venerdì 11 agosto 2017

STELLINA tredicesima puntata

Era una Venere tornita ora era un fagotto dall'enorme ventre, farai due gemelli le dicevano. Poi c'era la famiglia, che l'additava, pregna prima di essere sposata, vergognati, e Stellina si sentiva in colpa e lavorava il doppio col suo povero pancione spropositato, per farsi perdonare il suo atto d'amore. A sedici anni aveva perso tutta la sua bellezza, i ragazzi che prima la desideravano ora le dicevano sembra che tu abbia già trent'anni. Per la famiglia era un'onta e un peso, per il marito pure era un peso, si era sposata col pancione, lui l'aveva comunque portata all'altare, più per coscienza che amore. Dolore, solo dolore per la sposa sedicenne, il viaggio di nozze, fu un lunedì piovoso di fine giugno, al mare a mangiare sarde e pomodori. Stellina avrebbe voluto mangiare al posto dei pomodori degli zucchini fritti, ma il marito le disse che a casa li mangiava tutti i giorni, che era meglio prendere i pomodori e lei non ebbe il coraggio di dire che desiderava tanto quegli zucchini. Il martedì era già al duro lavoro. Un lavoro faticoso che ben presto la portò alla malattia. Sempre peggio stava con febbricciatole e dolori alla schiena, fino a che verso gli otto mesi di gravidanza, le prese una febbre alta, non le restò che mettersi dolorante a letto, sola e con una gran voglia di aranciata. Le pareva che se avesse bevuto un'aranciata il dolore sarebbe scomparso. Le pareva che se avesse bevuto un'aranciata avrebbe tranquillizzato il suo bimbo. Tranquillo bimbo mio, ce la farò, guarirò, ti salverò. Ma la febbre cresceva, cresceva, sino ad arrivare a 41° e Stellina aveva dolori fortissimi. Non può essere il parto, non hai perso le acque, e sei solo di otto mesi, non può essere il parto. Ma Stellina stava sempre peggio, la portarono all'ospedale, povero fagotto informe di sedici anni e che pareva ne avesse quaranta.  

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