venerdì 18 maggio 2018

UN BICCHIERE DI AGLIANICO


 L’Aglianico è un vino rosso diffuso in Italia meridionale, in particolare in Campania e Basilicata. E’ chiamato anche Barolo del Sud. E’ caratterizzato da intensi profumi fruttati e floreali, quasi speziato, si abbina bene a piatti di carne rossa e a formaggi stagionati. E’ stato un vitigno probabilmente introdotto in Italia dai greci intorno al VII secolo a. C., da cui forse l’origine del nome (elleanico, ellenico). Un’altra teoria vuole che il nome dell’Aglianico derivi dalla città di Elea, l’antica città della Magna Grecia, nel Cilento, chiamata dai romani Velia. Elea fu fondata da esuli Focei in fuga dalla Ionia, sulle coste dell’attuale Turchia, per sfuggire ai persiani. I Focei erano grandi navigatori anche sulle lunghe distanze, gran parte di loro, attorno al 600 a. C. circa, emigrarono, non solo a Velia, ma anche a Marsiglia dove fondarono una colonia. Tra i motivi che fanno di Velia un patrimonio dell’umanità va sicuramente menzionata la scuola eleatica, una scuola filosofica che ha potuto vantare, fra i suoi esponenti, ParmenideZenone di Elea e Melisso di Samo. E per finire perché per sorseggiare e gustare tutti i profumi di un bicchiere di vino occorre conoscerne anche il tratto storico…  Einstein trasse ispirazione per la sua teoria della relatività dal paradosso di Achille e la tartaruga del filosofo Zenone e non è certo casuale che, in onore dell’antica città, Adriano Olivetti abbia voluto denominare Elea la generazione di supercomputer sviluppati negli anni ‘50 del Novecento. E col paradosso di Zenone, con Achille che non riesce a superare la tartaruga, in quanto quest’ultima ha un vantaggio di 10 metri e Achille non riesce a battere sia lo spazio che il tempo, è meglio bersi un bicchiere di Agliatico che non vorrei che stavolta fosse il computer a vincere Achille.


  

Nessun commento: