venerdì 23 febbraio 2018

DANTE 3

 Si sposò a vent'anni con Gemma Donati che apparteneva a una casata fra le più nobili, in età ancora infantile i suoi genitori avevano istituito per Dante il contratto di matrimonio con Gemma, sua promessa sposa, quindi, sin dall'infanzia. Boccaccio la descrive egoista, mediocre, arida e querula, una mezza Santippe ma dai fatti risulta che Gemma si comportò molto bene nei confronti del marito, fu Dante che la ripagò piuttosto male, perché subito dopo le nozze cominciò una vita libertina, trascorrendo il tempo tra Fiorette e Violette, compagnie diciamo allegre, che non lo distolsero dal fare 4 o 5 figli con Gemma. Dante non era così arcigno come ce lo fanno vedere di solito, uno dei più antichi ritratti di Dante, attribuito a Giotto, lo raffigura senza il tradizionale naso aquilino, lasciatemelo dire fosse stato pure bruttissimo con quello che sapeva dire e poetare avrebbe conquistato qualsiasi donna ieri come oggi. Forse nel 1287 Dante compie studi filosofici a Bologna, ch’era la più rinomata Università italiana, il suo soggiorno è sicuro perchè vi compose anche un sonetto, comunque la laurea non la prese, decise lui o non fu accolto degnamente? Partecipa alla battaglia di Campaldino contro gli aretini nel 1289 mentre tra il 1292-93 probabilmente raccoglie alcune sue rime nella Vita Nova in cui racconta sulla sua vita e l'amore per Beatrice. Le più innovative saranno, però, le cosiddette rime petrose, composte intorno al 1296 che ci mostrano un Dante assai sensuale. Entra nella Corporazione dei medici e degli speziali nel 1295. Come tutti coloro che volevano godere di pieni diritti politici, si era iscritto anche lui a un’Arte, quella dei Medici e Speziali. Non si sa il perchè, ma Dante amava la conoscenza io come capra, ed ei come pastori (Purgatorio XXVII) Dante paragona se stesso a una capra che durante il giorno ha pascolato libera sulle montagne e in seguito rumina placida all'ombra, mentre il sole picchia, sorvegliata dal pastore, e le sue due guide Virgilio e Stazio, al mandriano che di notte sorveglia le sue bestie e le protegge dalle fiere selvagge. Lasciamo perdere tutto ciò che soggiace alla simbologia della capra, in questo caso voglio evidenziare la voracità della capra che divora di tutto erba, germogli, si arrampica su per i monti e in ogni dove, così è Dante per la conoscenza, nel suo piccolo Phanteon a Ravenna, in stile neoclassico, non sorprende che ci sia un festone con i capri o bafometti. Dante era vorace di conoscenza, sapeva che senza paletti e due guide sicure, quella della razionalità pagana e quella della spiritualità cristiana, poteva diventare un eretico e lui non voleva esserlo.

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