendo le lettere otteniamo LVX, vale a dire la parola Lux; e ciò può avere un rapporto con l’era massonica della Vera Luce”( René Guénon L’esoterismo di Dante). Siamo agli inizi di questa era di Luce che diversamente da quello che è stato divulgato alla massa, non è quella dell’Acquario bensì è quella del Cancro. La data di nascita di Dante Alighieri non è stata individuata con certezza, la convenzione vuole sia nato tra il mese di maggio e quello di giugno del 1265, Dante stesso, nel Paradiso, dice di essere nato sotto il segno zodiacale dei Gemelli, insistendo su questo punto senza specificare quale influsso avesse avuto su di lui, perché non era questo che importava: Dante che inizia il suo viaggio nel primo giorno di primavera cioè all’equinozio, ci sta indicando l’era a cui appartiene quella appunto dei Gemelli a cui seguirà, dato che il moto di precessione è retrogrado la costellazione del Cancro. Non importa quello che si dice e si vocifera sulle ere astrologiche, perché nessuno sa quale punto del cielo possa essere preso come inizio della misurazione, così tutti i calcoli successivi sono inutili. Le costellazioni cambiano nel corso dei millenni, ad esempio la Nave Argo era la più vasta del cielo ora non esiste più essendo raffigurata divisa in tre gruppi, se prendiamo poi in considerazione la costellazione dell’Acquario che era molto popolare nell’antica Grecia e nell’antica Roma perché simboleggiava l’avallo divino per la diffusa omosessualità, anticamente era quella del Cinghiale, divenne più tardi quella dell’Orsa Maggiore, successivamente fu riferita alle Pleiadi, che fanno parte della costellazione del Toro, tale passaggio da una costellazione polare a una zodiacale corrisponde a un passaggio dal simbolismo solstiziale al simbolismo equinoziale, passaggio che comporta una rivoluzione astrale. Soprattutto, nessuno conosce più l’iterazione fra lo zodiaco astrologico e quello astronomico e su Ofiuco e altre costellazioni poi ci sono un sacco di interrogativi. Molti ritengono inesatti i misteriosi zodiaci di Dendera, non tenendo conto che i simboli e i geroglifici egizi nascondono delle conoscenze esoteriche e astronomiche che uniscono astrologia, medicina, e molto altro, non collegano neppure i decani (36 stelle del cielo, 3 decani per ogni mese, ogni decano signore di 10 giorni, importantissimi per gli egizi che li consideravano dèi) ai tarocchi. Evidentemente per determinare un’era occorrevano molti calcoli, tenendo conto non solo della precessione ma delle costellazioni estinte, dell’emisfero australe e di quello boreale e soprattutto del solstizio. Volendo approcciarsi col metodo della scienza odierna, pensano che l’uomo antico sia arrivato alle conoscenze solo tramite l’osservazione, pensano che i Testi delle piramidi siano delle sciocche formule. *** anche se dall’aspetto appare una zingara vecchia e decrepita e mezzo alcolizzata non so per quale via, ha mantenuto questa conoscenza antica.  

Dante non solo ci indica l’era dei Gemelli, nel Canto XXV del Paradiso che è quello della Speranza, ci introduce anche all’era del Cancro con riferimento all’Apocalisse:     

Poscia tra esse un lume si schiarì

sì che, se ’l Cancro avesse un tal cristallo,

l’inverno avrebbe un mese d’un sol dì

Poi tra di loro risplende una tale luce: San Giovanni Evangelista, che se brillasse nella costellazione del Cancro (il Santo dell’Apocalisse si festeggia il 27 dicembre quindi è sotto il segno del Capricorno opposto a quello del Cancro), l’inverno avrebbe un mese senza notti con riferimento all’altro Giovanni il Battista che si festeggia il 24 giugno quindi sotto il segno del Cancro.  L’antica mitologia celtica, ricorda i miti legati a due re, il re della Quercia ed il re dell’Agrifoglio; il re dell’anno crescente ed il re dell’anno calante analogamente il Battista viene chiamato San Giovanni che piange perché inizia a calare il cammino del sole, mentre l’Evangelista viene detto San Giovanni che ride perché le giornate iniziano ad allungarsi. Mito e Santi ricordano il sacrificio del re: Appena le sue forze danno segni di cedimento, e la sua anima è trasferita nel corpo di un successore vigoroso, chiaramente Dante ci dice che la costellazione dei Gemelli sarà seguita da un nuovo re ovvero la costellazione del Cancro. Tenuto conto di ciò che ci indica Dante, troveremo all’incirca circa 8.600 anni fa, l’inizio dell’era dell’Acquario in cui ci furono grandi inondazioni dovute allo scioglimento dei ghiacci dell’ultima glaciazione, circa 6.400 l’inizio dell’era dei Pesci, in cui l’uomo non è più solo cacciatore, diventa mezzo nomade, spostandosi secondo le stagioni, impara a coltivare la terra, si insedia presso i corsi d’acqua e si nutre principalmente di pesci; circa 4.300 anni fa l’era dell’Ariete, in pieno Neolitico, le capre e le pecore forniscono carne e latte, sono infatti i primi animali a essere addomesticati, simbolicamente Abele è la pecora e Caino il capro, nell’Egitto troviamo Amon dalla testa d’ariete, padre di tutti gli dèi che successivamente diventerà Amon-Ra unendosi al culto del  Sole; circa nel 2.100 e si ha l’avvento dell’era del Toro, un mondo in cui uomo e donna stavano alla pari: toro/luna/donna, leone/sole/uomo, nella mitologia mesopotamica, in particolare nell’epica babilonese di derivazione sumerica il toro è rappresentato da Gugalanna (letteralmente Grande toro del cielo ), a Creta i miti sul toro e il Minotauro come pure i tori Mnevis  e Apis in Egitto. Queste ere non vengono dimenticate, la preistoria, il mito, ne portano traccia, come impronta vi è pure nel nostro inconscio collettivo, non è che si cancella ciò che è stato. E siamo all’era dell’Anno Zero, la nascita di Cristo nell’era dei Gemelli, il potere viene diviso: a Cesare quel che è di Cesare a Cristo quel che è di Cristo, con la Chiesa viene fondata la Gerusalemme terrestre gemella di quella celeste. E veniamo finalmente alla nostra era quella del Cancro, che inizierà nel 2021, gli influssi naturalmente si sentono sempre prima, mica tutto può cambiare velocemente, il tempo astrale è molto più lungo della vita terrena. Si era pensato al 2012, ma non si era tenuto conto che la precessione va in senso antiorario, quindi i numeri vanno invertiti, quindi l’anno fatidico sarà il 2021, cioè 700 anni dopo la morte di Dante e il fulcro di questo inizio sarà proprio Ravenna, dove il Poeta è morto. Cosa ci porterà l’era del Cancro? Sotto l’influenza della Luna (Acqua) dovrebbe installarsi un clima dolce ed umido, dopo un gran girovagare per il mondo, ci sarà una nuova grande epoca della sedentarizzazione, con un ritorno alla vita e alla Madre e un nuovo attaccamento alla famiglia e al focolare. La nostra *** è stata preziosa per noi, tutto è nato da questa zingara che si è presentata a me improvvisamente come spuntata dal nulla, dicendomi: “Tu sei il Maestro”, e tu Duga sai bene che ben pochi sanno di me.  

