Capitolo 31
Si intravedevano dei
calzini grigi in Cervelt
Sorvolando un
luogo imprecisato, un aereo privato viaggiava in anonimato seguendo piani di
volo di altri velivoli; un lussuoso ufficio volante, in cui si seguiva un
ordinato stile di vita in cui i pasti erano serviti ad orari appropriati,
l’illuminazione, la temperatura le più adeguate per il benessere corporeo, dove
a determinati intervalli si svolgeva attività fisica per rilassare la mente e i
muscoli, e soprattutto l’aereo era in grado di viaggiare per più di venti ore
senza scalo e allo stesso tempo di atterrare dove e quando voleva, in quanto
l’atterraggio si poteva effettuare anche come fosse stato un elicottero; una
ventina le persone presenti, tutte vestite in giacca grigio fumo, camicia
bianca e cravatta a righe regimental, righe diagonali con i colori del
reggimento a cui appartenevano, tra loro vi era un uomo di età indecifrabile,
poteva avere sessanta o novant’anni, era vestito in modo informale, con jeans chiari
con la piega stirata e un maglioncino dolce vita nero, ai piedi mocassini
realizzati a mano, di pelle nera, talmente sottile e morbida che le calzature
sembravano dei guanti, si intravedevano dei calzini grigi in Cervelt, il
pregiatissimo tessuto ottenuto da particolari esemplari di cervo rosso della
Nuova Zelanda, nonostante fosse vestito casual si percepiva la sua
autorevolezza: era lui il capo.
Il capo stava
seduto comodamente coi piedi appoggiati sullo scrittoio Art Decò, in radica, di
Giò Ponti, su cui stavano ordinatamente oggetti supertecnologici, libri antichi
e un piccolo libro d’ore dei fratelli Limbourg, che aveva tutta l’aria di
essere originale, ricco di miniature azzurre e dorate, era aperto alla pagina
della raffigurazione dell’Uomo anatomico, sulle pareti tutta una serie di video
molto grandi con immagini in diretta da ogni parte del globo, stava parlano a
qualcuno che appariva sul video a destra, fumando un sigaro e sorseggiando da
un bicchiere di pesante cristallo sfaccettato dell’Amarone della Valpolicella
di Quintarelli.
“Duga, sai
che tutto è pronto, la parte diciamo progressista si è messa da parte, i posti
di potere a livello mondiale sono ormai stati sostituiti, tocca a noi ora,
chiamiamoci conservatori della tradizione e del retto vivere, gli illuminati e
apollinei, il vizio è diventato eccessivo, occorre calmierare, non toglierlo
del tutto ma centellinare, seguendo ciò che insegnano le religioni, in
particolar modo quella cattolica che ha saputo modernizzarsi senza perdere la
tradizione. La democrazia ha bisogno della scienza e viceversa, l’archetipo
della segretezza è stato abbattuto, forse già dal Seicento, in questo modo tutto
deve essere comunicato a tutti, tutti possono analizzare e polemizzare, ma se
la democrazia è basata sulla scienza ne deriva che sono i fatti che contano non
il … lo ha detto il tal dei tali. Invece oggi cosa succede? A livello
governativo non si dà ascolto al cattedratico, ma ai movimenti d’opinione, in
quanto danno voti e nuovi consumi, questo ha generato la maggiore quantità di
ricchezza materiale e la maggiore quantità di ingiustizia mai prodotte: la
scienza non deve essere a vantaggio di questo o di quello, ma dell’intera
umanità. Come fare per restituire a questa massa intrisa di nichilismo e falsa
allegria, uno spirito divino e sereno, la sicurezza che vivere una vita onesta
non è da fessi ma è la più grande furbizia? In quanto ti rende accolto
benevolmente dagli altri, sereno e in pace senza lo stress di pensare a intrighi
e a sotterfugi. Cosa ha fatto l’economia odierna se non togliere la fiducia
nell’onestà? Caro Duga la soluzione è molto semplice convogliare le genti verso
uno spirito religioso. Contrariamente al sempre avanti, stiamo ritornando un
po’ indietro, riprenderemo dagli anni Settanta, il sistema aperto è diventato
troppo aperto, ha fatto il suo tempo, se ne sono resi conto anche quelli del
sempre avanti senza preoccuparsi dei caduti, si sono messi da parte, la loro
teoria non ha funzionato, l’alveare delle api viziose non funziona più, troppa
economia basata sul malcostume, la corruzione e le cattive abitudini. Una
società fondata sul parassitismo come è quella globalizzata, con lo stesso
stile di vita degli zingari è un modello che ormai disgusta anche chi lo ha
realizzato e ci ha creduto, la società è nel caos e nell’anarchia, la palla
l’abbiamo in mano, vogliamo giocarla bene, perciò del silfio ne ho bisogno, per
creare un nuovo miracolo economico, quindi attento a come parli, non cercare di
adularmi, voglio la verità. Non cercare di imbrogliarmi perché i sensori mi
segnalano se tu dici il falso. Tre dei tuoi colleghi, stanziati in Nord Africa,
hanno creato con le loro menzogne un caos indescrivibile, con la guerra e la
caduta del dittatore, mi hanno fatto credere che i francesi sapevano del silfio,
non era vero naturalmente, ma i tre incapaci non hanno avuto scampo si sono
diciamo così suicidati, questo non è un gioco, non mi piace eliminare le
persone, ma davanti al benessere mondiale non si può guardare a pochi singoli”.
