Le Palilia,
le feste in onore della dea Pale, probabilmente erano simili alle Antesterie o
alle celebrazioni dei Cabiri o ai Misteri di Samotracia, a dimostrazione
dell’importanza della dea, le Palilia si tenevano il 21 aprile, giorno
considerato di fondazione per Roma.
Non si sa
bene chi fosse Pale, aveva come attributi il pastorale, il bastone che poi
divenne dei vescovi, a volte anche lo scettro e le corna dell’ariete, coi
romani la dea prese anche sembianze maschili e fu assimilata a Priapo, il dio
col pene spropositato e sempre eretto, ciò rende Pale una divinità risalente
alle dee del matriarcato, quando l’umanità non conosceva ancora il ruolo
dell’uomo nella riproduzione della specie e la donna era il Divino perché da
sola o con l’aiuto di un Dio metteva al mondo un essere nuovo.
Sempre sul
Palatino, il colle della dea Pale, un’altra festa importante era quella dei
Lupercalia, collegata al mito della città, la lupa, un rito veramente arcaico,
dove i luperci, ossia i sacerdoti-lupi vestiti di pelli caprine, facevano il
giro della collina, frustando quanti venivano loro a tiro, specialmente le
donne: era questo un rito di purificazione e di fecondità, forse questo era un
rito che ricordava l’inizio del patriarcato e la sottomissione all’uomo delle
donne.
immagine: Priapo affresco ritrovato a Pompei
2 commenti:
Buon inizio settimana.
Grazie Giancarlo, anche a te
Posta un commento