sabato 25 aprile 2009

25 APRILE 2009

La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente. BERTOLD BRECHT (1898/ 1956) ELABORAZIONE DI TEODERICA Foto di Fabio Corvini
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6 commenti:

Pier Luigi Zanata ha detto...

Il meccanismo del potre e' fondamentalmente ed essenzialmente la repressione, ma soprattutto il potere e' la guerra, la guerra continuata con altri mezzi. Si ha il rovesciamento dela tsi di Clausewitz e quindi si afferma che la politica e' la guerra continuata con altri mezzi. Essa ''non e' dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi''.
''La guerra che verra'
non e' la prima. Prima ci sono state altre guerre'' e altre ancora ce ne saranno tramite la politica e come sempre fra i vinti e fra i vincitori la povera gente fara' la fame.
Buon 25 aprile
Vale

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pier Luigi, la mia riflessione sul 25 aprile era incentrata sulla riflessione di come si giuge al bisogno di avere una guerra giusta, una parte giusta, di come la politica diventi un fallimento se ha bisogno di guerre, ma da questa logica di potere non ne verremo mai fuori. Si ripete mai più, e intanto si fa ancora. Buon 25 aprile anche a te . ciao.

pierperrone ha detto...

Cara paola, avevo fatto un bel commento al tuo post su Brecht. Me lo sono perso. Scusami.

Domani mi rifarò vivo e ti commenterò di nuovo.

pierperrone ha detto...

Brecht. Avevo cominciato di qua.
Era davvero un grandissimo. Ci manca la sua capacità di guardare dietro le cose, dove non guarda mai nessuno.
Il suo sguardo era traverso. Era illuminante. Non sono bellissime poeticamente i suoi scritti, ma danno una visione del mondo veramente non conformista.

Il conformismo. Ecco il male, uno dei mali di oggi.
Oggi essere conformisti è rassicurante, fa sentire al riparo.
Che sciocchezza!
Il conformismo ha guastato il pensiero, lo reso vittima dei pregiudizi, dei preconcetti delle false verità preconfezionate.
Con il pretesto che la verità non esiste, si è creata una realtà di comodo fatta di false certezze, che vive al ribasso delle opinioni.
Tutto ciò consente, ovviamente, a chi detiene le leve del comando e della ricchezza di manipolare ogni informazione.Mancando uno spirito critico non siamo più disposti a discernere il vero dal falso.

La stessa cosa - anzi - tutto comincia dalla manipolazione delle informazioni del mercato. Dico così, nel senso che questo modo di pensare è diventato un'ideologia vera e propria. Un'ideologia che, facendo finta di condannare il comunismo, morto di sua iniziativa, suicidatosi a causa della folle violenza e della mistificante anonimia in cui voleva ridurre il genere umano, ha in realtà guadagnato il potere per fame di ricchezza, per sete di potere.

Nel nome di verità evidentemente false si sono dichiarate guerre. E le si sono addirittura chiamate giuste!
Si sono sbeffeggiate le istituzioni internazionali, quelle politiche, quelle economiche. Il potere condiviso dello Stato è diventato il potere egoistico di pochi.

Ma Brecht era un comunista! Quindi, sappilo, non merita memoria, non merita rispetto, diceva sempre il falso ed era spergiuro.

Paola Tassinari ha detto...

Mancando uno spirito critico non siamo più disposti( in grado) a discernere il vero dal falso.Questa tua frase mi ha colpito molto , io ho messo fra parentesi che non siamo più in grado , perchè la relatività aggiunta in tutti gli ambiti ci paralizza. Siamo paralizzati, non sappiamo che fare, io ad esempio stamattina leggendo che nelle liste del PDL c' è pure Mastella ( lo so che come lui ce ne sono altri, ma era divenuto un po' il simbolo del politico corrotto)oltre ad una schiera di veline, mi chiedo come tutto venga accettato senza replica. Forse non so discernere il falso dal vero.Non c' è scampo, una repubblica indipendente può essere solo virtuale. Che vuoi dire con la battuta che Brecht era comunista, che importa il colore (vedi non sono le ideologie sbagliate, sono gli uomini che le girano al loro interesse, un po' come las tecnica e la scienza)è una battuta, lo so, ma io dal mio confine ho visto "poveri diavoli" essere carnefici di altri " poveri diavoli"e Brecht comunista o non comunista aveva giusto come dici tu uno sguardo traverso, uno sguardo di cui oggi ce ne sarebbe proprio bisogno. ciao e grazie del bel commento.

pierperrone ha detto...

Solo per chiarire: la battuta era solo una battuta. Perchè oggi è facile sentire cose come quelle. Era ironia pura. Magari poco chiara.