“Maestro,
tutte le profezie più famose indicano sventure alla fine e all’inizio del
Millennio, ma nessuna è in grado di rilevare quello che sarà poi, in quanto
tutto può essere ribaltato, molto dipende dalla coscienza delle persone. La nostra
*** annuncia una nuova fioritura, e tutti noi abbiamo a cuore il bene
dell’altro e non guardiamo al nostro tornaconto, ma occorre mantenere il
segreto, anche sul nome, altrimenti è possibile non si avveri e questo proprio
non lo vogliamo. I calcoli astronomici e astrologici continuano a prevedere un
grande evento naturale e benefico, sempre più vicino e realizzabile, nella zona
del Delta del Po e infatti in questa zona, nonostante le terribili previsioni
di incendi, nubifragi e terremoti, eventi che sono accaduti, ma i cui effetti
sono stati quasi nulli, testimoniano che il luogo è ben protetto dagli influssi
celesti. Gli indovini e la lettura dei tarocchi e della cabalistica sono positivamente
a favore di un nuovo rispetto per la Natura, i rapporti probabilistici pure e la
mia messaggera con le sue ricerche è arrivata al silfio, certo questo non vuol
dire il ritrovamento della pianta, ma la zingara ***, con la lettura dei tarocchi
ribadisce che sarà la messaggera a ritrovare il silfio. *** conferma che la
carta che continua a uscire è al diritto ed è quella del Mondo, uno dei migliori
Arcani del mazzo, la numero 21. Non per nulla, in relazione con il simbolismo
del segno del Toro, stabile e lento che porta al compimento del tutto
favorevole e quasi miracoloso grazie alla protezione del destino”.
“Duga, tu sei
l’unico dei cinquemila anonimi, che hanno partecipato all’individuazione dei
144mila inviati celesti, che si occupa del ritrovamento del silfio, gli altri hanno
già raggiunto gli obbiettivi, i nostri sforzi sono stati premiati, ne abbiamo
individuato 2.057, come sai dovevano essere, per stare sul sicuro 2160, come
gli anni di un ciclo di precessione, ma ne abbiamo trovati più di quello che
indicavano le previsioni e le statistiche per l’avverarsi del cambiamento
epocale. Nonostante le rosee premesse, siamo sui carboni ardenti, non è facile
stabilire l’era della precessione in cui siamo, si va un po’ così fra calcoli,
astrologia, storia, archeologia, navigando fra tutto lo scibile umano”.
“Maestro,
sono sicuro che siamo sulla strada giusta, abbiamo scelto non solo con la testa
ma anche col cuore. Certo che le nostre idee sulla precessione, se divulgate, potrebbero
far venire i capelli dritti sulla testa di tanti, di quei tanti che aspettano
l’era dell’Acquario”.
