venerdì 28 agosto 2009

UN DRAMMA NELL ' ARISTOCRAZIA 4 PUNTATA

Un urlo terrificante, che non aveva nulla di umano, echeggiò nei lussuosi appartamenti del conte. 
Con gli occhi sbarrati dallo spavento, il conte fissava le terribili "righe del destino" sul nuovo numero della rivista illustrata. 
Il fato diceva:"Come cambia presto, ai giorni nostri, la volubile regina, la Moda. Tre mesi or sono, abbiamo comunicato su queste colonne che si era verificata una netta corrente in favore delle donne magre. Ebbene? Questa moda è durata solo due mesi e già è precipitata nell'oblio, lasciando libero campo al trionfante corteo delle donne del tipo immortalato da Rubens, dalle anche possenti, dalle spalle rotonde, dalle braccia tornite!"
-Tutto è perduto- esclamò il conte- Ho chiuso le porte della mia casa alla baronessa dal tipo immortalato da Rubens e alla tizianesca principessa, ed ora sarebbero state l'onore dei miei saloni. Ho rovinato mia moglie, ho liquefatto e annullato le sue splendide, divine forme!...Sciagura, sciagura!...Riparare al mal fatto?! All' apertura della stagione mancano solo due settimane...Cosa diranno?-
 Con mano ferma e decisa , il conte estrasse dall'astuccio finemente cesellato il rasoio affilatissimo... 
Di chi è quel rantolo? 
Di chi è quel sangue che gocciola sul costoso tappeto persiano? 
Di chi sono le deboli mani, che si afferrano convulsamente ai piedi della poltrona? 
Il rantolo di un nobiluomo! 
l sangue di un conte! 
Ai funerali, il vestito della contessa Birdin, era adorno di un merletto di valencienne nero... I conoscenti la segnavano col dito, incolpandola di due orrendi delitti: aver causato la morte del marito, ed essere fuorimoda. FINE

7 commenti:

Gaetano ha detto...

Cara Paola eccoti improvvisato il commento finale, nato or, ora. Ma per altre ragioni era già pronto, messo da parte.

Se cambia il paradigma cambia la società

C’è un filo sottile, praticamente invisibile, che lega ogni forma di cambiamento. Si produce un vero cambiamento quando si riesce a modificare il paradigma di base che influenza, controlla e domina lo sviluppo del pensiero logico-razionale finalizzato ad affrontare i problemi della vita e dell’esistenza.

“Il paradigma svolge un ruolo allo stesso tempo sotterraneo e sovrano in ogni teoria, dottrina o ideologia. Il paradigma è inconscio, ma irriga il pensiero cosciente, lo controlla e , in questo senso, è anche sovracosciente. Il paradigma istituisce le relazioni primordiali che si costituiscono in azioni, determina i concetti, domina i discorsi e le teorie..” (E. Morin).

Viviamo ancora immersi nel paradigma cartesiano che si è imposto a partire dal XVI secolo, periodo in cui avviene l’immediato declino del pensiero alchemico. “Il paradigma cartesiano disgiunge il soggetto e l’oggetto, ciascuno con la propria sfera: da una parte la filosofia e la ricerca riflessiva, dall’altra la scienza e la ricerca oggettiva.

Questa dissociazione tra interno ed esterno, soggettivo e oggettivo, anima e corpo, spirito e materia, qualità e quantità, finalità e casualità, sentimento e ragione, libertà e determinismo, esistenza ed essenza determina i Concetti sovrani e la relazione logica: la disgiunzione. Questa visione determina un doppia percezione del mondo che si traduce di fatto in uno sdoppiamento dello stesso mondo.

L’arte moderna nasce da questa precisa consapevolezza della disgiunzione determinata dal paradigma cartesiano in ogni aspetto della vita e della società. Da una parte si percepisce un mondo di oggetti sottoposti ad osservazioni, sperimentazioni, manipolazioni, per cui l’arte imita il metodo scientifico sottoponendo l’oggetto ad una indagine logica/sensibile che gradualmente giunge a deformare la percezione oggettiva della realtà (Van Gogh). Dall’altra si “impongono” all’attenzione un mondo di soggetti che si pongono problemi di esistenza, di comunicazione, di coscienza e di destino (Gauguin) e sono in grado di rappresentare una diversa visione della realtà producendo immagini “semplici” e “intense”, cariche dei simboli della trasformazione.
Fonte http://lemelediafrodite.blog.kataweb.it/category/arte-paradigmi/.