Esso atterrò l’orgoglio de li Aràbi

che di retro ad Annibale passaro

l’alpestre rocce, Po, di che tu labi

 

Sott’esso giovanetti triunfaro

Scipione e Pompeo; e a quel colle

sotto ’l qual tu nascesti parve amaro (Paradiso Canto VI)

Dante ci dice che il segno dell’aquila (Roma) atterrò l’orgoglio degli arabi e ciò parve amaro al colle sopra Firenze (Fiesole) questi versi rimandano al suo Maestro Virgilio che nel IV (si invertono le lettere del VI Canto del Paradiso) libro dell’Eneide, quello del pianto della regina Didone, fa dire alla regina prima di togliersi la vita:

Chi piú mi seguirà de' primi amanti?

Proferirommi per consorte io stessa

d'un Zingaro, d'un Moro, o d'un Aràbo,

quando n'ho vilipesi e rifiutati

tanti e tai, tante volte?

Fu *** che mi indicò questi versi dell’Eneide, dell’amaro pianto di Didone, definendola la regina di Cartagine e degli zingari in quanto, senza Enea in mezzo, sarebbe stata sposa d’un Zingaro, d’un Moro, o d’un Aràbo, fu *** che mi spinse verso Dante fu *** che mi disse che dalla Tunisia, sarebbe partito il risveglio della messaggera più importante. Abbiamo inserito i messaggeri nei loro ruoli di scienziati, astronauti, chimici, educatori, militari e soprattutto in ambito religioso i messaggeri stanno già rinnovando la Chiesa da anni. Certo la massa non se ne rende conto ancora perché parte della vecchia nomenclatura resiste e questa non si interessa alle faccende di spirito ma occupandosi di attività commerciale e finanziaria, è caduta in basso come la controparte laica, ma fra non molto vedrai che la religione sarà un faro e i giovani torneranno nelle chiese e negli oratori, inizialmente perché sarà la tendenza di moda che lanceremo, poi vedrai che se con lo zoppo si impara a zoppicare, impareranno che ci si può divertire molto senza esagerare e inizieranno a pregare sinceramente. Ma senza la tua messaggera Duga, tutto il lavoro svolto sino ad ora non sarà completo perché mancante della radice, mancante del silfio base di ricchezza e di tutta una serie di nuove ricerche scientifiche. La tua messaggera è quella dell’intuito antico, non può essere informata su quello che è veramente, non lo sopporterebbe con la possibilità di andare fuori di senno o di perdere la veggenza, il tuo compito è quello più importante perché il silfio ci darà risorse illimitate, la speranza e la motivazione, al nostro esercito manca solo l’ultimo pezzo e pensare che per questo ultimo fondamentale pezzo dobbiamo usare metodi così poco certi con l’aiuto di alchimisti, indovini, sensitivi, ufologi e ogni altra persona che abbia una qualche fantasia, mi fa sentire come seduto sui carboni ardenti, essere all’inizio di un nuovo Rinascimento e dipendere dalla palla di vetro, non mi piace per niente ma ho fiducia in ***”.

“Maestro, a questo proposito, la zingara *** mi ha parlato di una leggenda che racconta che i rom furono scacciati e maledetti dal Piccolo Egitto, probabilmente questo Piccolo Egitto era il Delta del Nilo che al tempo comprendeva anche la cirenaica, perché le loro capre provocarono la scomparsa del silfio, la leggenda prosegue con una predizione: dopo mille e mille anni, quando gli zingari sarebbero diventati stanziali e i gagè, cioè i non zingari fossero divenuti nomadi, una pianta di silfio sarebbe stata ritrovata, la loro maledizione sarebbe finita, avrebbero smesso di rubare e l’umanità ne avrebbe avuto gran beneficio”.    

“Bene, ora siamo quasi arrivati, fra poco atterriamo, continua le tue ricerche, hai la mia fiducia, fai quello che devi fare, continua a farti credere un borghese annoiato e un po’ strambo, chiamami se hai novità importanti, altrimenti il prossimo incontro sarà come al solito fra un mese, ricordati abbiamo bisogno del silfio, a qualunque costo, anche a costo di vite umane se necessario, arrivederci”.  

 

 

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