“Caro Duga,
potremmo anche esserci sbagliati, in fin dei conti abbiamo seguito ***, è la
zingara che insistendo sul Delta del Po ha fatto sì che ci concentrassimo sulle
profezie di Dante e le altre previsioni riferite a Ravenna. Anche perché le
nostre ricerche ci avevano portato già in quella zona, a Ferrara, alla
minuziosa lettura degli affreschi della sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia,
dove viene ben evidenziata la connessione tra le influenze celesti e ciò che
accade in Terra. Il senso di lettura di
questi affreschi è orizzontale, da destra verso sinistra, come il moto di
precessione, mentre per quanto attiene ciascun mese si procede in verticale: in
alto il trionfo della divinità protettrice del mese raffigurato, nella fascia
mediana il segno zodiacale e i rispettivi decani, infine, l’ultima è dedicata a
ciò che accade nella realtà. Purtroppo dei dodici mesi ne sopravvivono solo
sette e così l’incertezza era molta quando fortunatamente ho incontrato la
zingara coi suoi tarocchi e ci siamo focalizzati su Dante. “Dante situò la sua visione nel mezzo della vita del mondo, il
movimento dei cieli era durato 65 secoli fino a lui, e doveva durarne 65 dopo
di lui, vale a dire 130 secoli o 13.000 anni, di cui i 13 secoli trascorsi
dall’inizio dell’era cristiana formano esattamente il decimo. Il numero 65 è
d’altronde notevole in se stesso: con l’addizione delle sue cifre, si riporta
ancora a 11, e, altresì, questo numero 11 vi si trova scomposto in 6 e 5, che
sono i numeri simbolici rispettivi del Macrocosmo e del Microcosmo, e Dante fa
uscire l’uno e l’altro dall’unità principiale quando dice: “... Così come raia
dell’un, se si conosce, il cinque e il sei” (Paradiso, XV, 56-57). Infine,
traducendo 65 in lettere latine abbiamo LXV, invertendo le lettere otteniamo
LVX, vale a dire la parola Lux; e ciò può avere un rapporto con l’era massonica
della Vera Luce”( René Guénon L’esoterismo di Dante). Siamo agli inizi di
questa era di Luce che diversamente da quello che è stato divulgato alla massa,
non è quella dell’Acquario bensì è quella del Cancro. La data di nascita di
Dante Alighieri non è stata individuata con certezza, la convenzione vuole sia
nato tra il mese di maggio e quello di giugno del 1265, Dante stesso, nel
Paradiso, dice di essere nato sotto il segno zodiacale dei Gemelli, insistendo
su questo punto senza specificare quale influsso avesse avuto su di lui, perché
non era questo che importava: Dante che inizia il suo viaggio nel primo giorno
di primavera cioè all’equinozio, ci sta indicando l’era a cui appartiene quella
appunto dei Gemelli a cui seguirà, dato che il moto di precessione è retrogrado
la costellazione del Cancro. Non importa quello che si dice e si vocifera sulle
ere astrologiche, perché nessuno sa quale punto del cielo possa essere preso
come inizio della misurazione, così tutti i calcoli successivi sono inutili. Le
costellazioni cambiano nel corso dei millenni, ad esempio la Nave Argo era la
più vasta del cielo ora non esiste più essendo raffigurata divisa in tre gruppi,
se prendiamo poi in considerazione la costellazione dell’Acquario che era molto
popolare nell’antica Grecia e nell’antica Roma perché simboleggiava l’avallo
divino per la diffusa omosessualità, anticamente era quella del Cinghiale,
divenne più tardi quella dell’Orsa Maggiore, successivamente fu riferita alle
Pleiadi, che fanno parte della costellazione del Toro, tale passaggio da una
costellazione polare a una zodiacale corrisponde a un passaggio dal simbolismo
solstiziale al simbolismo equinoziale, passaggio che comporta una rivoluzione astrale. Soprattutto, nessuno
conosce più l’iterazione fra lo zodiaco astrologico e quello astronomico e su
Ofiuco e altre costellazioni poi ci sono un sacco di interrogativi. Molti
ritengono inesatti i misteriosi zodiaci di Dendera, non tenendo conto che i
simboli e i geroglifici egizi nascondono delle conoscenze esoteriche e astronomiche
che uniscono astrologia, medicina, e molto altro, non collegano neppure i
decani (36 stelle del cielo, 3 decani per ogni mese, ogni decano signore di 10
giorni, importantissimi per gli egizi che li consideravano dèi) ai tarocchi. Evidentemente
per determinare un’era occorrevano molti calcoli, tenendo conto non solo della
precessione ma delle costellazioni estinte, dell’emisfero australe e di quello
boreale e soprattutto del solstizio. Volendo approcciarsi col metodo della
scienza odierna, pensano che l’uomo antico sia arrivato alle conoscenze solo
tramite l’osservazione, pensano che i Testi delle piramidi siano delle sciocche
formule. *** anche se dall’aspetto appare una zingara vecchia e decrepita e mezzo
alcolizzata non so per quale via, ha mantenuto questa conoscenza antica.
