lunedì 15 aprile 2019

VACANZE ROMANE romanzo a puntate, VII parte


Rosmunda la regina dei longobardi e la regina d’Italia dal 568 al 572, moglie di Alboino, donna fiera e combattiva, ha ispirato nei secoli opere di letteratura, tragedie, canzoni e film, non tutti sanno che la sua storia finì a Ravenna.
Nel 568 mentre i longobardi invadevano l’Italia, a quei tempi provincia dell’Impero d’Oriente, l’esarca Longino, non pareva preoccupato, da Ravenna mandò a dire che si sarebbe mosso solo al momento opportuno. 
Intanto i Longobardi occuparono mezza Italia dividendola in ducati, erano guidati da Alboino che era più di un re, per il suo popolo era un dio.
In battaglia, Alboino uccise con le sue mani Cunimondo il re dei gepidi (tribù germanica) e con il suo cranio si fece fare una coppa per bere.
I gepidi furono fatti schiavi ma Rosmunda figlia di Cunimondo divenne regina.
Alboino l’aveva amata per anni, l’aveva chiesta in sposa ricevendone un rifiuto, allora la rapì, ma Alboino la dovette restituire al padre che chiese l’intervento addirittura dell’imperatore Giustiniano.
Ma ora ucciso Cunimondo ed annientati i gepidi, Alboino finalmente la sposava e la faceva regina dei longobardi.
Non credo che Rosmunda ne fosse felice in più successe il fattaccio.
Durante un banchetto che si stava svolgendo a Verona, Alboino ubriaco d’un tratto ordinò che gli fosse portata la tazza ricavata dal cranio di Cunimondo, e la offrì a Rosmunda: “Bevi, Rosmunda, nel cranio di tuo padre!”.
Forse è un po’ romanzata la storia, ma Rosmunda meditò vendetta.
Preparò un piano rivolgendosi a Elmichi, armigero del re e suo fratello di latte.
Probabilmente Elmichi era l’amante di Rosmunda, la quale gli propose di uccidere Alboino e regnare al suo posto.
Mancava solo il sicario, lo individuarono in Peredeo, un ufficiale di corte, uomo di gran coraggio, di forza smisurata ma Peredeo si rifiutò di farlo.
Rosmunda ed Elmichi avevano ormai una scelta obbligata: Peredeo sapeva e avrebbe potuto tradirli.
Fu la regina che si incaricò di convincere Peredeo ad accettare.
Rosmunda, si sostituì nel letto all’ancella che conviveva con Peredeo. In questo modo Peredeo, credendo che la donna nel suo letto fosse la sua amata, fece l’amore con la regina. Quando si accorse che la donna con cui aveva fatto sesso era Rosmunda, quest’ultima gli disse: “E certo, Peredeo, quello che hai compiuto è atto sì grave che, ormai, o tu devi uccidere Alboino, o lui deve uccidere te con la sua spada”.
Così Peredeo divenne regicida.
Forse fu la stessa Rosmunda a dare l’annuncio della morte ai duchi giunti affranti per omaggiare il corpo del loro re.
Nei giorni seguenti, si sarebbe decisa l’elezione del nuovo sovrano che doveva avere l’approvazione dei duchi.
Rosmunda sposò Elmichi per facilitarne la designazione.
Elmichi non piacque, pensate a quanto doveva essere inetto, nei popoli germanici la trasmissione del potere era per via femminile e la parola di Rosmunda era un lasciapassare per il trono.
Si levarono delle voci che indicavano Elmichi, come il sicario di Alboino, assieme alla regina, non sbagliavano.
La congiura fallì.
Per salvare la vita, non restava loro che fuggire verso Ravenna dove l’esarca Longino li avrebbe aiutati.
I duchi persa la guida di Alboino si fronteggiavano fra di loro, incapaci di darsi un nuovo capo.
Rosmunda era ancora formalmente regina, dato che il trono era rimasto vuoto, Longino la chiese in sposa.
Fulminato d’amore per Rosmunda?
Molto probabilmente Longino mirava a farsi riconoscere legittimo capo dei barbari per poi integrarli nell’impero.
Rosmunda accettò, ma che fare con quell’incapace di Elmichi?
Rosmunda non ricorse ad altri, fece da sé, usando del veleno, che propinò al marito.
Ma il veleno era ad azione lenta, Elmichi seppe d’essere perduto e obbligò la moglie a bere ciò che era rimasto nella coppa.     
Fine di Rosmunda.
Chissà forse fu Longino, i bizantini erano famosi per i loro intrallazzi ingarbugliati, che consigliò il veleno a Rosmunda, liberandosi così degli ospiti divenuti sgraditi, senza sporcarsi le mani.
I longobardi, occuparono Ravenna per cinque anni dal 578 al 582, mentre rimasero a Milano  dal 568 sino al 774, anno della caduta del regno a opera dei franchi di Carlo Magno.


immagine: Rosmunda di Teoderica

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