A un gatto dissi: "ciao",
lui mi rispose: "miao".
A un cane dissi: "ciao",
lui mi rispose: "bau".
A un lupo dissi: "ciao",
lui mi rispose: "uau".
A un uomo dissi: "ciao ",
non mi rispose mai.
ROBERTO PIUMINI
5 commenti:
E' forte, Teo!
A volte sono più "umani" gli animali delle persone...
Cara Paola, mettiamola su un piano che non dispiace al gentil sesso. Forse si tratta, appunto, di un "ciao" pieno di aspettative...quasi il "miao" di una gatta che si strofina...
Dunque stai a sentire.
È sempre stato detto che l'uomo è una bestia e con lui la donna. Perciò si potrà dire che il "ciao" rivolto all'uomo del post ha quattro valenze che corrispondono alle tre bestie più l'uomo vero e proprio.
Ed ora un preambolo su questi quattro che è questo:
Un detto siciliano amplia il concetto su cosa è un uomo in merito ai comportamenti, che va oltre l’espressione più alta e sofisticata della natura ed è: uomini, mezzi uomini, omminicchi e quaquaraquà. Per uomini, il detto intende definire quelle persone che sono intere, quelle che mettono in gioco tutte le proprie capacità assumendosi l’onere delle decisioni e l’assunzione di responsabilità. Ovviamente, mezzi uomini sono coloro che pur avendo ambizioni ed idee grandiose, in pratica si lasciano soggiogare dai timori, dalla paura di non riuscire, di nuocere a qualcuno potente. Omminicchi sono quelle persone senza ossatura caratteriale che fuggono davanti al primo ostacolo, e stanno un gradino sopra i quaquaraquà, che di umano, hanno soltanto l'aspetto.
Ora indaghiamo sulle tre bestie.
Il gatto che è un felino si può associare alla donna e pertanto si può considerare un uomo del genere effemminato. Dunque si tratta dei quaquaraquà dei siculi
Il cane discende dai lupi, ma che poi è diventato domestico. Questi si possono dividere in due gruppi associabili ai mezzi uomini e ommenicchi, sempre dei siculi.
Infine il lupo potrebbe identificarsi all'uomo integro lo stesso inteso dai siculi, ma è pur sempre una bestia e non sempre può piacere, specie al gentil sesso.
Al gentil sesso piace proprio il tale che non ha risposto al "ciao". Non ne aveva bisogno con la virilità e col fascino magnetico che egli promanava. Di certo gli è bastato il suo sguardo penetrante che sfiorava, accarezzando, il corpo seducente di lei dal viso fin giù e lentamente fino alle caviglie.
Gaetano
CIAO e AMEN che si equivalgono
Il commento che ho fatto, lo si consideri una trasgressione che, se pur divertente, non sfiora lo spirito dell'autore di "Ciao", Roberto Fiorini. Ciò che ho argomentato non è certamente un omaggio a questo ecclettico personaggio, un significativo interprete della letteratura per l'infanzia che ha dato un'impronta marcata all'insegnamento delle materie umanistiche nelle scuole.
Traspare evidente in "Ciao" com'è che interagisce nell'uomo la vocetta interiore, simile a quella di un bambino, e che non sente il benefico richiamo. Il mondo del bambino è quello del biblico paradiso terrestre in cui il bestiario è in felice armonia con lui.
Un parallelo che può far sorridere.
Ho letto poco fa su Tellus Folio un articolo sulla parola AMEN. L'autore si chiama Carlo Forin, laureato in sociologia ed economia e commercio. È un notevole studioso di archeologia linguistica.
L'articolo cominciava così:
«-Amen-: mi è piaciuto quando l’ho sentito dire così, a Lourdes, da una vocina di una cinese -tenera, che pareva di bimba, tanto infantile suonava!-. Si recitava il Rosario, in mezzo a migliaia di persone che sfilavano in corteo con le fiaccole, ed abbiamo pregato in tutte le lingue.
Mi piace, perché nella Chiesa Cattolica è una conferma mondiale che l’amen passa nella universalità dei linguaggi. Un lievito piccino di uno Spirito Grande, come piccina ed ignorante era la pastorella che vide ‘quella là’, ‘aquero’ in basco!: -Que soy era immaculada conceptiu!-.».
Ma vale la pena di leggere l'articolo fino in fondo perché fa tanto bene di questi tempi.
«Che cosa significa ‘amen’: -ve lo siete mai chiesto-?
-Sì; significa ‘ho fede’ in ebraico-.
E, oltre l’ebraico?
Mi spiego: quando ricevo il Corpo di Cristo e dichiaro -amen- io dico -ho fede che sia così-. E Cristo -il Vivente che mi viene dentro- che cosa intende in Spirito con questa parola?
Se è un corpo vivo, parla, no? Ed io devo sapere quel che dice, che non può essere ‘ho fede’, cosa da mortali!
-A ME EN, ‘Seme Parola Signore’ in sumero, cioè Io, il Verbo, il Figlio riunito nel Padre dopo il Sacrificio della Croce, entro da amico.
Se tu sei capace di tenermi amico, potremo fare grandi cose insieme perché io sarò il seme delle tue azioni!
Solo con questa risposta si realizza, anche sul piano comunicativo, la corrispondenza di intenti: capisco ME MUR IA, ‘luogo di vita-morte del ME’ che era morto. Un chiarimento linguistico non indispensabile.
I semplici, che hanno fede, realizzano il fatto ugualmente senza perdersi in parole: -Fate questo in memoria di ME- è l’imperativo. Lo fanno e rendono il mondo più bello, pur senza sapere esattamente.
Gli ‘studiati’, che hanno letto un libro in più, forse non riescono a capire, e tendono a non farlo (purtroppo):
Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto.
Sì, Amen!
Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!».
Gaetano
Ciao Stella, ho letto quetsa poesia , ed ho pensato alle volte che avrei voluto salutare qualcuno .......così perchè mi ispirava simpatia , ma non ne ho avuto il coraggio per paura di essere rifiutata.
Ciaoo.
Caro Gaetano, stasera sono un po' nervosa perchè non riesco a stampare il tuo commento su "NOTTE" nel blog di Annarita.
Volevo stamparlo, perchè col cartaceo riesco soffermarmi meglio e a meditare ( sul computer leggo veloce quasi vorace e con i tuoi commenti non va bene......secondo me vanno centinellati)
Comunque.....Al gentil sesso piace proprio il tale che non ha risposto al "ciao".......ti do ragione perchè noi donne siamo un po' strane.
Per il tuo secondo commento , sono in sintonia con te, a volte le persone semplici "arrivano prima" di chi ha studiato tanto, secondo me perchè .....amano.
Tempo fa , sono stata ad una conferenza di Luisa Muraro ( un' allieva di Severino , la quale mi ha conquistato per la vita ), ebbene lei disse che le parole non bastano più , che la filosofia che è lo studio sull' uomo ha ormai detto troppo e non ha ottenuto atti.
Buonanotte Gaetano, mi arrendo per stasera non stampo il tuo commento.
Ciaoo.
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