Dante non
solo ci indica l’era dei Gemelli, nel Canto XXV del Paradiso che è quello della
Speranza, ci introduce anche all’era del Cancro con riferimento all’Apocalisse:
Poscia tra esse un
lume si schiarì
sì che, se ’l Cancro
avesse un tal cristallo,
l’inverno avrebbe un
mese d’un sol dì
Poi tra di
loro risplende una tale luce: San Giovanni Evangelista, che se brillasse nella
costellazione del Cancro (il Santo dell’Apocalisse si festeggia il 27 dicembre
quindi è sotto il segno del Capricorno opposto a quello del Cancro), l’inverno
avrebbe un mese senza notti con riferimento all’altro Giovanni il Battista che
si festeggia il 24 giugno quindi sotto il segno del Cancro. L’antica mitologia celtica, ricorda i miti
legati a due re, il re della Quercia ed il re dell’Agrifoglio; il re dell’anno
crescente ed il re dell’anno calante analogamente il Battista viene chiamato
San Giovanni che piange perché inizia a calare il cammino del sole, mentre
l’Evangelista viene detto San Giovanni che ride perché le giornate iniziano ad
allungarsi. Mito e Santi ricordano il sacrificio del re: Appena le sue forze danno segni di cedimento, e la sua anima è
trasferita nel corpo di un successore vigoroso, chiaramente Dante ci dice
che la costellazione dei Gemelli sarà seguita da un nuovo re ovvero la costellazione del Cancro. Tenuto conto di ciò
che ci indica Dante, troveremo all’incirca circa 8.600 anni fa, l’inizio
dell’era dell’Acquario in cui ci furono grandi inondazioni dovute allo
scioglimento dei ghiacci dell’ultima glaciazione, circa 6.400 l’inizio dell’era
dei Pesci, in cui l’uomo non è più solo cacciatore, diventa mezzo nomade,
spostandosi secondo le stagioni, impara a coltivare la terra, si insedia presso
i corsi d’acqua e si nutre principalmente di pesci; circa 4.300 anni fa l’era
dell’Ariete, in pieno Neolitico, le capre e le pecore forniscono carne e latte,
sono infatti i primi animali a essere addomesticati, simbolicamente Abele è la
pecora e Caino il capro, nell’Egitto troviamo Amon dalla testa d’ariete, padre
di tutti gli dèi che successivamente diventerà Amon-Ra unendosi al culto
del Sole; circa nel 2.100 e si ha
l’avvento dell’era del Toro, un mondo in cui uomo e donna stavano alla pari: toro/luna/donna, leone/sole/uomo, nella mitologia mesopotamica, in particolare
nell’epica babilonese di derivazione sumerica il toro è rappresentato da
Gugalanna (letteralmente Grande toro del
cielo ), a Creta i miti sul toro e il Minotauro come pure i tori
Mnevis e Apis in Egitto. Queste ere non
vengono dimenticate, la preistoria, il mito, ne portano traccia, come impronta vi
è pure nel nostro inconscio collettivo, non è che si cancella ciò che è stato.
E siamo all’era dell’Anno Zero, la nascita di Cristo nell’era dei Gemelli, il
potere viene diviso: a Cesare quel che è di Cesare a Cristo quel che è di
Cristo, con la Chiesa viene fondata la Gerusalemme terrestre gemella di quella
celeste. E veniamo finalmente alla nostra era quella del Cancro, che inizierà
nel 2021, gli influssi naturalmente si sentono sempre prima, mica tutto può
cambiare velocemente, il tempo astrale è molto più lungo della vita terrena. Si
era pensato al 2012, ma non si era tenuto conto che la precessione va in senso
antiorario, quindi i numeri vanno invertiti, quindi l’anno fatidico sarà il
2021, cioè 700 anni dopo la morte di Dante e il fulcro di questo inizio sarà
proprio Ravenna, dove il Poeta è morto. Cosa ci porterà l’era del Cancro? Sotto
l’influenza della Luna (Acqua) dovrebbe installarsi un clima dolce ed umido,
dopo un gran girovagare per il mondo, ci sarà una nuova grande epoca della
sedentarizzazione, con un ritorno alla vita e alla Madre e un nuovo
attaccamento alla famiglia e al focolare. La nostra *** è stata preziosa per
noi, tutto è nato da questa zingara che si è presentata a me improvvisamente
come spuntata dal nulla, dicendomi: “Tu sei il Maestro”, e tu Duga sai bene che
ben pochi sanno di me.
