domenica 1 settembre 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello



Coniglio di Paola Tassinari Gli anni del 2016/17 sono un periodo strano per me, surreale e imprevedibile come un film del terrore. All’inizio del 2015 inizio a scrivere il romanzo “Lo spaventapasseri”, una storia d’amore che finisce male, i protagonisti si chiamano Paolo e Francesca non a caso. Francesca è una giornalista che indaga su un filo rosso pieno di mistero e arcano che lega le stragi italiane degli Anni Ottanta, in particolare su Ustica e Bologna, scopre cose incredibili ma possibili, cose che non possono diventare pubbliche, alla fine viene internata in manicomio, l’unico modo che ha Paolo per salvarle la vita. Paolo che è in realtà un agente segreto. Per scrivere questo romanzo mi sono immersa nel fango del male, ho 203 cercato di capirlo, di immedesimarmi, ho sofferto e testardamente ho continuato a scavare, a scavare sino agli albori dell’umanità, sempre a chiedermi perché, alla fine sono arrivata a un punto finale… il fine giustifica i mezzi è salvabile chi fa il male con intenzioni non egoistiche, in quanto solo il Signore può conoscere il senso di ciò che accade e quindi ciò che oggi ci appare male, domani può essere un bene, il punto finale è di non pensare solo a sé stessi, ma anche al bene degli altri. Per scrivere questo libro mi sono sfinita, saltando i pasti e il sonno per mettere nero su bianco le ipotesi che mi arrivavano in mente, ore e ore al computer con la paura che le idee fuggissero via, ore e ore di studio sulla numerologia, la gematria, gli atti processuali e i documenti, l’alchimia, i miti e l’esoterismo di Dante, di 204 Guenon e di Evola. Alla fine mi è venuta l’insonnia, non ero capace di staccare, il cervello continuava a macinare mille perché e mille ipotesi anche di notte, alla fine sono finita in un reparto psichiatrico, come Francesca la mia protagonista e qui l’assurdo come se a forza di pensare e di cercare di capire il “male”, l’abbia come richiamato: sono finita in un incubo, non in un reparto ospedaliero regolare ma provvisorio, che non era quindi controllato, era completamento allo sbaraglio e ho così vissuto scene da incubo, scene che non credevo reali, ne sono uscita con dignità e a testa alta, mi sono salvata grazie alla Fede. Non sto a raccontarvi gli obbrobri, non mi capacitavo del perché poi ho pensato che dato che non c’erano controlli potevano effettuare esperimenti sui degenti per scopi scientifici, ciò non 205 toglie che eravamo persone ammalate da curare non da vivisezionare. Ho capito che si cade dentro al male piano, piano, senza accorgersene, ci si abitua perché tanto fanno tutti così, ma quando ho iniziato ad occuparmi io delle condizioni degli ammalati, chiedendo agli infermieri, sempre col sorriso, sempre per piacere, aiuto per loro, senza farli sentire colpevoli, qualcosa è cambiato, piano piano, molto è cambiato. Questo mi ha aiutato a capire che più una persona viene colpevolizzata, anche con tutte le ragioni del mondo, più si rivolterà e continuerà in quello che sta facendo, ma, sarà diverso, se le andrai incontro dicendogli… va bene hai sbagliato, lo hai fatto non volendo, non preoccuparti, puoi aiutarmi per favore, ho bisogno di te? 206 Il dipinto in questione, misura 50x50 cm, è intitolato “Coniglio V” fa parte di una serie di tele ad acrilico in cui compare a figura intera, a mezzo corpo o solo il muso, di un coniglio. Questa tela ha lo sfondo multicolore, anche il muso del coniglio. Sull’angolo a destra, in basso è dei medesimi colori ed è popolato da una moltitudine di simboli, frecce, triangoli, linee, punti, fulmini e altro, è attraversato da un filo nero pieno di spine. Vuole rappresentare il caos della vita, il nostro disordine interiore, l’impossibilità di mettere ordine nello scibile umano, l’impossibilità nostra è il mio caos/caso che devo affrontare per trovare una strada e quel coniglio sono io, perché vorrei fuggire ma, invece, resto lì con le orecchie lunghe in ascolto, resto lì impaurita… Avete mai preso un coniglietto in braccio? Se lo avete fatto vi 207 ricorderete come all’improvviso il cuore del coniglio batteva all’impazzata.

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