martedì 6 febbraio 2018

Diario 3



Oggi 7 gennaio, giorno festivo dopo il giorno della Befana, una giornata atmosferica tetra e grigia non piove ma è più scuro della notte, tutto sembra tinto di grigio. Ieri sono andata a Bologna, quando mi schiodo da Ravenna e vado in una città metropolitana, mi viene da pensare quanti miliardi siamo e quanto poco contiamo, siamo così in tanti, magari chissà siamo più degli animali, degli insetti no, ma delle lucertole o dei cani magari sì. C’è tanta gente a Bologna, il centro è pedonale e la gente, tantissima fa le vasche su e giù in mezzo c’è sempre qualche artista di strada o qualcuno strano e una botta di vita tutto questo te lo dà. Sono andata a vedere una bella Mostra sugli artisti rivoluzionari del Novecento. Dal 16 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018, Palazzo Albergati di Bologna ospita oltre duecento opere, tutte provenienti dal Museo di Gerusalemme. DuchampMagritteDalìErnst, TanguyMan RayCalder e altri sono gli innovatori, coloro che hanno creato il Surrealismo e il Dadaismo, coloro che si interrogano, coloro che scandagliano l’inconscio, il proibito, il nascosto, coloro che giocano e scambiano e cambiano. E non ho voglia di mettermi a fare un articolo coi tre puntini, cioè precisino ed esaustivo, sto scrivendo una pagina di diario per rilassarmi perciò vi spiego solo un’opera rivoluzionaria e poco conosciuta di Duchamp, antesignana di tutta una serie di barzellette e disegnini sulla topa eufemismo che sta per qualcosa d’altro in auge tutt’oggi nei social network, senza Duchamp questa vena ironica maschile mai sarebbe venuta fuori. 1950 circa Duchamp crea due presine in tessuto scozzese su una a metà come se uscisse un pisello maschile, l’altra al centro un quadratino di pelliccetta tipo topetta… incredibile ma vero da lì tutto un modo di dire che ancora non si è acquietato.  

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