Esso atterrò
l’orgoglio de li Aràbi
che di retro ad
Annibale passaro
l’alpestre rocce, Po,
di che tu labi
Sott’esso giovanetti
triunfaro
Scipione e Pompeo; e
a quel colle
sotto ’l qual tu nascesti
parve amaro (Paradiso Canto VI)
Dante ci dice
che il segno dell’aquila (Roma) atterrò l’orgoglio degli arabi e ciò parve
amaro al colle sopra Firenze (Fiesole) questi versi rimandano al suo Maestro
Virgilio che nel IV (si invertono le lettere del VI Canto del Paradiso) libro
dell’Eneide, quello del pianto della regina Didone, fa dire alla regina prima
di togliersi la vita:
Chi piú mi seguirà
de' primi amanti?
Proferirommi per
consorte io stessa
d'un Zingaro, d'un
Moro, o d'un Aràbo,
quando n'ho vilipesi
e rifiutati
tanti e tai, tante
volte?
Fu *** che mi
indicò questi versi dell’Eneide, dell’amaro pianto di Didone, definendola la
regina di Cartagine e degli zingari in quanto, senza Enea in mezzo, sarebbe
stata sposa d’un Zingaro, d’un Moro, o
d’un Aràbo, fu *** che mi spinse verso Dante fu *** che mi disse che dalla
Tunisia, sarebbe partito il risveglio della messaggera più importante. Abbiamo inserito
i messaggeri nei loro ruoli di scienziati, astronauti, chimici, educatori,
militari e soprattutto in ambito religioso i messaggeri stanno già rinnovando
la Chiesa da anni. Certo la massa non se ne rende conto ancora perché parte della
vecchia nomenclatura resiste e questa non si interessa alle faccende di spirito
ma occupandosi di attività commerciale e finanziaria, è caduta in basso come la
controparte laica, ma fra non molto vedrai che la religione sarà un faro e i
giovani torneranno nelle chiese e negli oratori, inizialmente perché sarà la
tendenza di moda che lanceremo, poi vedrai che se con lo zoppo si impara a
zoppicare, impareranno che ci si può divertire molto senza esagerare e
inizieranno a pregare sinceramente. Ma senza la tua messaggera Duga, tutto il
lavoro svolto sino ad ora non sarà completo perché mancante della radice,
mancante del silfio base di ricchezza e di tutta una serie di nuove ricerche
scientifiche. La tua messaggera è quella dell’intuito antico, non può essere
informata su quello che è veramente, non lo sopporterebbe con la possibilità di
andare fuori di senno o di perdere la veggenza, il tuo compito è quello più
importante perché il silfio ci darà risorse illimitate, la speranza e la
motivazione, al nostro esercito manca solo l’ultimo pezzo e pensare che per
questo ultimo fondamentale pezzo dobbiamo usare metodi così poco certi con
l’aiuto di alchimisti, indovini, sensitivi, ufologi e ogni altra persona che
abbia una qualche fantasia, mi fa sentire come seduto sui carboni ardenti,
essere all’inizio di un nuovo Rinascimento e dipendere dalla palla di vetro,
non mi piace per niente ma ho fiducia in ***”.
“Maestro, a
questo proposito, la zingara *** mi ha parlato di una leggenda che racconta che
i rom furono scacciati e maledetti dal Piccolo Egitto, probabilmente questo
Piccolo Egitto era il Delta del Nilo che al tempo comprendeva anche la
cirenaica, perché le loro capre provocarono la scomparsa del silfio, la
leggenda prosegue con una predizione: dopo mille e mille anni, quando gli
zingari sarebbero diventati stanziali e i gagè,
cioè i non zingari fossero divenuti nomadi, una pianta di silfio sarebbe stata
ritrovata, la loro maledizione sarebbe finita, avrebbero smesso di rubare e
l’umanità ne avrebbe avuto gran beneficio”.
“Bene, ora
siamo quasi arrivati, fra poco atterriamo, continua le tue ricerche, hai la mia
fiducia, fai quello che devi fare, continua a farti credere un borghese
annoiato e un po’ strambo, chiamami se hai novità importanti, altrimenti il
prossimo incontro sarà come al solito fra un mese, ricordati abbiamo bisogno
del silfio, a qualunque costo, anche a costo di vite umane se necessario,
arrivederci”.
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