Si può convenire che quella dello scrittore sia un'arte, dunque l'argomentazione sui risvolti del paradigma vale pure per quest'altra.
In quanto alla contessa Birdin, ovvero alla donna, meglio ancora la Russia o qualsiasi altro Paese della Terra, non fa meraviglia che vi si scarichi ogni colpa di accadimenti. C'è bisogno sempre di un "utero" per far nascere il germe del paradigma che fa cambiare le cose.
Ironia della sorte, il germe del nazismo non fu generato dalla Germania, bensì dall'Austria...
Forse la spiegazione può lasciar intravedere cose come fu per la nascita di Gesù. Per dire che si tratta di "padri putativi", dunque di chi la colpa? Ma occorre che ci sia...

Ed ancora, per andare a monte di tutte le cause umane. La famosa mela dell'Eden fu additata dal Serpente, un certo padre putativo accanto ad Eva madre. Ma è vero anche che l'albero fatidico fu messo al "centro" del giardino edenico da un misterioso Creatore. Essendo così in bella vista come non si poteva fare a meno di restare attirati? Un padre che si rispetti prende le cautele ponendo delle barriere intorno a un posto in cui può farsi male il proprio figlio appena in grado di camminare gattoni. Un bambino può mai capire il pericolo, visto che Adamo fu "avvisato"? Eppure doveva essere così altrimenti certi nodi da sciogliere (che chiameremo il bene e il male dell'albero) come si potevano risolvere. Dunque ne viene fuori una bestemmia, ossia che il Creatore e Satana sono le due facce di una stessa medaglia. O no?

Buon mattino,
Gaetano

pierperrone ha detto...

Questo racconto (che ho letto tutto intero) dimostra che il Conte, anzichè fare e decidere tutto da solo avrebbe dovuto servirsi di adeguati consulenti, come fanno veri VIP.
Gli consiglierei, Lele Mora, Fabrizio Corona e il Tarantini di Bari.
Sono sicuro che non avrebbe fatto la fine che ha fatto!

Gianna ha detto...

Racconto tragicomico, Teo. Non so se piangere o ridere...

Paola Tassinari ha detto...

E' possibile , secondo te, Gaetano, che il paradigma di cui tu parli si insinui in noi con più forza negli anni, mentre è debole nell' infanzia?
E' possibile che per sviluppare sensibilità occorra avere un contatto molto forte col mondo naturale?
E' possibile che per salvare la "tecnica" occorra che l' uomo si riappropri del "senso naturale" perso per troppa artificialità ? E' possibile che il genio non sia altro che avere l' artificialità della conoscenza unita alla "libera naturalità" del bambino?










....Un bambino può mai capire il pericolo, visto che Adamo fu "avvisato"? Eppure doveva essere così altrimenti certi nodi da sciogliere (che chiameremo il bene e il male dell'albero) come si potevano risolvere. Dunque ne viene fuori una bestemmia, ossia che il Creatore e Satana sono le due facce di una stessa medaglia. O no?........ Qui sento "verità"
Gaetano scusami le domande pedanti, ma mi hai molto incuriosito col paradigma ......ed anche la medaglia......sto riflettendo.
Buona domenica and forever thank.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero, dimostra solo che si è schiavi.
Schiavi di noi e di tutto ciò che sta attorno a noi......il paradosso è che per essere un po' liberi in cambio devi tanto soffrire, e soffrie non piace a nessuno........allontana da me , se puoi, questo calice.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Hai detto bene stella ....tragicomico, qui neanche la dignità del tragico, è il clown.
Baci e buona domenica.

utilizerapagain ha detto...

Leggero' con attenzione e nei prossimi giorni commentero'. Vale